Capitolo 2

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Erano giá passati due mesi e mezzo dal rincontro con i vecchi compagni di lavoro, ma Alba si trovava ancora in Argentina con Pedro.
La mattinata nuvolosa preannunciava un grosso temporale e la riccia si trovava da sola nell'appartamento, visto che Pedro era andato dai genitori per aiutarli a riverniciare il salotto.
Non si era mossa dal divano da quando ci si era sdraiata sopra dopo aver fatto colazione, a causa di alcuni dolori che la affliggevano da alcuni giorni. Credeva fosse un normale mal di stomaco, ma ormai erano settimane che ne soffriva!
Non aveva detto nulla a Pedro per non farlo preoccupare, gli aveva semplicemente raccontato che era un banale mal di pancia.
Si sentiva stanca, senza forze per fare nulla, nemmeno per pulire la casa o semplicemente cucinare, compito che ultimamente apparteneva al fidanzato. Si alzó e corse verso il bagno dopo l'ennesimo senso di nausea, ma non accadde nulla. Si inginocchió vicino al lavandino aspattando che la sensazione passasse, poi le venne un'illuminazione. -Il ciclo!- esclamó, nonostante fosse sola in casa. Erano due mesi e mezzo che non le arrivavano le mestruazioni. Non era mai stata particolarmente regolare, ma cosí era veramente molto tempo!
Da qualche tempo le balenava un'idea nella testa, ma cercava di non pensarci. O meglio, non voleva pensarci.
I dolori erano iniziati poco tempo dopo la festa, così come la nausea e la stanchezza. E ovviamente, anche il ciclo. Cercando su internet l'unica causa trovata su questi sintomi era la gravidanza. Non ci aveva mai dato particolare peso, credeva fosse semplicemente un malessere fisico, forse dato dalla stanchezza, ma durava da troppo tempo. Era la prima mattinata che passava sola, perció decise di fare di un piccolo controllo.
Entró nella sua camera e si vestì velocemente, poi prese la borsa e uscì di casa diretta alla farmacia. Due minuti di strada dopo la raggiunse ed entró. Una commessa in camice bianco la accolse sorridendo, facendole segno di avvicinarsi al bancone. Alba arricció il naso: aveva sempre odiato l'odore delle farmacie, troppi medicinali concentrati nella stessa aria.
-Come posso aiutarla signorina?- domandó la signora probabilmente sulla cinquantina.
Alba guardó dietro di lei, finchè scorse quello che cercava -Quello- disse indicando un test per la gravidanza.
La commessa le sorrise amorevolmente e si voltó per prenderlo -Spero che il test dia buoni risultati, ha la faccia di una brava mamma- disse porgendolo alla riccia.
Alba sorrise, ma nella sua mente sperava solo che i risultati fossero negativi, o almeno che il bambino fosse suo e di Pedro. Non se la sentiva di dover affrontare una situazione complicata scoprendo che il bimbo fosse di Facundo. Non poteva essere e basta.
Pagó e salutó la signora, che le urló un "Buona fortuna" mentre usciva dalla porta.
Nascose il sacchetto nella borsa mentre sperava di non incontrare nessuno di sua conoscenza in giro. Era già abbastanza agitata di suo, voleva fare quel test e togliersi un peso di dosso. O almeno sperava di toglierselo.
Entró in casa e chiuse in fretta la porta, poi corse verso il bagno mentre si toglieva la giacca, che lanció nel corridoio.
Uscí poco dopo scuotendo la testa come una disperata, mentre sussurrava dei "no" ripetuti. Camminava avanti e indietro per il corridoio, dalla porta in fondo all'entrata del salotto, fissando il test che mostrava un risultato positivo. Dopo alcuni minuti ricordó che inclusi c'erano due test.
Senza nemmeno pensarci corse di nuovo in bagno; magari quello era sbagliato, aveva commesso un errore. Sicuramente ora avrebbe rifatto il test e il risultato sarebbe stato negativo, si sarebbe tranquillizzata e avrebbe buttato tutto.
Uscí di nuovo da quella porta, forse ancora piú preoccupata di prima. Si sedette appoggiata ad una parete nel corridoio e appoggió la testa sulle ginocchia, stringendola tra le mani.
-Non puó essere- gridó lanciando il test contro il muro opposto -Non puó essere cazzo!-
Non era pronta per un bambino, men che meno da un bambino con Facundo.
Come l'avrebbe detto a Pedro? Non poteva di certo fingere che fosse successo per causa sua, al momento della nascita e delle visite tutto si sarebbe scoperto.
Questo bambino era di Facundo, ma chi l'avrebbe cresciuto, chi l'avrebbe tenuto? Se avesse deciso di tenerlo lei, avrebbe avuto una famiglia, ma se lo avesse tenuto Facundo?
In ogni caso non sarebbe potuto crescere senza scoprire la veritá sulla sua famiglia. Sarebbe stato come un bambino dai genitori divorziati.
E poi lei sarebbe dovuta tornare in Spagna, mentre Facundo sarebbe rimasto in Argentina.
-Facundo!- esclamó ricordandosi di lui. Prese i test e indossó di nuovo la giacca, poi uscí ancora di casa diretta a casa del ragazzo.
Appena arrivó sotto inizió a suonare il campanello ripetutamente, finché sentí la voce esasperata di Facundo domandare chi fosse. Si avvicinó al citofono e rispose, pochi secondi dopo il cancello si aprí.
Sali velocemente le scale e trovó la porta aperta con un Facundo allarmato che le fece segno di entrare.
-Facundo, dobbiamo parlare- disse decisa.
Non sapeva se dirlo con mille giri di parole, per allentare la tensione, o arrivare diretta al punto.
