Capitolo 5

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Quella mattina il professore stava tardando, assai strano dal momento che i maghi avevano la fama di essere molto puntuali. Un paio di banchi erano vuoti, compreso quello di Sam.
Cercavo di non pensarci, di evitare qualunque cosa potesse farmelo venire in mente. Io per lui non esistevo più, quindi perché lui avrebbe dovuto contare ancora qualcosa per me? Mi appellai a tutto il mio orgoglio pur di mantenere questa posizione.
Il chiacchiericcio crebbe esponenzialmente e come ci si potrebbe aspettare, senza il professore, tutti si sbizzarrivano. Alcuni ragazzi si rincorrevano e si lanciavano palline di carta; gruppetti di ragazze si riunivano per spettegolare; i più scrupolosi ripassavano; qualcuno si cimentava in incantesimi complessi sperando di fare colpo.
Il silenzio piombò non appena giunse il professore raggiante, nonostante il ritardo e la classe insubordinata. Si appostò alla cattedra e si schiarì la voce.
<< Buongiorno ragazzi! Perdonate il ritardo ma è per una buona causa.>> sorrise, misterioso.
Si diffuse una certa curiosità a seguito di questa affermazione e tutti bisbigliarono ipotesi. Io avevo ormai perso interesse verso tutto e tutti da quella maledetta sera e non ero propensa ad ascoltare.
Iniziò un monologo sul nostro regno, sui servizi che forniva e l'importanza della nostra istruzione e l'inquadramento verso una futura occupazione a servizio del re. Il sudore gli imperlava la fronte, era talmente entusiasta che sembrava sorridere gli costasse fatica, e continuava ogni minuto in modo sempre più vigoroso tanto da sembrare un ghigno. Gesticolava dall'euforia, caricando di pathos il discorso e sottolineando certe parole marcatamente con la voce.
Tutto stava facendo, meno che una lezione.
<< Ragazzi se vi applicherete nello studio e porterete rispetto alle arti magiche, potrete solo che guadagnarne. Ne è un esempio un vostro compagno di scuola, con impegno e dedizione è riuscito a raggiungere ottimi livelli. Sono molto fiero di annunciarvi che Samuel, dopo aver passato un esame molto impegnativo e un colloquio approfondito in presenza del re, è stato selezionato per cominciare l'addestramento alla volta dell'esercito reale!>>
Bomba sganciata. Dopo quelle parole, io non sentii altro che un sottofondo ovattato ed indistinto di rumore.

Sam. Parte. Per sempre.

I pensieri cominciarono a susseguirsi, ad una velocità quasi anormale. Magari intendeva un altro Samuel, no? Magari, disattenta com'ero ultimamente, avevo solo capito male. Magari mi aveva organizzato uno scherzo dei suoi, per poi fare pace.
Magari...

Vidi Silva guardarmi con occhi sgranati, preoccupatissima, in attesa di una mia reazione. Forse aveva anche provato a scuotermi e dirmi qualcosa, ma io non sentivo più niente. Ero stata abbandonata, senza nemmeno una spiegazione. Quello stupido si era permesso di entrare nella mia vita, darmi sollievo, scaldarmi il cuore ed infine, di punto in bianco, lasciarmi qui.
Non sapevo più né chi ero né dove ero. Sapevo solo che avrei tanto voluto vivere la vita di chiunque altro e non la mia.
O poter tornare indietro di qualche anno e fermare il tempo.

Conobbi Sam l'estate di 5 anni fa. Raramente facevo amicizia perché non potevo uscire, se non perennemente scortata da qualcuno di fiducia. A quelle condizioni preferivo rimanere nell'ala della biblioteca del castello, in santa pace.
Però quell'estate ero stufa, sentivo il bisogno di nuovi stimoli e sgattaiolai via, usando il passaggio sul retro delle cucine. Non fu una fuga chissà quanto clamorosa...
Arrivai semplicemente al confine con il villaggio, in una zona pianeggiante ed isolata, caratterizzata da un fiumiciattolo quasi del tutto prosciugato. Mi divertivo a giocare con il mio equilibrio, posando le punte dei piedi solo sui sassi bianchi e piatti vicini alla riva.
<<Ehi! Non vorrai cadere, spero. Non ho voglia di venirti a raccattare da lì.>> Alle mie spalle comparve lui. Un ragazzetto esile, con i capelli spettinati color caramello sugli occhi e la voce profonda. Mi irritó molto. Osava pensare che sarei caduta e soprattutto che gli avrei dato noia, facendolo sentire in dovere di salvarmi.
<<Stai tranquillo. So cavarmela!>> ovviamente la mia spavalderia venne seguita dalla mia goffaggine e rischia di scivolare. Non fosse stato per lui che, con una velocità ammirevole, si trovò pronto a tenermi in piedi, sarei certamente caduta facendomi parecchio male. Mi imbarazzai tantissimo, ma nell'esatto momento in cui lo guardai in faccia scoppiammo a ridere. Da quel giorno, mi recai per tutta l'estate al "nostro posto".
Parlavamo e ci prendevamo in giro a vicenda. Lui mi mostrava le sue precoci abilità magiche ed io potevo solo infondergli un po' del mio sapere teorico, merito di ore ed ore spese sui libri. Ci capivamo al volo.
Tuttavia la nostra conoscenza non proseguí l'inverno seguente.
I maghi più dotati, dopo essersi istruiti presso le proprie famiglie, venivano invitati alla scuola di magia presso il castello. Dai 16 ai 20 anni, tutti potevano sperare in un banco lì. Scoprii che Sam vi aveva rinunciato per ben due anni di fila. Infatti ogni inverno andava in Scozia dagli zii e proseguiva i suoi studi un po' meno accademici.
Gli zii non erano maghi di alto rango, ma guaritori espertissimi in erbe medicinali, suture, imposizione delle mani e riti curativi. Il mio amico era affascinato da queste pratiche, ed in cambio del suo lavoro manuale presso la loro fattoria, riceveva delle lezioni private che lo entusiasmavano.
Partì ed io tornai alla mia vita di corte.
Un bel giorno di primavera, lo trovai davanti all'entrata riservata agli studenti. Aveva ceduto alle lusinghe di mio zio, che lo voleva a tutti i costi tra i suoi pupilli.
Mi venne incontro e stentai a riconoscerlo. Lo avevo lasciato come un acerbo ed arrogante ragazzo di 20 anni, con il viso ancora da bambino. Ora i capelli erano cresciuti, le spalle si erano allargate, la barba leggera contornava una mascella definita e squadrata. Era un ragazzo fatto e finito, un bel ragazzo! E mi sorpresi a questo pensiero.
<<Ehi, Morgana! Come stai?>> mi salutò sorridendo.
Gli risposi, impacciata ed a scoppio ritardato. <<B-bene... Ehmm come è andato l'inverno in Scozia?>>
<<Uno spettacolo. Sento di aver raggiunto un buon livello nelle arti mediche... Almeno per avere una base per proseguire gli studi. Non vedo l'ora di mettermi alla prova! Ma, giuro, non sarò il classico secchione!>> rise, strizzandomi l'occhio.
Una sola cosa non era cambiata: i suoi furbissimi e dolci occhi grigi.

E ripensandoci, quegli occhi mi mancavano e mi sarebbero mancati terribilmente.
Con quest'ultimo pensiero, lasciai la lezione e mi trascinai fino alla mia stanza col bisogno di allontanarmi da tutte quelle notizie.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 17, 2020 ⏰

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