Strane notizie

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(corretto)

Aprii gli occhi e il mal di testa si fece più forte. Mugugnai.
Non ricordavo niente di quella sera che andasse oltre al gioco ricco di alcolici. Indossavo ancora i vestiti della scorsa sera, così decisi di alzarmi e fare una doccia. Mi stiracchiai e toccai con il braccio qualcuno. Sobbalzai per lo spavento. Accanto a me c'era Jack. Un brutto pensiero invase la mia mente.

Si sveglió e mi lanciò un'occhiataccia.
«Scendi subito dal mio letto.» Gli dissi
«Cinque minuti». Si lamentó lui.
Lo spinsi giù dal letto. Come aveva fatto ad arrivare a casa mia e per giunta nel mio letto?
«Dimmi che io.... tu..... noi non..» iniziai a balbettare. Era impossibile, ero ancora vestita.
«Ieri sera sembravi un cadavere e io non amo particolarmente la necrofilia, stai tranquilla.»
Si alzó e si sedette sul letto con una smorfia.
«Come sei finito qui?» Chiesi
«Ieri siamo tornati troppo tardi e volevi aiuto per salire in camera. E poi hai detto che se me ne fossi andato ti saresti messa ad urlare..» fece spallucce.

Arrossii all'istante, non potevo averlo fatto sul serio.
«Se qualcuno si accorge della tua presenza sono morta»
Lui rise e raggiunse la porta.
«Me ne stavo giusto andando.» Mi sorrise e aprì la porta.
Lo seguì timidamente fino all'ingresso.
Per fortuna non c'era nessuno, tranne Ian che mi guardó infuriato. Prima che potesse parlare, sbuffai e salii in camera.

Mi guardai allo specchio e arrossii: il mio aspetto non era dei migliori, i miei capelli sembravano quelli di una vecchia pazza ed il trucco era sbavato. In meno di due giorni avevo fatto troppe brutte figure davanti a Jack. Non osavo pensare a cosa avevo detto la sera precedente.
Mi infilai in doccia cercando di scacciare quei pensieri, mentre sentivo la voce di Ian che imprecava contro il suo migliore amico.
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Erano le quattro e l'aereo ritardava ad arrivare. Quel giorno sarebbe arrivata Erika, mia cugina di 10 anni. Per un periodo avrebbe abitato nella nostra casa, visto che mia zia stava affrontando una gravidanza difficile e nessuno poteva occuparsi al 100% di lei.

