Nuova vita

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Mi alzai prima che il Gange potesse vedere il sol e ordinai secretamente alla mia fidata serva Cressida di portarmi due delle più grandi valigie di cui la famaglia mea dispone, tutto ciò senza destar niuno sospetto. La fedele amica tornò in un colpo di tacco con due capienti valigie. In seguito rubai, grazie all'aiuto della servitù, alcuni dei vestiti di padre mio, destinati al bagaglio del mio caro Marcus. Caricati i bagagli, mi diressi in stalla e recuperai il mio dormiente innamorato.
Salimmo sulla carrozza, niente sguardi indietro.

"Addio..."
"Destinazionne?"
"Est!"

La carrozza partì.
Nessun rimorso, nessun pianto.
Ci abbracciammo.
Dopo ben nove ore di iter ci fermammo per ristorarci in una locanda, ma purtroppo per noi, che avevamo ormai raggiunto le provincie slave già da un bel pezzo, ci rendemmo conto della qualità della vita di cotali posti. La terra era in preda alla barbarie e l'unica forma corrente di commercio mi pareva il baratto. Scambiammo una zolletta di zucchero, che trattarono come un tesoro, con una ingente quantità di carne mista che ci bastó per pranzo e cena.

Come prima giornata non é andata male. Inoltre Marcus era molto fiero delle mie doti da mercante. Passammo la tarda notte in un villaggio modesto a festeggiare con i popolani intorno a un fuoco!
Tuttavia ci ricordammo che nell'indomani avremmo dovuto svegliarci molto presto e pertanto ci appartammo in carrozza.
Mi resi conto che questa fu la prima notte in cui dormimmo insieme.

Ossimoro giornaliero: io tra i poveri

Diario di una teenager ottocentescaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora