2| Little Black Dress

71 2 0
                                    

Crystal.

"Stai scherzando spero", dissi perplessa, fissando il piccolo pezzo di stoffa argentea che Scarlett voleva rifilarmi.

"Si, volevo solo vedere la tua espressione", mi fece una linguaccia e scoppiai a ridere. "Vai a prendere uno dei tuoi vestiti", sentenziò, buttando malamente il vestitino scintillante su una sedia. Mia sorella baciata dal buonsenso. E quando mai?

Una volta giunta alla mia cabina armadio, presi il mio vestitino nero dallo scollo a barca. Vestiva stretto sul torso e morbido sui fianchi, ed era lungo fino a metà coscia all'incirca. Semplice ed elegante come piaceva a me.

"Sapevo che avresti scelto quel vestito", sospirò rassegnata mia sorella. "Per questo ho giocato di anticipo e ho preparato una cosa per te", ghignò.

"Non mi fido di te", dissi spaventata.

"Fai male, dammi qua", mi intimò, facendo segno di darle il mio vestito.

"Scar che vuoi fare?". Sperai con tutta me stessa che non volesse apportare qualche modifica tagliandolo da qualche parte... come aveva già fatto.

"Quanto sei diffidente!", me lo strappò dalle mani e si chiuse nella sua cabina armadio. Uscì dopo dieci minuti con addosso il mio vestito, completato da un paio di leggings neri, lunghi poco sotto al ginocchio, decorati con del finissimo pizzo alle estremità. Ai piedi, Scarlett abbinò delle décolleté con plateau di vernice verde smeraldo, che aggiungevano un tocco di colore all'outfit. "Potrei anche aggiungere un cinturino sempre verde lucido per richiamare il verde delle scarpe". Scarlett piroettò sui tacchi. "Che ne pensi? È abbastanza chic per i tuoi gusti?", si prese gioco di me.

"È per me?", chiesi incredula.

"E secondo te io vado in giro vestita così? Come posso andare a caccia vestendo così.. da brava ragazza?".

A caccia. Risi a come aveva chiamato il suo giocare a provocare i maschi. "Non è proprio da brava ragazza", difesi il mio stile.

"Si, come no. Adesso mi libero di questa roba e ti faccio vedere come ci si dovrebbe vestire quando si va in giro per locali", ammiccò e sparì nella sua cabina armadio.

Scarlett rientrò in camera e mi lanciò i vestiti e le scarpe che dovevo mettere. "La prossima volta colpiscimi con i tacchi dritta in fronte".

"Lo farò, grazie per il consiglio", ghignò. Alzai gli occhi al cielo. Quando finii di cambiarmi, uscii dalla cabina. Anche Scarlett si era cambiata in un pezzetto di stoffa nera, scollato sia avanti che dietro e le bretelline legate in un gioco di incroci dietro la schiena nuda. Avrebbe fatto girare la testa a chiunque.

Alzò lo sguardo verso di me. "Sei uscita finalmente, vieni che ti faccio i capelli". Annuii e mia sorella mi condusse nel suo sontuso bagno dove aveva già tirato fuori tutti i suoi attrezzi del mestiere.

"Come mi pettini oggi?", risi, ricordando quando da bambine le facevo la stessa domanda prima che lei facesse le sue magie.

"Avevo pensato ad una coda di cavallo alta, dato che non vorresti mai lasciare i tuoi capelli sciolti", sospirò, un po' sconfitta.

"Non c'è nulla di male nel tenerli legati", mi difesi ancora una volta da lei.

"Convinta tu, sorellina", disse impegnata a scogliere la treccia che potavo ogni giorno.

Mentre Scarlett era ben attenta a non bruciarmi le orecchie, riflettei sulle premure che mi aveva mostrato quel giorno. E mi chiesi perché precludeva questo lato del suo carattere solo a me e alla mamma. Di sicuro avrebbe avuto meno problemi.

Sunset Hills rd., LADove le storie prendono vita. Scoprilo ora