Capitolo 4

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L'ultima ecografia, ad ormai 6 mesi inoltrati, mostrava che sua figlia era una bambina forte e in salute, come suo padre.
Il funerale di Axel era stato un normalissimo funerale militare, senza niente di emozionante.
Il generale Gregson aveva speso qualche parola in memoria di Axel. In quanto a lei, aveva pianto per buona parte del tempo.
Mark era riuscito a contattare i loro vecchi compagni di squadra, e tutti erano venuti per rendere memoria al loro capocannoniere.
Erano venute anche Silvia e Celia, con cui, dopo l'università, aveva perso ogni contatto.
La bara era stata seppillita vuota, ma Katya era sicura che una parte di lei era sparita sottoterra con essa.
Mark e Nelly l'avevano aiutata molto durante la gravidanza e le avevano promesso che l'avrebbero fatto anche dopo. Spesso la notte si addormentava piangendo, e un senso di paura le premeva sul petto. Paura di non poterci riuscire, paura di perderla, paura di non riuscire ad educarla.
Il tempo passava inesorabile, e più il dolore della sua perdita si attenuava, più la nascita della bambina si avvicinava. Ancora non aveva deciso il nome da darle ed era del tutto impreparata. I suoi parenti e i suoi amici l'aiutavano come potevano, comprando ciò di cui avrebbe avuto bisogno.
Katya però sapeva che anche con il loro aiuto non sarebbe riuscita a tenere la bambina senza Axel, poiché era una prova che lui non c'era più. Eppure aveva promesso che l'avrebbe amata più di qualsiasi altra cosa, e così stava facendo. Ad ogni ecografia la bambina si rivelava sempre più bella e Katya non immaginava di potersene allontanare.
E arrivó così il giorno del parto. Era una fredda giornata di Novembre, il 15. La cosa era avvenuta con tranquillità: quella mattina a Katya si erano rotte le acque ed era stata accompagnata all'ospedale da Nelly e Mark; le era stata data una stanza e dopo 6 ore di travaglio la bimba era nata. La prima cosa che Katya vide della bambina, di sua figlia, erano gli occhi, uguali a quelli di suo marito.
Dopo i dovuti accertamenti l'infermiera le mise in braccio la bambina, e mentre lei la allattava Mark e Nelly, che la avevano assistita durante il parto, guardavano affascinati quel piccolo esserino, scambiandosi sguardi di intesa.
-Come si chiama?-
le chiese la dottoressa; Hishinako ci pensò su, e rispose sicura -Eileen, Eileen Blaze-
La mattina seguente vennero a trovarla in molti. Le colleghe di lavoro, qualche componente della squadra della Inazuma, i suoi parenti; vennero anche il padre di Axel e sua sorella Julia, che continuavano a guardare negli occhi Eileen, nella speranza di ritrovare un pezzo di Axel.
Vennero persino i suoi cugini, Christine e Samuel e, con sua immensa contentezza, il fratello Zeke.
Oltre ai suoi due vicini era l'unico ad essere rimasto molto dopo che gli altri se n'erano andati. I suoi genitori erano dovuti andare via molto presto. Zeke prendeva in braccio la bambina e la coccolava mentre lei era occupata.
Verso sera Mark e Nelly tornarono a casa, mentre il fratello rimase a tenerle compagnia
-Se ti serve qualsiasi cosa, anche una stupidata o per tenerti la bambina chiamami pure-
Katya gli sorrise e prese la bambina, che aveva appena iniziato a piangere, dalla culla, la appoggiò al suo petto e la culló teneramente, guardandola in viso, mentre si assopiva lentamente.
Poi si rivolse al fratello
-Grazie mille, Zeke-
il fratello non rispose. Vide che la sorella stava pensando ad altro. Così le chiese
-A che pensi?-
a lei scese una lacrima
-Vorrei solo che lui fosse qui-
Zeke, allora le si avvicinò, le si sedette a fianco e l'abbracció, mentre lei si lasciava ad un pianto sommosso, più triste di quello della figlia.

UNBROKEN BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora