Primavera.
L'aria fresca riempiva le narici del biondo ragazzo, che intanto sembrava un piccolo pipistrello, appeso - volutamente - a testa in giù, sul ramo di un vecchio albero di limoni.
La boscaglia era un qualcosa che lo affascinava, soprattutto nel periodo primaverile.
Gli piaceva annotare e disegnare i cambi del paesaggio, descrivere lo sbocciare di un papavero da quel forte colore rosso, osservare lo strano modo di rosicchiare di castori e scoiattoli. Gli piaceva, tutto quello.
Lui era innamorato della vita.
Con un balzo, si ritrovò nuovamente con i piedi in terra, e senza alcun graffio. La sua agilità nel saltare o fare cose strane era tutta dovuta al papà.
Quel pover uomo. Insegnò a Luke come correre veloce, come essere divertente, come essere forte, come essere un vero macho o un latin lover con le fortunate donzelle che gli capitavano sott'occhio. Sì, Luke si innamorava facilmente, da piccolo.
Aver perso il papà, aver perso i suoi consigli, a soli undici anni, lo sconvolse. Lui non voleva.
Andrew, sì chiamava. Ora il suo nome giace su una lapide, piccola, modesta. Le incisoni sono però ben chiare. Andrew Hemmings. Il papà migliore del mondo, Luke diceva. Quello che tutti vorrebbero ma che solo lui aveva.
La signora Hemmings molto spesso piangeva, alla vista di Luke. Lui le ricorda molto suo marito. Con qualche ventina d'anni in meno, ovviamente.《Oh, mi scusi, messere!》sentì. Una voce dolce, candida, chiara e femminile.
Si voltò, con un piccolo cipiglio sul volto. Alla fine, non era successo nulla. Lo sbattere della ragazza contro la propria schiena non aveva procurato in lui nessuna frattura o altro. Andava bene.《Ma si figuri, madamigella. Non mi son fatto nulla. Piuttosto, vi siete ferita?》chiese, dando del lei alla donna, visti i nobili gioielli che le ornavano il collo ed i polsi, in aggiunta al rosso vestito, lungo e da piccoli accorgimenti in merletto bianco. Era carina. Semplice, come non aveva mai vista alcuna persona aristocratica.
《No, signore! Scusatemi ancora per il disturbo ed il dolore apportatovi, spero stiate davvero bene, signor...》sussurrò la mora aggraziatamente, lasciando la frase in sospeso per il semplice fatto che l'una non conosceva il nome dell'altro, e viceversa.
《Luke. Mi chiami Luke, miss.》disse lui, con un grintoso sorriso. Non gli piacevano quei 'mister', 'messere', 'signorino'. O almeno, non gli piacevano quando erano rivolti a lui.
Erano le donne a dover essere elogiate, così la pensava lui.《Oh, va bene, signo- Luke! Giusto, Luke! Beh, tu puoi anche chiamarmi Martine.》si presentò, in un certo senso, la ragazza dai lunghi capelli ricci, raccolti in una treccia brillante, perfetta.
Sorrisero entrambi, prima che Luke notasse cosa Martine portasse fra le mani. Un quadernino, dalla copertina rigida e marrone, quasi come fosse bruciacchiata. Anche il suo era uguale, stesso colore e grandezza, con le pagine giallastre dove ormai regnava tanto inchiostro nero.
Voleva chiedere informazioni su quel quaderno, ma forse sarebbe apparso solo un piccolo impertinente ficcanaso. Non che non fosse un po' impiccione, tutto sommato. Ma quella era una ragazza tanto carina; voleva fare bella figura. Stette zitto, ed ovviamente l'imbarazzo non mancò fra i due adolescenti. Erano entrambi rosei sulle guance, e si guardavano negli occhi.
Le iridi di Luke erano affascinanti, pensava Martine. Le piacevano quei piccoli pigmenti verdi, iniettati al fianco dell'iride destra, in netto contrasto con quel blu mare. Lo rendevano interessante. Anche lei aveva piccoli pigmenti di colore, nelle iridi color nocciola, a far da contrasto. Ma erano più tenui. Rossi. Pigmenti rossi. Rossi come un bacio, rossi come le rose, rossi come i papaveri selvatici, rossi come le loro guance in quel momento. Anche Luke la trovò più interessante, nonostante nessuno avesse spicciato parola.
Volevano scoprirsi, quei due. Capire ognuno una cosa dell'altro, capire quanto la loro vita fosse diversa già ad un solo sguardo.
Volevano essere la loro avventura personale.
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Sailor.
FanfictionLuke Hemmings é un normale diciottenne, con il semplice sogno di voler diventare un marinaio. Di fama o no, acclamato o meno, lui voleva viaggiare. - Dai capitoli finali: " Lo aspettai, l'ho aspettato, lo aspetto e - senza giri di parole - lo aspett...