4| Superstar e Ricordi dolorosi

36 0 0
                                    

Scarlett.

Un tonfo sul pavimento. Mi trascinai al bordo del letto costringendo il mio occhio sinistro ad aprirsi.

"Merda", imprecai a bassa voce non appena vidi il mio cellulare riverso a terra. Allungai il mio braccio mezzo addormentato al pavimento e controllai se ci fosse qualche graffio. Perfettamente illeso. Poi mi chiedono come mai preferisco un Samsung ad uno sporco iRomp, pensai.

Accesi lo schermo del cellulare. C'era un messaggio di Crys così sbloccai lo schermo e lessi.

Twin sis 👭

Sono a scuola a prendere i libri insieme a Louis. Dopo vado in
studio di registrazione con lui, sono così emozionata!
Dovremmo tornare tutti per l'una. Non distruggere la casa. E svegliati,
la settimana prossima inizia la scuola!

Sbuffai. Certo che quando mia sorella ci si metteva, sapeva come frantumarti le palle. Bloccai di nuovo lo schermo e mi alzai dal letto, cercando di non concentrarmi su quell'azzurrino odioso delle mie pareti. Che schifo.

"Non toccate i miei cereali o vi polverizzo", avvertii, fiondandomi in cucina, dopo essermi data una sciacquata in bagno. Non avendo ricevuto nessuna risposta, mi guardai attorno. Non c'era anima viva in casa. Poi mi ricordai meglio del messaggio di mia sorella. Aveva scritto tutti.

Un ghigno comparì sul mio volto. Feci colazione con tutta calma, spiaggiata sul sofà in pelle dell'enorme soggiorno.

Dopo aver divorato ogni possibile schifezza, mi ricordai di qualcuno che disse che c'era addirittura un terzo piano in questa casa, con una sala sauna, sala cinema, e cazzi vari.

Ricconi di merda.

Mi diressi di sopra, tanto non avevo nulla da fare. E già che c'ero andai a dare un'occhiata alle stanze delle bestie.

Passate la mia e quella di Crystal, entrai nella stanza del pakistano depresso. E dovetti ammetterlo. Era di una figata assurda.

La prima cosa che notai non appena ci misi piede, erano le pareti decorate completamente con ogni genere di graffito, e i mobili erano semplici, tutti neri, sullo stile minimalistico, moderno, letto compreso.

Avrei preso possesso di quella stanza. Perché sì.

La camera a seguire era forse di quell'altro drogato.. coso.. Louis. E che tristezza.
Appena entrai fui colpita da una puzza terribile di fumo. Vestiti ovunque, disegnini senza senso sui muri, poster appesi qua e là senza alcun criterio.

Ne ho già abbastanza di questo schifo. Uscii senza soffermarmi un secondo di più e entrai nella stanza dopo.

Il verde brillante dei muri quasi mi accecò. Quel colore era decisamente un pugno in occhio. Nemmeno la moquette si salvò, verde anch'essa.

Alzando lo sguardo davanti a me, appesa c'era un'enorme bandiera dell'Irlanda. Oh no. La stanza di ciuffo biondo, pensai, schiaffandomi la mano in faccia. Fuggendo lo sguardo dalla bandiera, notai anche qui dei poster di band e calciatori a me sconosciuti, simili a quelli che ho visto nella stanza del drogato. Cioè, erano diversi, ma per me i calciatori erano tutti uguali. Comunque. La sua stupidità rifletteva sulla sua camera, sebbene ordinata e sistemata, ma decisamente di cattivo gusto e monotona, con quel verde usato per ogni cosa.

L'unica cosa carina e decente in quella stanza erano forse le chitarre, appoggiate al muro, in un angolo accanto al letto, che chissà per quale opera divina, non era verde. Ero davvero colpita.

Uscendo dall'inferno verde irlandese, passai alla camera dopo. Le pareti rosso scuro e i mobili in legno sempre scuro mi fecero pensare ad uno studio di un avvocato. O un notaio. O un commercialista. Qualcuno che svenava i suoi clienti, insomma. Infatti, ecco la scrivania, classica in legno con una di quelle enormi sedie da studio nere in pelle. Il tutto molto costoso.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 09, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Sunset Hills rd., LADove le storie prendono vita. Scoprilo ora