Non c'era stato nulla che avesse avvisato l'improvvisa avaria al motore dell'aereo. Blaze aveva appena sentito il copilota avvisare l'equipaggio di un'anomalia nei comandi che l'aereo aveva preso fuoco. Aveva chiesto a tutto l'equipaggio di lanciarsi fuori dall'aereo immediatamente, ma molti erano impegnati a cercare di liberarsi dei loro pesi e non avevano fatto in tempo. L'aereo precipitò, in fiamme, e poco dopo esplose. Venne sbalzato via e dopo una lunga caduta affondò in acqua.
Al contatto con l'acqua gelida, l'aria gli uscì dai polmoni. Si guardò intorno confuso, cercando di capire da che parte si trovasse la superficie. Individuò una luce proveniente dalla sua destra e la seguì. In una decina di bracciate poté tornare a respirare a pieni polmoni. La luce era accecante, ma si costrinse a guardarsi intorno, alla ricerca di qualcusa a cui reggersi. A qualche centinaia di metri da lui vide l'aereo in fiamme che affondava. Intorno a lui c'erano rottami che galleggiavano e si aggrappó ad uno di essi, per lasciarsi trasportare dalla corrente. Dopo un po' ne trovò uno ancora più grande, a pochi metri da lui. Lasciò il primo rientrando totalmente in quell'oceano gelato, e nuotando con le membra che li dolevano, riuscì a salire sopra al pezzo di aereo, e, assicuratosi di non poter cadere, sfinito si addormentó.
Si risvegliò quando cadde in acqua. Era già pronto a riprendere a nuotare, ma si accorse di essere in una baia, dove l'acqua gli arrivava a malapena alla vita, e che davanti ai suoi occhi c'era un'isola.
La sabbia era dorata, illuminata dal sole che la rendeva splendente, dietro una foresta fitta e scura, che mal si contrapponeva alla luminosità della spiaggia. Arrancò fino alla riva e si trascinó all'ombra di un'alta palma da cocco. Pensò che appena avrebbe avuto le forze per arrampicarsi avrebbe preso quelle due enormi noci di cocco sospese sulla sua testa. Si appoggiò al tronco della palma, e, rinsanato dall'ombra e dalla lieve frescura, poté riposarsi, certo di essere al sicuro.
Axel sognó, o meglio, fece incubi per tutto il tempo. Vide l'aereo che esplodeva, tutti i suoi compagni annegati o carbonizzati, e poi vide Katya, distrutta dal dolore, con il volto scavato quasi fosse un cadavere e la sua bambina, morta. Si svegliò di soprassalto. Si era fatto buio, e un vento freddo, ma piacevole, aveva iniziato a spirare. Si arrampicó come poté sul tronco della palma, facendo leva con le braccia, e spingendo con le ginocchia. Afferrò una noce, e dopo averla tirata e torta riuscì a staccarla. Ne staccò anche altre due e poi scese lentamente.
Si frugó nelle tasche e nella bisaccia. Tirò fuori un coltellino, una bomba a mano oramai inutile, poiché bagnata, un fiammifero, anch'esso inutile, una corda, un sacco a pelo fradicio, ma ancora utilizzabile, una borraccia e delle fasce.
Axel sospirò
-Merda!-
si guardò nelle tasche, riguardò nella bisaccia, magari c'era un angolo che non aveva visto
-Merda!- invece no.
L'unica cosa che lo teneva attaccato alla sua famiglia, l'ecografia della sua bambina, era sparita.
Non ce l'aveva più.
-Merda...- si lasciò cadere e per la prima volta capì veramente dov'era: su un'isola deserta, lontana da tutti e da tutto, senza cibo, acqua e nessuno che lo cercasse, poiché lo credevano morto... Si sentì perso, e cadde a terra, piangendo come un bambino.
***
Axel capì subito che per vivere in quel ambiente si sarebbe dovuto ingegnare e adattare. Riuscì a costruire una sorta di canna da pesca e riuscì a catturare qualche pesce. Poi trovò altri alberi da frutto nella foresta e si poté saziare a volontà. Trascorse un mese. Le sue speranze di essere trovato erano, secondo lui, meno di zero, ma si sbagliava: i suoi nemici erano in agguato, e appena avutane l'occasione, lo rapirono.
Vagarono nell'oceano per mesi, lui rinchiuso sottocoperta dove veniva torturato per ottenere informazioni. Poi furono attaccati dagli alleati che lo scambiarono per una spia. Fu catturato di nuovo. E non servirono a nulla le sue suppliche: fu torturato ancora e ancora.
Quindi fu portato in un campo da lavoro e subí insieme ad altri supplizi indicibili.
Ci restó un anno.
Poi la guerra finì e venne liberato. Non sapeva dove fosse, non aveva soldi o alcun mezzo per muoversi.
Ci mise dei mesi per tornare a casa, ma finalmente dopo due lunghi anni, era tornato in Giappone.
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So che è un capitolo corto, ma è di transizione... il prossimo è l'ultimo
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UNBROKEN BLAZE
Cerita PendekAxel Blaze, 25 anni, soldato semplice nell'esercito giapponese. Katya Harris, sposata con Axel Blaze, 25 anni, insegnante in una scuola elementare. Mark Evans, 25 anni, soldato semplice nell'esercito giapponese. Nelly Raimon, sposata con Mark Evans...