Giorno...
Ha di nuovo perso il conto dei giorni, Hermione.
Il buio, la sete, la fame, la tortura. Questi sono i suoi unici compagni da tanto, troppo tempo. Ormai vive in un costante, confuso dormiveglia, disturbato da sogni frammentati e angoscianti, con occhi grigi che la fissano feriti, occhi verdi che l'hanno dimenticata, urla disperate, un naso sanguinante, facce tumefatte.
Poi c'è quell'incubo ricorrente, alimentato dal dolore sordo che prova al collo: i denti del lupo mannaro affondano nella sua pelle morbida, la dilaniano, le rubano il sangue fino a prosciugarla.
All'improvviso un urlo rabbioso e animale taglia l'aria con violenza. Hermione è di nuovo sveglia, atterrita.
Un attimo di silenzio, poi è il caos. Passi terrorizzati, il tonfo sordo di corpi che cadono a terra, le grida ricolme di panico e quella voce furente, folle.
Infine, la quiete e ancora passi, quelli di un solo uomo intrappolato in una marcia senza meta. Si avvicinano e si allontanano ritmicamente e Hermione capisce che l'uomo sta andando avanti e indietro, avanti e indietro. Un sibilo sinistro, poi i passi cominciano ad avvicinarsi sempre di più, affrettati, decisi.
Quando il rumore cessa, Hermione sa che l'uomo è dietro la sua porta e le sue viscere si contraggono per la paura.
L'uscio si spalanca all'improvviso, schiantandosi contro il muro.
Non è l'impatto a farla trasalire, però.
Sono la pelle bianca dell'uomo, il suo volto da serpente, le iridi rosse e verticali a gelarle il sangue nelle vene.
"Ci incontriamo di nuovo, Sanguesporco" sussurra Voldemort con una voce mortalmente calma, mentre Nagini entra strisciando e si avvicina a lei.
Hermione comincia a tremare e fatica a trattenere un grido di terrore.
"Sei stata brava, devo riconoscerlo. Hai resistito alle torture di Bella, sei riuscita a ingannarla... hai quasi convinto anche me."
Gli occhi di Hermione non riescono a staccarsi da Nagini, che la fissa famelica.
"Devi ringraziare i tuoi amici, se sono qui da te. Oggi hanno rubato qualcosa di mio" riprende Voldemort con la sua voce fredda e serpentina. "Qualcosa a cui tenevo molto, Sanguesporco."
È allora che Hermione capisce. Voldemort sa.
"Una piccola coppa, Sanguesporco. Oh, non una qualsiasi: la Coppa di Tosca Tassorosso. Tu ne hai sentito parlare, non è vero?" domanda lui con voce che gronda miele e veleno.
Se Nagini non fosse a pochi centimetri dalle proprie gambe nude, forse Hermione si ricorderebbe di gioire perché un altro Horcrux era stato distrutto.
Si limita invece a scuotere la testa con foga, troppo spaventata per negare a parole.
"Non mentire al Signore Oscuro!" esclama Voldemort, facendo trapelare per la prima volta la sua rabbia. Poi sembra imporsi di tornare calmo. "Scoprirò la verità in ogni caso, Hermione Granger, ma sarebbe molto più redditizio per entrambi se tu cominciassi a parlare."
Hermione geme, terrorizzata, ma serra le labbra secche tra i denti pur di tacere.
"Bene" dice Voldemort, con una nota di fastidio nella voce. "Sciocca, ingenua ragazza... Anche Lily Potter rifiutò la mia offerta, sai? Ma presto suo figlio morirà e i vostri sacrifici saranno stati vani."
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Le mie prigioni
Fanfiction{Dramione} Immaginate che Dobby abbia trasportato Ron lontano da Villa Malfoy prima che lui riuscisse a salvare Hermione. Immaginate che la morte dell'elfo l'abbia quindi condannata a rimanere prigioniera nel maniero. Riuscirà la ragazza a resistere...