Disaccordo

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"Aki...Aki"
"Cosa vuoi stupida" mi rispose.
"Alzati. Devo andare a scuola e tu devi seguirmi"
Le mie giornate ormai le passavo in quel modo. Aki mi trattava male ed era sempre molto antipatico. Mi chiedevo se non fosse lui la vera arma di Rivaille. Quei due, come al solito, non mi avevano detto niente su cosa dovrei fare con quel ragazzo. Per il momento dorme con me e ogni volta che andiamo a dormire, il giorno seguente mi ritrovo stesa sul pavimento. Quel moccioso. Avevo passato giornate intere a capire chi fosse e alla fine vengo ripagata con un ragazzino poco socievole. Che disgrazia, intanto era l'unico che poteva aiutarmi se un ayakashi decidesse di attaccarmi. A scuola sembrava anche più irrequieto. Le prime ore era ancora assonato, quindi si sedeva per terra vicino al mio banco e dormiva. Sinceramente non pensavo che avessero bisogno di dormire o mangiare, erano pur sempre morti. Era incredibile la fame che avesse quel moccioso. Dovevo portarmi una scorta di cibo oppure avrebbe incominciato a dare fastidio, non solo a me, ma anche alle altre persone. A proposito di fastidio, ecco che incominciava. Quando si era stancato di stare seduto, si alzava e girovagava per la classe. Ogni tanto punzecchia i miei compagni, oppure gli faceva il solletico. Molti di loro, per via di Aki, avevano preso dei rapporti. Dopo il suo giretto, toccava all'insegnante di turno. E quel giorno aveva deciso di prendersela con la professoressa meno simpatica: quella di scienze. Era una donna molto severa, con noi non scherzava mai. Aveva i capelli castani che le arrivavano giusto alla spalla. Non aveva mai fatto un giorno di assenza e le sue lezioni erano pesantissime. Non riuscivamo mai a capire niente.
Aki prese dei fogli da dentro il cestino della carta, li appallottolò per bene e incominciò a lanciarli. I miei compagni iniziarono a ridere sottovoce.
"Fate silenzio!" urlò.
Tutti quanti si calmarono ma Aki non voleva che quel silenzio regnasse. Così prese altri fogli di carta e in più dei gessetti. Non ne potevo più di quella scena, non che mi importasse della prof. Mi dava fastidio il comportamento di quel moccioso. Così mi alzai e urlai.
"Adesso basta!"
La classe era sconvolta, non avevo mai fatto una cosa del genere.
"Signorina Yume" gridò "Esca da questa classe e veda di calmarsi"
Ero diventata rossa per via della mia timidezza. Ma quando uscì fuori portai con me Aki e andammo al bagno delle ragazze. Non che mi piacesse tanto l'idea di portarlo lì. Controllai che non ci fosse nessuno.
"Idiota!" gli urlai contro.
Lui mi guardava con una faccia da strafottente.
"Mi spieghi perché devi fare sempre così. Potevo essere sospesa per colpa tua"
Si fece una piccola risata
"Tanto che fa. Per tutte le volte che ti distrai, verrai sicuramente bocciata" mi rispose. Alzai la mano, volevo picchiarlo ma non mi sembrava il caso.
"Sei solo una sfigata. Tra tante persone mi sei capitata proprio tu e sei pure un umana." Dopo quelle parole se ne andò e io rimasi nel bagno. Mi sentivo davvero una stupida. Ma perché si comportava in quel modo con me? Cosa gli avevo fatto, gli sono stata sempre vicina e avevo sempre cercato di accontentarlo. Perché mi odia?
"Idiota...". Alzai lo sguardo e vidi Rivaille. Urlai lanciandogli contro un rotolo di carta. "Pervertito!" continuai ad urlare.
"Ma sei scema. Cosa credi che sia venuto qui per spiare le ragazze!"
"Che cosa ne so io, potresti essere capace. Poi avresti potuto far venire Kou" dissi
"Kou sta controllando se un ayakashi è nei paraggi. Io sono venuto qui per vedere la situazione tra te e Aki" disse
Abbassai lo sguardo.
"Lo immaginavo" disse.
Lo guardai sorpresa
"Anche a te è successa la stessa cosa?" domandai.
"Certo che no. Quando ho incontrato Aki per la prima volta ho visto un forte disprezzo e sentivo che tutto questo odio sarebbe ricaduto su di te, Yume"
"Già...me ne sono accorta, ma non capisco il perché..." dissi.