Tra la folla scorsi una montagna di riccioli neri seguita da Carlos, il suo accompagnatore, e dopo un pó, un viso sorridente senza due dentini, che veniva verso me e mio padre.
«Sono arrivata finalmente!» strilló Erika. Le sorrisi.
Dopo i saluti, andammo verso l'auto ed Erika iniziò a parlare a raffica, raccontandomi di quello che le era successo. Aveva già programmato la sua routine e la presentazione nella nuova classe. Sprizzava felicità da tutti i pori.
Furono le due ore più lunghe della mia vita.
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Non tornai a casa, ma andai a casa di
Lily. Avevamo legato subito e ci tenevamo sempre in contatto anche fuori dalla scuola.
Mi aprì la porta una signora bassina con i capelli neri e gli occhi verdi, aveva dei lineamenti molto sottili e il naso su cui erano poggiati gli occhiali era leggermente all'insù. Somigliava a qualcuno di mia conoscenza. Scacciai il pensiero.
«Tu sei Alice giusto?» Mi sorrise
«Si»
«Io sono Marie» mi porse la mano. Odiavo stringere la mano alle persone, non sapevo se stringere forte o piano.
Nonostante ciò ricambiai la sua stretta, leggera, ed entrai.
Mi sedetti sul divano e dopo alcuni minuti Lily sbucó in cima alle scale e mi disse di salire su con lei.
La sua camera era un 'confetto'. Le pareti erano rosa cipria e l'armadio, il letto e la scrivania tutti completamente rosa.
«Sappi che odio il rosa.» Le dissi sorridendo. Lei tiró fuori dal cassetto una matita rosa e la puntó contro di me.
«Ecco perchè ti adoro!»
«Allora, come mai sono qui? Dovevi parlarmi giusto?» Lei annuì e posó la matita rosa.
«È arrivata tua cugina?» Come faceva a saperlo?
«Si, ma come lo sai?» Le chiesi
«Tuo fratello..» abbassó lo sguardo.
Restammo un pó in silenzio, un silenzio quasi imbarazzante.
Fu lei a romperlo.
«Ho una cotta per tuo fratello.»
«Davvero?» Alzai un sopracciglio. Ian? Quel rompiscatole misterioso?
«Siamo sempre stati vicini» fece delle virgolette con le mani «ma ultimamente lo guardo con occhi diversi, ogni volta che penso ad un suo gesto dolce non posso fare a meno che sorridere. Ho paura di fraintendere tutto. Di rovinare tutto.. Se lo venisse a sapere Gemma!»
«Gemma?» Chiesi
«Lei 'lo ama con tutta se stessa'» disse imitando la voce di Gemma.
«Che confusione!» Mi alzai e iniziai a camminare per la stanza. «Cosa intendi fare?»
«Tenere tutto per me e condividerlo con te?» Alzó le spalle.
Scossi la testa. Mi piaceva l'idea di vederla insieme a mio fratello.
«Ho un piano per capire se è interessato a te.» Le mie stupide idee venivano in superficie.
Mi raggiunse.
«Spara.» Iniziai a togliermi la maglietta. «Alice...»
«Metti questa e io metto la tua. Quando vuoi vieni a casa mia a ridarmela e vediamo la reazione di mio fratello.» Scoppió a ridere e si buttó sul letto.
«Che c'è?»
«È l'idea più stupida del mondo! Un bambino saprebbe fare di meglio» Rise più forte. Lily aveva la risata più strana di tutti , e anche la più contagiosa!
«Funzionerà fidati!» Le porsi la maglietta.
Qualcuno aprì la porta.
«Lily dovrei studiare, infilati un tappo in bocca e..» Jack.
Mi vide e sgranó gli occhi.
La situazione poteva risultare molto equivoca: Lily sul letto, io senza maglietta... E infine c'era Jack scandalizzato. Ripresi la mia maglietta e la rimisi subito.
«Non è come pensi.» Dissi e lui incroció le braccia divertito.
«Vuole farsi un tatuaggio e mi ha mostrato la zona.» Lily era un'ottima bugiarda.
«Oh certo!» Si appoggió alla porta
«Non mi credi?» Alzai gli occhi al cielo e lui sorrise.
«No.»
Okay Alice non arrabbiarti e calmati, è solo stupido.
«Scusa Lily ma io me ne vado.» Lei rise e la salutai.
«Ti accompagno» disse lui
«Oh no, scordatelo.» Dissi, forse un pó troppo forte.
«Andiamo Alice, fidati del gatto, ti indicherà la direzione giusta.» Si credeva simpatico?
Mi 'trascinó' letteralmente fuori e mi aprì pure la portiera. Era odioso.
«Almeno un grazie?» Accese il motore e partì.
«Non ti ho chiesto io il passaggio.» Incrociai le braccia e lui accennó un sorriso. La fossetta che si era formata con quel sorriso. Dio mio. Guardai fuori.

Spense il motore, eravamo arrivati. Aprii la portiera e scesi.
«Grazie Jack.» Lo guardai con aria di sfida.
«Domani alle sette passo a prenderti.»
«Cosa? Stai scherzando spero!» Perchè stavo iniziando ad urlare? Perchè?
«Ricordati che me lo hai promesso, a domani piccola Alice.»
Mi sorrise e partì prima che potessi lamentarmi.
Ero stata appena invitata ad un appuntamento.
I pensieri felici invasero la mia mente.

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Ciao a tutti!
Scusate se questo capitolo è brutto, ma é solamente di passaggio tranquilli.
A prestoo ;)

Il lato segreto della felicità.      Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora