Oceani caldi

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Era sabato mattina, tardo sabato mattina, mi ero appena svegliata e colpita da una dolorosa fitta al collo dovetti sedermi nuovamente sul divano, avevo passato lì la notte e di certo non era uno dei divani più comodi che avessi mai provato in vita mia.. Erano le undici e mezza, ottimo avevo perso un'intera mattinata, ma almeno questa notte sarei potuta rimanere sveglia più lungo dato che avevo recuperato tutto il sonno arretrato. Decidi di uscire e andare in biblioteca per prendere in prestito un libro del quale avevo sentito molto parlare "starcrossed" me lo avevamo consigliato in molti e la trama sembrava interessante quindi volli leggerlo.
Camminando verso la biblioteca sentii lo stomaco brontolare così decisi di passare dal bar a prendere qualcosa e salutare Alfred.
Il sabato infatti era diventato il mio giorno libero da quando lo avevamo assunto. Entrata nel bar rimasi piacevolmente sorpresa, tutto era tranquillo al contrario delle mie aspettative, immaginavo infatti Alfred con le mani nei capelli e il fumo che usciva dalle orecchie. <<Ciao Alfi, devo farti veramente i miei complimenti stai gestendo veramente bene la situazione>> mi complimentai, <<oh grazie Ven, per fortuna non è la solita giornata frenetica quindi si direi che me la sto proprio cavando>> disse sorridendo, era un ragazzo veramente solare non lo avevo mai visto con il broncio o scontento. Presi un krapfen alla marmellata, il mio preferito, e una cioccolata calda dato che odio il sapore del caffè (a parte quello dello yogurt e del gelato ovviamente).
Uscii dal bar e mi diressi verso la biblioteca quando ad un tratto andai a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai gli occhi più belli che abbia mai visto..di un azzurro talmente profondo, non come quelli di Lucas color ghiaccio puliti e cristallini, era un azzurro sporco, vissuto, era un ragazzo imponente molto alto un po' magro ma comunque tonico e muscoloso, i capelli neri gli cadevano davanti gli occhi che mi stavano fissando, avevano qualcosa di familiare, come se conoscessi quel ragazzo da una vita.
Rimasi a fissare i suoi occhi per non so quanto tempo, ma mi sembrò un'eternità, così parlò lui:<<Oh ehm... Scusami non stavo guardando la strada, ti sei fatta male?>>, impiegai qualche minuto per riuscire a coordinare cervello e labbra e poi gli risposi:<<Mm no tranquillo non mi sono fatta niente..comunque piacere io sono Venere>> dopo aver sentito quel nome il ragazzo rimase un po' stupito, non avevo dubbi, era un nome veramente insolito. <<Non avevo mai sentito questo nome, è bello>> lo ringraziai e poi mi sussurrò quasi, con la sua bellissima voce un po' roca ma calda e avvolgente:<< Piacere io sono Sam>>

hell for heaven's sickDove le storie prendono vita. Scoprilo ora