Capitolo 5

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Era lì, proprio davanti ai miei occhi che si guardava intorno.
Controllava in continuazione l'orologio passandosi una mano tra i capelli, si vedeva, era nervoso.
I miei compagni lo guardavano storto non capendo cosa ci facesse un ragazzo più grande di noi davanti alla nostra scuola.
Gli andai in contro e lo abbracciai, lui mi prese in braccio e io gli sussurrai all'orecchio:
-Non pensavo che saresti venuto seriamente.
E lui mi rispose.
- Dovevo venire, non potevo lasciarti partire senza vederti prima.
-Grazie.
-Di nulla. Volevo chiederti se potevi scrivermi appena arrivata...
-Certo, lo farò sicuramente.
-Potrò avere tue notizie ogni giorno?
-Si, potrai.
Mi fece un sorriso enorme.
Intanto vidi i miei compagni che mi fissavano con aria interrogativa, e curiosa.
Mi sentivo troppo osservata. Non ero abituata ad essere al centro dell' attenzione.
Lui notó subito il mio disagio e mi disse:
-Vai pure dai tuoi compagni e salutami Francesca. Io ora devo andare, devo ritornare a casa prima che i miei si accorgano della mia assenza.
Gli risposi sorpresa:
-Come, non sanno che sei qui?!
-Emh...no, sapevo che se gli avessi chiesto di uscire fuori di casa a quest'ora non mi avrebbero lasciato quindi...
-Quindi sei scappato?
-Non sono proprio scappato, sono uscito momentaneamente di casa senza che i miei lo sapessero.
-Oddio, e se non ti trovano in casa?
-Tranquilla, non se ne accorgeranno loro si svegliano sempre alle sei e mezza e ora sono le sei meno un quarto. Faccio sicuramente in tempo a ritornare senza problemi, non ti preoccupare per me.
-Mh, okay dai allora ci sentiamo ciao.
-Ciao.
Venne verso di me e mi abbracciò stringendomi forte, mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
Mi avviai verso Francesca e le dissi che Alessandro la salutava. Mentre le stavo raccontando quello che mi aveva appena detto, il prof disse che finalmente potevamo salire sul pullman e partire.
Ci sistemammo tutti quanti e l'autista caricó le valige nella parte bassa dell'autobus.
Io mi ero seduta nei primi posti, non volevo stare in fondo tra la confusione e gli occhi di tutti ancora puntati addosso per la scena a cui avevano assistito prima.
Di fianco a me si mise la mia compagna di stanza, Greta, una ragazza di terza C che vedevo sempre nell'ora di francese.
Purtroppo non ero finita nella stessa famiglia di Francesca perché avevano deciso i prof chi sarebbe stato in stanza con chi.
Quando tutto fu pronto partimmo.
Ero talmente felice.
Durante il viaggio Greta però spense la canzone che stavamo ascoltando e mi chiese:
-Scusami se mi intrometto ma non riesco a fare finta di niente! Chi era il tipo che ti è venuto a salutare? È il tuo ragazzo? Cavolo è proprio un bel tipo!
Mi guardava con occhi illuminati e pronti ad ascoltare una mia risposta.
Non la facevo così chiacchierona ma ormai questo era il terzo anno che la conoscevo e mi è sempre sembrata una ragazza simpatica e disponibile.
Presi quindi la decisone di parlarle di Alessandro.
-No, non è il mio fidanzato. È solo un mio amico. Si in effetti è molto carino hai ragione.
Dalla faccia che fece sembrò delusa dalla mia risposta.
-Come ,non è il tuo tipo! Sembravate così felici insieme come due fidanzati e vi guardavate con degli occhi tanto innamorati...scusami penso troppo forse.
Ero completamente in imbarazzo.
Non ci guardavamo con degli occhi innamorati.
Almeno a me non sembrava di dare quella impressione...
-No, non pensi troppo. Comunque non accadrà mai niente tra di noi, siamo solo amici.

Già, pensai.
Solamente quello, non di più.

Lei mi rispose:
-Impossibile, per me tu gli piaci, cavolo non ti rendi conto con che occhi ti guarda? Si vede che ci tiene molto a te.

E con che sguardo mi doveva guardare?
Figurati, avrà tanta di quella gente attorno. Perché scegliere me tra un milione di ragazze?

-Mah, anche se fosse non potrebbe funzionare comunque.
-E perché?
-Perché siamo troppo diversi. Lui è un tipo a cui vanno dietro tantissime persone. E lui è abituato a stare con una e poi mollarla all'incirca dopo una settimana. Io invece vorrei qualcosa di serio, non un tira e molla. Mi ferirebbe e basta. E non dirmi che lui potrebbe cambiare per me perché sicuramente non lo farebbe.
-Okay se lo dici tu...
La conversazione finì lì per fortuna.

Eravamo appena arrivati in aeroporto e tra giusto un'ora saremmo dovuti salire sull'aereo diretto in Inghilterra.
Dopo ore di fila per il check-in riuscimmo a salire.
Ero agitatissima.
Non avevo mai preso l'aereo prima d'ora a parte una volta da piccola, ma è come se non l'avessi preso perché avevo due anni e di quel ricordo non ricordavo niente.
Il mio posto era disposto nel sedile vicino al finestrino e con di fianco l'ala dell' aereo.
Propio il posto che speravo di avere.
Appena l'aereo prese il volo strinsi la mano a Greta e chiusi gli occhi.
Dopo poco li riaprii e mi trovai in cielo, tra le nuvole.
Mi si erano tappate un po' le orecchie ma presto riacquistai completamente l'udito.
Cavolo che bello.
Sembrava di stare in un altro mondo.
Il paesaggio era così bello che decidi di prendere il telefono e di fare delle foto.
Finito il volo mi ritrovai la galleria piena e quindi fui costretta a cancellarne un po' contro la mia volontà.
Finalmente eravamo in Inghilterra.
Quando l'hostess aveva annunciato il nostro arrivo avevo lanciato un gridolino di gioia che fece girare tutti i passeggeri.
Imbarazzata mi limitai ad abbassare lo sguardo mentre Greta continuava a ridere per la figura che avevo appena fatto.
Scesi quindi dall'aereo salimmo subito su un pullman tutto per noi che ci avrebbe accompagnato per tutta la settimana nei vari luoghi che avremmo dovuto visitare.
I prof iniziarono a parlare per raccontarci qualcosa sulla città dove staremo, Winchester.
Ci consegnarono poi un foglio dove c'erano scritte delle informazioni sulle nostre famiglie.
La nostra sembrava molto carina.
I signori che ci avrebbero ospitato avevano tre bambini.
Un ragazzo di quindici anni, uno di dodici e una bambina di 9 anni.
Avevano anche un cane di nome Barney.
Non vedevo l'ora di conoscer la mia nuova "famiglia" per una settimana e di passare del tempo con i miei amici.

L'unica cosa che mancava però era lui.
Se anche lui fosse qua, con me, sarebbe tutto così perfetto...

Spazio autrice:
Ciao! Ecco qua un nuovo capitolo.
È più lungo del solito come avrete notato.
Spero vi continui a piacere la storia.
Lasciate una stellina o anche un commento per leggere al più presto il seguito.
-Uraganidevastati

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 20, 2015 ⏰

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