Cieli d'autunno

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Avete presente quella sensazione che comprime lo stomaco costringendovi a restare stesi a terra perché se vi alzaste cadreste comunque? Avete presente quando quella sensazione vi stringe il petto tanto da farlo quasi scoppiare? Quando avete voglia di piangere, di liberarvi, di urlare al mondo che no non state bene, che no oggi non è una bella giornata. Vi siete mai sentiti come un cielo d'autunno? Quando sentite che la diga costruita attorno ai vostri occhi con tanto impegno e sofferenze sta per crollare e siete proprio voi che la state distruggendo, voi che avete preso un martello e rotto il lucchetto che rinchiudeva i vostri ricordi facendo scorrere silenziosamente la vostra intera vita come fotogrammi di un film che parla di voi ma che tuttavia non vi appartiene, un po' come prima di morire, ma comunque decidete di non farlo perché sapete le sofferenze che vi procurerebbe e dovete resistere, chiudere tutto dentro di voi e non farlo trasparire a nessuno per nessuna ragione al mondo. Ecco era quella la sensazione più o meno quando mi svegliai dopo l'ennesimo incubo, perché si anche io Venere Stark non ho una vita perfetta, e non l'ho mai avuta.
All'età di 10 anni infatti il 5 Ottobre esattamente 10 anni fa, persi mio fratello in un terribile incidente automobilistico. Mio fratello per me era tutto, mi proteggeva e difendeva sempre da tutto e tutti, era l'amico che ti faceva ridere dopo esserti sbucciata un ginocchio cadendo dalla bici, l'amico che picchiava chiunque ti avesse minimamente sfiorato anche solo con le parole. Quello era mio fratello, ma il più grande rimorso non è stato non riuscirgli a dire quanto io gli volessi bene in realtà, il mio più grande rimorso è essere sopravvissuta. Ero nella macchina insieme a lui quando un ubriaco ci venne incontro facendo scontrare le due macchine e mandandoci fuori carreggiata, io ero lì e lo era anche mio fratello, eravamo nella stessa macchina, stessa ora stesso giorno ma adesso io ero viva e lui no.
Era l'anniversario della sua morte quel giorno così decisi di non andare a lavoro trovando una scusa banale come 38 gradi di febbre, così con il cuore ricoperto da una nube fitta e pesante di ricordi decisi di riprendere tutte le nostre vecchie foto. La prima che mi capitò in mano ritraeva mia Madre he ci guardava ignara della fotocamera e me sulle spalle di mio fratello, mio padre invece stava scattando la foto. Eravamo così felici, così pieni di vita. Perché anche i miei genitori sono cambiati dopo la sua morte, erano ovviamente felici che fossi sopravvissuta almeno io ma quando morì mio fratello fu come se una parte di loro se ne fosse andata per sempre. E quella parte mancante nelle nostre vite purtroppo non tornerà mai più.

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