Primo incontro

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La vita: quel qualcosa che ci viene donata e molti di noi la sprecano perdendola.
Ero una normale ragazza che frequentava il secondo superiore. Be' cosa potrei mai dirvi,non avevo amici per un solo e semplice motivo. Sin da piccola i miei occhi avevano sempre visto cose fuori dalla norma. I fantasmi. Almeno pensavo, perchè nessuno riusciva a vederli. Forse dopo questo non sembravo più così normale. Comunque sia, le persone mi evitavano, mi ignoravano e se si accorgevano della mia presenza mi giudicavano. Ma ormai ci avevo fatto l'abitudine, anche se volevo tanto trovare almeno uno come me. Mi ero stancata di essere l'unica persona che riusciva a vedere questi mostri. Già, erano dei mostri. Alcuni di loro sembrano piccoli e buoni ma, come tutti gli altri portano le persone disperate alla morte. Una cosa terribile, che avveniva spesso davanti ai miei occhi e io ogni volta non sapevo cosa fare.Comunque sia, oltre al fatto di vedere i fantasmi, la mia vita era completamente normale. Avevo una famiglia, andavo a scuola e le solite cose. Delle cose che mi mancano erano l'amcizia e il voler un ragazzo. Si,avete capito bene, non volevo un ragazzo. Tanto alla fine mi avrebbe presa per pazza.
"Signorina Yume? La prego venga alla lavagna" Mi ero nuovamente dimenticata di stare a scuola. Passare 5 o 6 ore in quell'inferno ad ascoltare le chiacchiere inutili dei prof mi annoiava. Infatti, molto spesso, mi incantavo a guardare fuori dalla finestra . Io lo trovavo magnifico, perdersi tra i pensieri mentre osservi il cielo, qualunque sia il tempo, mi rilassava.
Dopo essere tornata al mio posto, riguardai fuori dalla finestra e qualcosa attirò la mia attenzione . Si avvicinava sempre di più alla nostra scuola, sempre di più alla mia classe... Poi mi resi conto che era uno di loro. Così mi alzai di scatto e,mentre il prof mi riprendeva, quel fantasma ci attaccò. Le finestre si ruppero e alcuni pezzi di vetro mi tagliarono. Nessuno riusciva a capire cosa stesse accadendo, così entrarono nel panico ma riuscirono a fuggire. Io invece rimasi immobile, le mie gambe non facevano alcun movimento, tremavano solamente. Quel mostro entrò completamente in classe e mi notò così incominciò ad avvicinarsi . Il loro corpo era come quello degli esseri umani, con braccia gambe, ma non era ben definito. Avevano due occhi privi di conoscenza e, ovviamente, una bocca. Quel "coso" continuava ad avvicinarsi e, quando tutto sembrava ormai finito , un ragazzo apparve con un'enorme spada. Era magnifica, aveva una lama doppia e bella grande e il suo manico d'orato, si attorcigliava ad essa come una radice. "Tch, brutto bastardo. Invece di venire da me, attacchi una scuola. Che str***o" disse il ragazzo.
Dopo quelle parole, impugnò per bene la spada e attaccò il fantasma. Dopo vari tentativi, il ragazzo gettò il mostro sopra un albero, che lo fece rompere, e lo uccise. Da lì uscì una luce accecante e il fantasma sparì. Rimasi sconvolta e in più avevo del sangue che mi colava e bruciava.
"Guarda cosa ha combinato quell'ayakashi"disse il ragazzo "Adesso mi tocca eliminare un po' di memoria ad alcune persone"
Ero ancora in una fase shock, ma riuscì a parlare. "S-scusami...ma...ma cosa è successo e chi sei tu?"chiesi balbettando.
Il ragazzo prima mi guardò con stupore e poi si avvicinò a me.
"Tu puoi vedermi?" chiese incredulo
"Be' si, mi sembra ovvio" risposi.
Mi fissò per un po', poi si accorse della mia ferita. Così s'inginocchiò e prese delle bende per fermarmi il sangue. Lì lo notai bene. Aveva dei capelli neri e molto corti. Ma la cosa che mi colpì maggiormente, erano i suoi occhi. I suoi occhi avevano un color grigio perla magnifico. Li fissai per un po', fin quando non finì di fasciarmi.
"Ecco fatto" disse
"Grazie" risposi timidamente "Scusami,puoi dirmi chi sei?"
Così il ragazzo si alzò e io feci lo stesso.
"Non ti preoccuparti è solo un brutto sogno" rispose.
Mentre proprio stavo per riproporgli la domanda, svenni. Al mio risveglio, la testa mi faceva male e mi sentivo confusa. I miei compagni di classe erano tutti lì che parlavano. Mi resi conto, poi, che ero stesa sul pavimento . L'insegnante era vicino a me che continuava a ripetere "Va tutto bene, si è svegliata" Anche se il suono della sua voce era distante. Per un attimo pensai di essere svenuta e di aver vissuto un brutto sogno. Ma non era così. Avevo le braccia fasciate e c'era del vetro sparso sul pavimento.
"Cos'è successo?" chiesi
"Un albero ha ceduto e ha colpito la classe" mi rispose l'insegnante "Ma adesso è tutto finito"
Non riuscivo a credere a quelle parole.La mia mente era confusa riuscivo a ricordare solo il dolore delle ferite e due occhi grigi perla. Mi ero stancata troppo e così lasciai perdere, almeno per quel giorno. Tornammo tutti a casa prima e mentre ero in macchina le parole "È tutto finito" echeggiava nella mia testa. Però sentivo che niente era finito, ma solo iniziato.

Un passo dalla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora