"E tengo a te per non perdermi nell'oscurità e me ne accorgo se ti guardo negli occhi, mentre giuri che tieni solo a me e tutti gli altri non sono nessuno. Sono cresciuto insieme a te, senza te sale la paura."
Beetlejuice intanto era rincasato, talmente di pessimo umore che una nuvola grigia si era stanziata sopra il suo capo e, di tanto in tanto, si permetteva di colpirlo con un fulmine che gli faceva drizzare i capelli stopposi.
« Beetlejuice? »
Intonò Jacques, col suo impeccabile accento francese, facendo capolino dalla sua stanza. L'espressione irritata dell'amico lo lasciò piuttosto perplesso.
« Sacrebleu! Non hai una bella cera.. »
Lo spettro si voltò verso lo scheletro, dedicandogli un'occhiataccia.
« Questo perché SONO MORTO! »
Sbottò furioso, facendo tremare tutte le pareti dell'abitazione. Al punto che Ginger inciampò sulle sue stesse zampe, smettendo di danzare.
« E' successo qualcosa? »
Insistette Jacques seriamente preoccupato, con voce timorosa.
« No. »
Rispose secco, adagiandosi sul divano e accendendo la televisione.
« Torna a fare i tuoi esercizi da palestrato che non ti serviranno ad un accidente perché sei un mucchio d'ossa. »
Proferì ancora, acido, prima d'incrociare le braccia al petto e tacere una volta per tutte. Lo scheletro guardò Ginger cercando il suo supporto, ed entrambi fecero spallucce. Sapevano che quando Beetlejuice era di pessimo umore era consigliabile lasciare che sbollisse per conto suo, senza interferire oltre. Lo lasciarono per cui da solo, tornando ad esercitare i loro hobby nelle rispettive stanze.
« Cherie, hai sentito la novità? »
« Oh, si! La voce si sta spargendo ovunque! »
Lo spettro alzò il volume al massimo per non udire i loro discorsi, allargando il broncio che troneggiava sul suo viso. La nuvoletta sulla sua testa ancora tuonava incessantemente, risaltando la sua espressione seccata. Si strappò i capelli, in un impeto di rabbia. Perché?! Perché quella ragazzina non riusciva ad uscirgli dalla testa?! Non aveva pensato che a lei dal momento in cui l'aveva lasciata lì da sola al centro della città. Il fatto che non riuscisse a fare finta di niente come accadeva di solito con tutti i guai che combinava lo faceva irritare ancora di più, perché non ne comprendeva il motivo! Pensava di averla scampata, e invece... Davvero così poco tempo trascorso insieme era sufficiente per affezionarsi a qualcuno? In tutti quegli anni passati in solitudine aveva dimenticato perfino come fosse provare affetto. La sensazione che si anima nel petto quando tieni fortemente a qualcosa. Si morse il labbro come se volesse perforarlo coi suoi denti storti. Dannata Lydia! Anche se chiudeva gli occhi gli veniva in mente la sua immagine. La sensazione della sua mano calda posarsi sulla sua guancia era ancora vivida dentro di lui, e più cercava di sopprimerla, più si faceva forte. A dirla tutta, era anche leggermente in pensiero per lei. L'aveva lasciata da sola in mezzo Neitherworld, circondata da mostri e non viventi. E se non fosse stata poi la scelta giusta? Nah, Lydia era una ragazza in gamba. Poteva cavarsela benissimo da sola.
« Mi farò uno snack per non pensarci. »
Proferì a voce alta, tatuandosi sul volto un'espressione indifferente. Ma proprio mentre si portava quello scarafaggio alla bocca, udì qualcosa che gli fece venire la pelle d'oca.
"Interrompiamo il programma per rendervi partecipi dello scoop del giorno. Una ragazzina umana ancora animata dalla scintilla della vita ha infranto le regole imposte da Tuedgard Juice secondo la quale viventi e non-viventi non possono entrare l'uno nei rispettivi mondi dell'altro. Il soggetto in questione è stato ritrovato a bighellonare liberamente per le strade di Neitherworld. Tra due ore si terrà la sentenza per decidere se reputare l'imputata innocente o colpevole. Presiederà l'onorevole Mrs. Orrida..."