-Ricordi quella notte?- domandó spingendolo verso il divano in salotto, sul quale si sedette dopo di lui. Facundo annuí con la testa, senza capire.
-Sono incinta-
Era arrivata dritta al punto. I giri di parole li avrebbe fatti dopo.
Facundo impallidí e spalancó gli occhi sorpreso, senza trovare le parole adatte. Alba annuí con la testa -Facundo, come faremo? Io, io non sono pronta- disse a bassa voce sedendosi piú vicina a lui. Il ragazzo la abbracció forte -Stai tranquilla, ci sono io- la rassicuró accarezzandole dolcemente i capelli. Alba lasció cadere la testa nell'incavo del suo collo, lasciandosi trascinare da quell'abbraccio che la faceva sentire cosí protetta. Circondó con le braccia il suo corpo, lasciandosi scappare dei singhiozzi soffocati. Facundo si separó lentamente, alzandole il mento con le dita per riuscire a guardarla negli occhi -Pedro lo sa?-
Alba scosse la testa -Non saprei nemmeno come dirglielo- rispose coprendosi la faccia con le mani. Facundo le tolse, asciugando con il pollice una lacrima che le percorreva la guancia -Alba, stai tranquilla. Pedro é il tuo ragazzo, vedrai che capirá. E in ogni caso ci sono io per testimoniare che é stato tutto un incidente- spiegó tranquillamente.
Forse lo faceva solo per non farla agitare, forse perché ancora non aveva realizzato ció che la ragazza gli aveva appena detto, ma non si sentiva particolarmente preoccupato.
Rimasero abbracciati per un pó, Alba continuava a pensare alla grande cazzata che avevano compiuto; certo, aveva ormai 27 anni, una dimora e un fidanzato, ma non se la sentiva ancora di crescere un figlio, soprattutto in questo momento. Voleva andare avanti con la sua carriera, continuare con il lavoro che aveva trovato in Spagna e che sarebbe iniziato tra cinque mesi. Sentiva Facundo piú vicino che mai da quella notte, ma in questo momento non sapeva se fosse un bene o un male.
L'idea di avere un mini Facundo girovagare per casa non le dispiaceva affatto, non sapeva nemmeno lei il perché. Se si trovava a pensare ad un figlio, non riusciva a vederlo somigliante a Pedro, mentre era cosí facile vedere un Facundo nel corpo di un bimbo.
Facundo intanto ragionava su come sarebbe andata avanti la sua vita dopo questa notizia. Amava ancora Alba, non poteva negarlo. Avevano finito il ViolettaLive Tour, non si erano visti per un anno intero, nonostante i messaggi fossero stati sempre all'ordine del giorno, si erano ritrovati e ora si vedevano quasi ogni giorno come amici. Ma lui non riusciva a dimenticare i suoi sentimenti per lei. O forse non voleva.
E ora aveva vicino a sé una Alba cosí fragile e indifesa, sembrava cosí piccola in quel mondo enorme. Doveva aiutarla, starle accanto piú di quanto avesse mai fatto; non gli importava della presenza di Pedro, l'avrebbe guidata anche lui.
Alba alzó gli occhi verso di lui, osservandolo cosí intento nei suoi pensieri mentre fissava un punto impreciso dello schermo nero del televisore. Si chiedeva se stesse pensando nelle stesse cose che la tormentavano, se fosse felice o meno di quello che era successo. Non aveva dimostrato molte emozioni, l'aveva solo calmata, ma in questo momento avrebbe preferito sapere cosa ne pensasse davvero.
Facundo abbassó il volto per guardarla, ma anziché i suoi capelli vide i suoi occhi castani scrutarlo attentamente. Senza nemmeno pensarci si avvicinó fino ad unire le loro labbra in un bacio estremamente dolce, lento, che riempiva entrambi di brividi. Portó una mano sulla sua guancia per accarezzarla lentamente, mentre Alba avvolse il suo collo con le mani, che muoveva dal colletto della maglia fino all'attaccatura dei capelli.
Quando si separarono rimasero interdetti per pochi secondi, fissandosi incantati, senza ancora capire bene ció che era appena successo.
Poi Alba scosse la testa, allontanandosi -No, Facundo, non possiamo. Non sai quanto vorrei continuare e scordarmi del resto, ma non posso, ho giá un problema a cui pensare- disse alzandosi dal divano. Facundo fece lo stesso, scusandosi per quel bacio accidentale che gli aveva fatto sentire le cosiddette 'farfalle nello stomaco'. Ma quelle non erano state farfalle, erano stati una serie di fuochi artificiali scoppiati successivamente, uno per ogni tocco che le loro labbra avevano avuto.
-Ora devo andare, Pedro arriverá a momenti- si congedó Alba prima di uscire dall'appartamento.
Facundo tornó a sedersi sul divano, appoggiando i piedi sul tavolino davanti a questo.
Mise le mani dietro la testa e lanció un sospiro. In che situazione era finito?
Non bastava quell'amore impossibile, ora stava anche per diventare padre di un figlio che sarebbe stato cresciuto dal fidanzato della ragazza che amava. Troppe complicazioni tutte riunite in un vicolo cieco.
Padre. Quella parola che era sempre stata cosí familiare risultava tanto strana, quasi sbagliata riferita a sé stesso. Si chiese come avesse fatto suo papá ad accudire lui, i suoi fratelli e la sorellina Lucia da cosí giovane. Lui ancora non ne era convinto, era insicuro.
Forse se avesse avuto una relazione stabile con Alba sarebbe stato diverso, ma ora aveva mille sentimenti diversi che gli giravano in testa.

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