Capitolo 2: Irene

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Siamo arrivate nel boschetto, saliamo una scaletta a pioli fra gli alberi fitti e ci sediamo sulle assi di legno tiepide.
I:"Allora?"
Io:"Oggi è arrivato il compagno di mia madre." Dissi con un sorriso malizioso.
I:"Eee?"
Io:"E ha portato con se un suo nipote lontano... figo."
I:"UOOOH e come si chiama? Com'è? È simpatico?" Mi chiese tutto d'un fiato."
Io:"Ehiehi calma... È proprio di questo che ti volevo parlare. Sai come sono fatta, diffido molto delle persone che non conosco, poi ci siamo conosciuti solo stamattina... Tra l'altro dobbiamo dormire nella stessa stanza ed è troppo invadente per i miei gusti.. Comunque si chiama Sascha."
I:"Dai, magari se poi vi conoscete cambi idea."
Io:"infatti stasera andiamo a cena... Sono un pò sotto pressione."
I:"Quindi ti interessa?" Mi sorrise con uno sguardo pervertito.
Io:"No, in realtà no, ce ne sono di meglio, ma in lui ho notato qualcosa di strano... Come se mi capisse, come se sapesse cosa penso e ogni volta che mi guarda negli occhi precede quello che faccio o che dico. In poche parole contrasta il mio "potere" di intuitività." Ero molto perplessa in effetti.
I:"Il caso si infittisce!"
Io:"Dai scema! Tra mezzora devo andare, prendiamo un gelato?"
I:"Ok, così mi racconti com'è fatto."
Risi, poi scemdemmo dall'albero e ci avviammo in paese.
Io:"Beh, volevi sapere com'era fatto?"
I:"Sii!"
Io:"Beh.. Alto, capelli neri, occhi marroni, molto scuri.."
I:"È perfetto!" Mi disse con occhi sognanti.
Io:"Non saprei..."
Nel frattempo eravamo arrivate in gelateria.
Ordinammo ognuna una pallina alla mocciola e ci sedemmo al tavolino di fuori. Ad un tratto Irene si mise a fissare qualcosa che stava nella piazza, o meglio, qualcuno...
Io:"Ire, che stai guardando?"
I:"L..lui.."
Sbiancai in viso.
Io:"È... Sascha."
I:"OMMIODDIO QUANTO È FIGO!!" Disse quasi urlando.
Io:"Cazzo urli Ire? Tacii" cercai di nascondermi, poi guardai l'ora.
Io:"OCCAZZO SONO IN RITARDO, DEVO ANDARE!"
La trascinai alla cassa per pagare, poi la salutai e corsi a casa.
Entrai furtivamente dalla finestra, in camera non c'era nessuno...

Fuoco. || Sascha BurciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora