"Yume...dove sei? Yume!"
"Rivaille..."
Tin tin tin.
Cos'era quel suono. Non mi era familiare. Ma era così dolce. Dove mi trovavo?
"Yume!" Mi svegliai di scatto con il fiatone come se avessi corso fino allo svenimento. Mi guardai attorno. Mi trovavo su un letto bello grande, di fronte a me vi era una scrivania e alla mia destra una finestra ampia. La carta da parati era lilla con dei ornamenti in oro e il parquet di un bel rosso scuro. Sentii di nuovo quel suono. Mi alzai dal letto barcollando e aprii la porta. Non sapevo dove andare così mi limitai ad inseguire il suono. Aprii la porta e trovai un divano rosso con una ragazza davvero bella.
"Lei è qui" disse. Dopo di che un ragazzo si alzò dal divano fiero di se.
"Ti sei finalmente svegliata" disse sorridendo.
"Scusi, ma lei chi è? E dove ci troviamo?" chiesi confusa.
"Perdonami mia cara io sono Kin. Tu?" disse.
Mia cara? Ma se neanche lo conoscevo. Era un tipo troppo confidenziale. Non sapeva neanche il mio nome.
"Io sono Yume" dissi.
"Yume, che bel nome. Ti si addice, dopo tutto il tempo che hai passato a dormire"
"Cosa vuoi da me?" dissi freddamente.
"Sei fredda. Voglio solo dirti che mi piaci, piccoletta"
Rimasi a bocca aperta. Cosa aveva appena detto?! Sta parlando proprio con me. No impossibile, sta scherzando. La ragazza mi prese in braccio e mi sistemò sul divano e Kin ci raggiunse. Ci portò qualcosa da bere e io accettai senza problemi. Notai che la ragazza portava al collo un nastrino con un campanellino, tipo un gatto.
"Lei si chiama Bell. È la mia serva e arma" disse Kin.
Il ragazzo appoggiò il suo braccio sulle mie spalle, neanche se ci conoscessimo da tanto tempo. Poi mi prese per il mento e incominciò a fissarmi. Aveva i capelli neri con qualche riflesso blu e corti fino alla spalla. La cosa più strana erano i suoi occhi. Erano d'orati come quelli di un gatto. Secondo me aveva qualche fissa per i felini. Mi allontanai da lui.
"Non mi hai risposto prima, dove ci troviamo?" dissi per cambiare la situazione.
"Siamo nella Terra di Bright, mia cara. Che ne dici, ci facciamo un giro?"
Lo guardai scioccata. Cosa diamine ci facevo lì? Neanche il tempo di ragionare che quello svitato mi prese per mano e mi portò fuori dalla sua dimora. Incominciammo a passeggiare per le vie di quella città. Le strade erano molto larghe e pulite, le case erano grandi e ben sistemate. Sembrava di stare in un tipico quartiere toscano o nipponico. Però ,come al solito, gli abitanti mi guardavano male oppure era invidia. Non lo sapevo neanche io. Kin continuava a sorridere a tutti con quei suoi occhioni gialli e ogni tanto si aggrappava a me come una liceale con il suo adorato fidanzatino. Una scena disgustosa direi. Bell si limitava a camminare al fianco del suo padrone e ogni tanto mi fulminava con lo sguardo. Cosa potevo farci, tutti quanti mi odiavano senza che io facessi niente. Alla fine ci sedemmo su di una panchina in un parco.
"Dimmi, perché mi hai rapita?" chiesi esausta di quella situazione.
"È da un po' di tempo che sento questo potere strano che mi attirava. Ho girato per tutta Bright ma non ti ho trovata. Poi l'altro ieri mentre stavo sulla Terra, per uccidere un ayakashi, ho sentito il tuo potere farsi sempre più vicino a me e ti ho trovata. Così ho deciso di portarti via."
Un potere? Deve essersi accorto della mia trasformazione in un mezzo Shinigami. "Dimmi sei uno Shinigami, vero?" mi chiese.
"Si" risposi seccamente.
"L'ho notato dal tuo comportamento qui. Dimmi come sei morta Yume?"
Questo tipo non riusciva a capire che io fossi ancora viva?
"Non ricordo" dissi disperata.
"Capisco, a volte capita. Ma tu non hai un arma, quindi sei morta da poco."
"No io in realtà..."
"Non ti preoccupare. Chiedo il permesso all'Angelo Supremo così andremo nella città di Death per trovarti un arma" disse.
Quel tizio mi sembrava un vero idiota. Mi prese nuovamente per mano e mi fece correre per tutti i quartieri finché non arrivammo nell'enorme palazzo del Supremo. Era fatto di marmo bianco con enormi finestre, sempre con un ornamento in oro qua e la. All'interno vi erano specchi ovunque e il pavimento era di vetro. Vi erano varie statue con la loro impeccabile perfezione e i soliti quadri dove venivano raffigurati angeli con le loro ali maestose. Arrivati davanti alla porta, Kin la spalancò senza problemi. Vi era un uomo seduto vicino ad un tavolo di marmo dove delle piante s'intrecciavano alle quattro gambe. Mi venne quasi un colpo quando lo notai bene. Era uguale allo Shinigami Supremo tranne per i capelli lunghi e biondi e i suoi occhi color del ghiaccio. E non dimentichiamoci delle sue ali bianche con qualche piuma argentata. Con un sorriso, che non vorrei ricordare, ci fece sedere con lui. Verso del thè ma io rifiutai dato che odiavo quella bevanda.
"Dimmi Kin, lei chi è?" chiese con una voce così sottile.
"Mi scusi Angelo Supremo, lei è Yume."
"Piacere" dissi ormai stanca di essere presentata a tutti.
"Sei uno Shinigami, vero?" disse con un piccolo sorriso.
Temo che anche questo tipo sia stupido. Tra l'altro fa le stesse cose dell'altro fratello: sorride spesso come un idiota, fa i stessi gesti.
"Avvicinati" disse. Feci come richiesto e lui mi bloccò entrambe le mani con la mano destra e con la sinistra alzò la mia felpa. Agitata tentai di fermarlo. L'alzò di poco e vide la mia cicatrice.
"Sei morta con un colpo di spada? Che cosa strana. Sento però di riconoscere questa arma che ti ha colpito, mi è familiare. Hai anche un potere magnifico, cosa avrà combinato mio fratello con te per averti resa così. In quale notte di Luna piena sei nata? Dimmi non ti piacerebbe diventare un Dio, potresti stare al mio fianco." Disse ridacchiando come al solito.
Mi allontanai bruscamente da lui e con la testa feci di no.
"Capsico, ma non credo che mi arrenderò. Comunque Kin, perché sei qui?" chiese "Volevo avere il vostro permesso Sommo Angelo per andare nella Città di Death."
"Vuoi un'altra arma? Hai già Bell e mi sembra molto potente" disse innervosito.
"In realtà volevo semplicemente aiutare Yume a cercare un'arma, dato che è nuova" "Che cosa patetica" disse ridendo rumorosamente. "Va bene, ti concedo di andare nella Città di Death con Ryuu."
L'Angelo ci accompagnò fino alla porta e ci salutò con uno sguardo malizioso. Arrivammo in questo edificio di pietra e un uomo ci affidò un drago. Rimasi sbalordita dalla bellezza di quell'essere: era di un bel verde e più ti avvicinavi alla coda più il suo colore diventava di un blu meraviglioso. Aveva due ali magnifiche.
"I draghi esistono veramente" dissi sbalordita dall'idea.
"Già, anche loro sono invisibili all'occhio umano. Peccato che siano rari." Disse Kin. Salimmo sul drago. Avevo un po' di paura ma mi feci coraggio. L'essere mistico si alzò in volo sbattendo le ali prima lentamente poi sempre più velocemente. Mi tenni ben stretta a lui. Durante quel "viaggio" ricordai le parole dell'angelo Supremo che mi lasciarono perplessa.
