Capitolo 2

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Più si avvicina la macchina, più forte batte il mio cuore.

È come se mi stesse per uscire dal petto.

Forse la mia è una decisione troppo impulsiva, ma in questo momento mi sembra quella più giusta che io abbia preso in tutta la mia vita.

Mi allontano dal marciapiedi per poter prendere una rincorsa.

Faccio quello che sará il mio ultimo sospiro.

Quando l'auto è sufficientemente vicina chiudo gli occhi, cercando di focalizzare nella mia mente l'angelico viso del mio Ethan e inizio a correre.

Lacrime scorrono ininterrottamente sul mio viso e ho una forte scarica di adrenalina.

Ma ad un tratto qualcuno mi afferra per la vita e mi tira indietro, fermando cosí la mia corsa e  rovinando il mio piano.

Apro gli occhi di scatto e vedo scomparire il mezzo che doveva decratare la mia fine.

Cerco di dimenarmi dalla sua presa ma non ci riesco.

Chiunque sia è troppo forte.

<<Lasciami, lasciami!>> urlo in lacrime.

<<Non finchè non ti calmi>> dice una profonda voce maschile.

Continuo a dimenarmi, ma lui mi tiene stretta a sè.

Capendo di non avere alternative, mi arrendo.

Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi regolando il mio respiro.

Immagino di essere seduta su uno scoglio a guardare il mare.
Il vento che mi scompiglia i capelli.
I gabbiani che volano liberi nel cielo.

Un senso di pace si impossessa di me e
ad un tratto il battito del mio cuore si regolarizza e smetto di piangere.

Immagino sempre questo quando ho una crisi e ogni volta ha un effetto calmate su di me.

Apro gli occhi e tolgo delicatamente le mani dello sconosciuto dalla mia vita.

Lui non ha opposto resistenza, capendo che ormai sono tranquilla.

Appena mi giro incontro lo sguardo preoccupato di un ragazzo dai folti capello neri.

Incatena i suoi occhi azzurri ai miei verdi, ormai rossissimi a causa del pianto.

<<Ero seduto su una panchina non molto distante da qui, e ti ho vista correre in lacrime. Ho subito capito che eri in preda ad una crisi e così ho deciso di seguirti.-si passa la lingua sulle labbra-Se non l'avessi fatto...>> dice passandosi una mano tra i capelli e scuotendo la testa.
Facendomi capire che sta stava immaginado quello che mi sarebbe successo.

Lo guardo incapace di parlare.

<<Stavi per fare una cazzata>>mi rimprovera.

Dopo queste parole inizio a singhiozzare e le lacrime riprendono a rigarmi le guance.

Non posso ribattere, poichè ha ragione.
Stavo davvero per fare un grandissimo errore.

Non riesco più a reggere il suo sguardo di rimprovero.

Così instintivamente scappo via, correndo velocemente.

Quel ragazzo oltre che per pazza, mi avrá anche presa per stupida.

Scorgo in lontananza un parco e mi dirigo verso esso .

Meno male occhi azzurri non mi ha seguita.

Mi distendo su una panchina e guardo il cielo stellato.

Mi stavo davvero facendo investire da una macchina?

Durante le mie crisi ho sempre desiderato di morire, ma non ho mai provato a togliermi la vita davvero.

A mente lucida questo pensiero non mi ha mai sfiorata.

Ma questa volta sono stata sopraffatta dal dolore.

Se quel ragazzo non mi avesse fermata in tempo a quest'ora non sarei qui.

Non voglio nemmeno pensare alla reazione di mia madre quando sarebbe venuta a saperlo.

Le sarebbe crollato il mondo addosso.

Stavolta ho superato il limite.

Non deve più succedere una cosa del genere.

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