Non avere paura.||newtmas

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Avevo 5 anni quando conobbi Newt, era il mio vicino di casa a quei tempi.
Eravamo inseparabili, come fratelli, nessuno poteva dividerci e nessuno ci provava.
Con lui condividevo tutto, abbiamo fatto tutto insieme, imparato ad andare in bici, letto il primo libro, giocato per la prima volta alla play.
Ho suonato per la prima volta la batteria, il mio strumento musicale preferito, se non fosse stato per lui che mi obbligó a suonare non sarei mai entrato a far parte di una piccola band, gli "Stay Strong".
Abbiamo persino dato il nostro primo bacio in contemporanea.
Non me lo dimenticherò mai, Teresa, la mia prima cotta, una dolce ragazzina di 12 anni con i capelli lunghi e neri come le pece, gli occhi grandi di un colore blu intenso e un sorriso che toglieva il fiato.
Ovviamente come tutti i primi baci fu disgustoso e anche un po' impacciato, non é stato diciamo l'illuminazione della mia vita.
Tutti si aspettano i canti angelici e un non so cosa di magnifico quando si da il primo bacio, in realtà é un miscuglio tra imbarazzo e saliva, nulla di speciale purtroppo.
I veri baci sono quelli che si danno dopo, quelli che solo pochi sanno dare e ti sanno far provare.
Anche Newt, con una certa Tessa ebbe la stessa reazione, e per entrambi fu una enorme delusione.
Con lui non avevo nessuna vergogna, molto probabilmente sapeva molte più cose lui di me che io stesso.
Mi fidavo ciecamente, niente andava storto tra di noi.
Fin quando non arrivó il 4 ottobre. Quel giorno iniziò la mia vera vita. Non ero più un ragazzino e successe esattamente ciò che non avrei mai pensato potesse accadere.
****
10 settembre ore 7:00
*la canzone "In the end" dei Linkin Park irrompe nella camera*
《Maledetta sveglia!》 Esclamo mentre prendo il telefono sul comodino per spegnere quella rumore assordante che un tempo era la mia canzone preferita.
É pazzesco come le cose più belle al mattino sembrano così fastidiose.
Senza pensarci troppo metto la testa sotto il cuscino cercando di non pensare al fatto che la scuola sta davvero per cominciare.
《Thomas! Alzati é tardi!》 Sento le grida di mia madre provenire dalla cucina, é insopportabile quando urla e pur di non sentirla mi faccio forza e cerco di uscire dal dolce calore che il letto mi offre ogni notte.
"Dovrebbero legalizzare il matrimonio tra persone e letti" penso tra me e me.
Infilo i piedi freddi nelle ciabatte di stoffa e con un movimento goffo cammino verso il bagno, é la stanza affianco alla mia, quindi ci metto solo pochi secondi per arrivare.
La prima cosa che faccio é lavarmi via la stanchezza dalla faccia, ho i capelli completamente arruffati, cerco in qualche modo di sistemare l'enorme massa informe nera che ho in testa.
Non ho nessuna voglia di farmi bello e neanche di pensare troppo a cosa mettermi, così tornando in camera scelgo dei semplici jeans e una maglia nera.
Prendo il piccolo zaino che ho sulla sedia della mia scrivania, infilo al suo interno qualche quaderno e corro in cucina per prendere almeno una tazza di caffè.
Come al solito sono in ritardo, e ovviamente per la fretta mi ustiono le labbra con il liquido nero bollente.
Ormai ci sono abituato accade tutte le mattine, e credo di averci fatto il callo.
Prendo subito la felpa e dopo un saluto generale esco di casa sbattendo la porta.
Il bus é già fuori ad aspettarmi, é una mattinata calda e tranquilla, sento il cinguettio degli uccelli appena svegli e mi rilasso per qualche secondo.
È proprio vero che l'aria del mattino ti rigenera.
Dopo aver scelto il posto sull'autobus mi metto le cuffiette e inizio a pensare ad almeno tre cose positive con l'inizio della scuola:
1-rivedo Newt dopo 2 mesi, mi manca tantissimo, é stato tutta l'estate dagli zii a Londra, sincermente neache pensavo potesse mancarmi così tanto.
2-inziano party e feste, il che vuol dire diverteminto e ragazze.
3-non credo ci sia una terza...
Arrivo a destinazione nel bel mezzo di una delle canzoni che amo, a malincuore mi tolgo le cuffiette e scendo dal veicolo.
Ad aspettarmi vedo già un biondino magro con un sorriso enorme spalmato in faccia.
《Pive vuoi muoverti o no a scendere da quel coso sono due mesi che aspetto un tuo abbraccio!》
Ci chiamiamo "Pive" da quando abbiamo 6 anni, lo abbiamo sentito in un film e ci è piaciuto talmente tanto da usarlo come soprannome.
Cerco di farmi spazio tra la folla per andare verso di lui.
《Ecco l'inglesino! Allora mi hai riportato un po' di tè?》
Scoppia a ridere e senza rispondere mi prende fra le sue braccia con una stretta di ferro.
Mi mancavano i suoi abbracci, benché sia così esile ha una forza pazzesca e molto spesso, anzi quasi sempre, mi stupisce.
《Mi dispiace niente tè, ma forse nel mio zaino potrebbero esserci una maglia e un libro che un ragazzo desidera tanto》
Al sentire quelle parole mi si ferma il cuore. Davvero? Mi ha davvero preso la maglia dei linkin park e il libro di Maze Runner?
Sono le cose che desidero di più, non le trovo da nessuna parte nella nostra piccola cittadina.
Spalanco gli occhi e lo guardo.
《Sei serio amico?》
Fa un sorrisetto e con un gesto veloce prende dalla borsa i due oggetti.. ed erano esattamente loro.
Lo abbraccio con tutta la forza che ho in corpo.
《non potevi farmi regalo migliore.》
Gli dico a bassa voce nell'orecchio.
《Il regalo migliore per l'amico migliore, mi sei mancato Tommy. 》
Mi sento bene stretto a lui, non so cosa farei se qualcuno me lo portasse via.

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