"Bell prima il Supremo ha parlato di una notte? Non è che sai qualcosa al riguardo?" chiesi.
"Si riferiva alla notte della Luna piena. In questa notte possono nascere uno o due persone in tutto il mondo ed entrambi sono molto speciali e possono avere un potere, ma dipende dal tipo di Luna. Kin è un esempio. È nato nella notte della Luna d'orata. Per questo motivo i suoi occhi sono di quel colore e ha uno spirito molto forte." Disse. Arrivammo, finalmente, nella città di Death. Incominciammo a girare nei dintorni per trovare un'arma ma io ero lì solo per cercare Rivaille e compagnia. Kin mi proponeva vari ragazzi e ragazze ma io rifiutavo sempre.
"Bell anche tu sei nata in una di queste notti?" chiesi curiosa.
"No, io non ho niente a che fare con tutto ciò"
"Come hai conosciuto Kin?"
"Non sai farti i fatti tuoi, vero? Comunque io e Kin ci conoscevamo già sulla Terra. Un giorno dei teppisti mi presero e lui venne a salvarmi. Quei tizi ci spinsero verso la strada e proprio in quel momento un camion stava passando da quelle parti e ci uccise. Non sono riuscita neanche a proteggere l'unica persona che amavo veramente" mi disse con un tono amaro.
"Mi dispiace, sai Bell a me non piace per niente Kin quindi puoi anche smetterla di guardarmi così e pensare molto di più a lui. Oppure lo perderai di nuovo"
La ragazza mi guardò con gli occhi lucidi e tentò di dire qualche parola ma era troppo triste per farlo. Kin era tornato da noi rassegnato. Così ci sedemmo su di una panchina un po' sfasciata.
"Questa città è terribilmente diversa da quella di Bright. Qui è tutto in rovine tranne le abitazioni vicino al palazzo." Disse il ragazzo.
"Kin c'è qualcuno qui!" urlò la ragazza. Il ragazzo fece trasformare Bell in un'arma meravigliosa: nel manico argentato vi era incastonata una piccola campana e la lama era affilata ma non molto grande. Davanti a noi apparse un ayakashi. Cosa ci faceva uno di loro nella città? Kin con un semplice gesto lo uccise ma subito fu attaccato da qualcuno. Il rumore delle spade cessò subito.
"Rivaille?" disse Kin.
"Tu sei Kin"
"Allora sei ancora vivo!" disse.(anche se questa frase era strana da dire per persone come loro)
"Yume!" Aki corse verso di me e mi abbracciò ma si scostò velocemente dall'imbarazzo. Anche Kou si ritrasformò e venne ad abbracciarmi. Ero davvero felice di rivederli. "Come mi avete trovata?" chiesi.
"Abbiamo usato un ayakashi che vengono presi per casi del genere, dato che hanno un buon olfatto" mi spiegò Kou.
Rivaille si avvicinò a me e mi diede un pugno sulla testa, come l'ultima volta.
"Idiota, ci hai fatto preoccupare!" urlò il ragazzo.
"Kin perché lei è qui con te?"
"L'ho rapita. Devo dire che mi piace il suo potere, secondo me potrebbe purificare un'aurea maligna" disse.
"Mi dispiace ma non ti lasceremo Yume. Lei non è neanche morta" disse Rivaille. Spiegammo tutto a Kin e lui rimase sbalordito dalla cosa. Dopo di che capì che non potevo restare con lui e mi lasciò.
"Yume io non rinuncerò a te, saresti perfetta per quella tecnica" disse Kin.
"Io rinuncerei, hai di meglio" dissi guardando Bell.
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Un passo dalla fine
FantasyUna semplice ragazza di nome Yume vedrà la sua vita sconvolta dalla presenza di Shinigami e Dei. Tra piccole avventure e avvenimenti, Yume riuscirà a scoprire l'amicizia, l'amore ma anche la tristezza e la follia che porta le persone ad abbandonare...