"Yume devi capire che noi siamo morti. La nostra anima è rinata. Possiamo sentire dolore, anche se di meno rispetto a qualsiasi umano, abbiamo fame, proviamo ancora sentimenti e tra questi il principale è l'odio. Potremmo anche vivere come una persona normale ma ci sono due problemi: il primo è che dobbiamo mietere le anime, il secondo è che siamo difficili da notare. Anche se ci notano dopo si dimenticheranno di noi. Tu Yume fai d'eccezione perché hai questo potere speciale e stai a contatto con Aki. Siamo ormai destinati a rimanere soli. Alla fine non è così bello rivivere."
Il mio cuore si strinse nel petto dalla tristezza. Non avevo mai sentito Rivaille fare un discorso del genere, non che ci conoscessimo da sempre. Penso di aver giudicato un po' male questo ragazzo. Che sguardo triste. Chissà come sono morti. Sono tutti quanti così giovani.
"Credo che devo chiedere le mie scuse a quel moccioso" dissi.
"Già, però devi essere più forte di lui oppure non ti ascolterà mai. Quel ragazzo fa tanto il prepotente, ma ci tiene a te."
"Rivaille!" urlò una voce femminile.
"Kou...cosa succede?!"
"Un ayakashi...muoviti" rispose
"Subito...Vieni Kou!" Così la ragazza si trasformò in una spada enorme e sempre più bella.
"Yume non seguirci" mi disse Rivaille.
Senza neanche ricevere la mia risposta se ne andò. Inizialmente stavo pensando di dargli ascolto, ma volevo far capire ad Aki chi comanda veramente. Così corsi a cercarlo. Lo cercai per tutto il secondo piano, dove si trovava la mia classe ma lui non c'era. Scesi al primo ed eccolo che cercava di rompere il distributore per rubarsi qualche merenda. "Aki!" urlai.
"Hai smesso di piangere?" mi rispose
"Non ho mai pianto stupido...adesso vieni c'è un ayakashi"
"Io non vengo, finirei solo col farmi male"
Che rabbia che mi faceva quel ragazzo. Poi mi venne in mente come Rivaille fece trasformare Kou in un arma.
"Aki vieni" provai senza alcun risultato.
"Che stupida non riesci neanche a richiamarmi" disse ridendo con piacere.
Le sue parole mi irritavano, ma non per questo decisi di arrendermi. Così riprovai.
"Aki... VIENI!" Usai tutta la mia volontà e lui si trasformò. Notai che il collaboratore scolastico mi stava guardando.
"Ma cosa diavolo stai facendo..." mi disse sconvolto.
"Non si preoccupi è..è..è solo un trucco di magia" gli risposi.
"Ma quante str***ate dici con quella bocca" mi disse Aki.
Così corsi all'esterno. L'ayakashi stava proprio davanti la mia scuola. Rivaille stava combattendo senza alcun problema, ma io volevo aiutarlo. Notai che il mostro aveva posseduto un ragazzino e in mano aveva un coltello e tentava di uccidere altre persone. Decisi di fermare per prima il ragazzo, mi sembrava la cosa più logica. Gli andai incontro e senza esitare mi puntò il coltello verso il cuore, ma non mi colpì. Potevo usare Aki solo come difesa, non potevo di certo ucciderlo. Era terribilmente agile e se non avessi trovato qualcosa per tenerlo fermo al più presto, mi avrebbe uccisa senza pietà. Prima di tutto dovevo prendere quel coltello. Iniziai col levarglielo di mano ma mi procurai, come al solito, una bella ferita che bruciava. Così decisi di colpirlo. Gli diedi un pugno nello stomaco per poi colpirlo con il manico della mia katana. Il ragazzo svenne. Non molto distante da me c'erano delle corde, così le presi e lo legai per bene, sperando che lo trattenessero per un po'. Nel frattempo Rivaille continuava ad attaccare il mostro e io andai ad aiutarlo.
"Yume...vattene è pericoloso!" urlò.
"No...farò vedere a questo moccioso chi comanda!" risposi.
"Dannata" disse sottovoce Rivaille.
Impugnai per bene Aki e attaccai. L'ayakashi con la sua mano mi gettò via come se fossi un moscerino. Ero ancora più infuriata di prima, stavo pensando a come quel marmocchio mi avrebbe presa in giro. Sentii come se una forza mi stesse avvolgendo. Mi rialzai e con tutta la mia rabbia colpì il mostro, facendo un enorme squarcio. Rivaille con un colpo decisivo lo tagliò in due e una luce uscì da lì. Nel frattempo il ragazzo riprese conoscenza. Tutti, compresa me, rimasero senza parole per quello che era appena successo. Da dove proveniva tutta quella forza?

Un passo dalla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora