Capitolo 1

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Harry's Pov.
All'inizio pensai che il martellare che sentivo in testa fosse il mio cervello che cercava di uscire dal cranio dopo i dieci shot di Crown Royal o giù di lì che mi ero scolato la notte prima,ma poi mi resi conto che era il rumore di qualcuno che si spostava come una furia per il mio appartamento. Lei era lì, e con terrore mi ricordai che era domenica. Nonostante tutte le volte che glielo avevo detto, la scortesia nei suoi confronti, o la condizione devastata e impresentabile in cui mi trovava, ogni domenica mattina lei si presentava e mi trascinava a casa per il brunch.
Un gemito soffocato dall'altra parte del letto mi fece ricordare che la sera prima non ero rientrato solo dal locale. Non che mi venisse in in mente il nome della ragazza,il suo aspetto o se rientrare barcollando con me nel mio appartamento fosse valsa la pena. Mi passai una mano sul viso e allungai le gambe oltre il bordo del letto proprio nell'istante in cui la porta si spalancò. Non avrei mai dovuto dare la chiave a quella mocciosetta. Non mi preoccupai di coprirmi;era abituata ad entrare e trovarmi nudo con i postumi di una sbronza- non vedevo perché quel giorno dovesse essere diverso. La ragazza dall'altro del letto si girò e guardò con occhi strizzati la nuova arrivata, che si era unita alla nostra feticciola.
"Mi pareva che avessi detto che eri single." Il suo tono d'accusa mi fece rizzare i peli sulla nuca. Una ragazza disposta ad andare a casa con uno sconosciuto per una notte di sesso senza impegno non aveva diritto di sparare giudizi,sopratutto se ancora nuda e nel mio letto.
"Dammi venti minuti."
Mi passai una mano sui capelli arruffati mentre la biondina sulla porta sollevava un sopracciglio.
"Te ne do dieci." Avrei alzato anch'io un sopracciglio per il suo tono e atteggiamento,ma la testa mi stava uccidendo e comunque sarebbe stata fatica sprecata con lei; era fin troppo immune alle mie stronzate. "Preparo il caffè. Ho già invitato Niall ma ha detto che doveva andare in studio per un appuntamento. Ti aspetto in macchina." Girò sui tacchi, di colpo, e la soglia rimase vuota. Mi sforzai di alzarmi , scrutando il pavimento in cerca dei miei pantaloni che avevo abbandonato la notte prima. "Che succede?" Mi ero temporaneamente scordato della ragazza nel mio letto. Imprecai sottovoce e mi infila una maglietta nera dall'aria abbastanza pulita. "Devo andare."
"Cosa?"
La osservai accigliato mentre si metteva a sedere con il lenzuolo premuto al petto. Da quel che vedevo, era carina e aveva un bel fisico. Chissà cosa le avevo proposto per convincerla a venire a casa con me. Non mi era dispiaciuto svegliarmi accanto a un tipo come lei quella mattina. "Devo andare in un posto e ciò significa che tu devi alzarti e uscire. Di solito il mio coinquilino è in casa e potresti restare ancora un po', ma è dovuto andare a lavoro, quindi muovi quel bel culo e vattene."
"Mi prendi in giro?" Farfugliò. Le lancai un occhiata mentre recuperavo gli stivali sotto una pila di vestiti da lavare e me li infilai. "No."
"Che razza di stronzo si comporta così? Nemmeno un grazie per ieri notte,sei stata fantastica, ti va di andare a pranzo? Che cazzo,solo vattene? " Spostò di lato il lenzuolo e vidi che aveva un bel tatuaggio sulle costole. Probabilmente era stato quello ad attrarre nel mio torpore alcolico. "Sei proprio un bel tipo, lo sai?"
Ero molto più che un semplice bel tipo, ma non era necessario che quella pollastra,solo una delle tantissime, lo sapesse. Imprecai in silenzio contro Niall. Il mio coinquilino era il massimo, eravamo amici fin dalle elementari e in genere potevo contare su di lui la domenica mattina, quando dovevo filarmela, ma mi ero scordato del pezzo che doveva finire quel giorno. Il che significava che dovevo cavarmela da solo nel buttare fuori la bambola della notte prima e darmi una mossa prima che la mocciosa se ne andasse senza di me, procurandomi un mal di testa molto più forte di quanto potessi sopportare nello stato in cui mi trovavo.
"Ehi, com'è che ti chiami,comunque?"
Se prima non era arrabbiata, adesso era furiosa. Si rimise una gonna nera cortissima e una canottiera minuscola. Si ravviò l'ammasso di capelli tinti di biondo e mi lanciò uno sguardo truce con gli occhi macchiati di mascara.
"Abigail, non ti ricordi?" Passai una mano trai capelli arruffati e mi spruzzai un po' di profumo per mascherare l'odore di sesso e alcol che di certo avevo appiccicato addosso. Feci spallucce e attesi mentre mi passava davanti, saltellando su un piede per infilarsi i tacchi che gridavano sesso.
"Io sono Harry".
Le avrei dato la mano ma mi pareva stupido perciò mi limitai a indicare la porta dell'appartamento e andai in bagno per togliermi il sapore stantio di whisky dalla bocca.
"In cucina c'è del caffe, forse dovresti scrivermi il tuo numero così posso chiamarti un'altra volta. La domenica non è un buon giorno per me." Non avrebbe potuto capire quanto fosse vero.
Lei mi guardò in cagnesco e batté la punta di una delle scarpe fantastiche. "Non hai la minima idea di chi sono,vero?"
Questa volta, nonostante la testa che pulsava, sollevai un sopracciglio e la guardai con la bocca piena di schiuma di dentifricio. Rimasi così fino a quando disse con voce acuta, indicandosi il fianco :" Dovresti ricordarti almeno questo!"
Non c'era da stupirsi che il suo tatuaggio mi piacesse tanto ,era uno dei miei. Sputai il dentifricio nel lavandino e mi ispezionai allo specchio. Avevo un aspetto orribile. Avevo gli occhi lucidi e cerchiati di rosso,la pelle grigia e un succhiotto delle dimensioni del Rhode Island sul collo. Mia mamma l'avrebbe adorato,come adora l'inchiostro che c'è sul mio corpo. I miei avevano un problema con l'inchiostro che mi ricopriva tutto il corpo,perciò il succhiotto e l'aspetto attuale sarebbero la ciliegina sulla torta. Non c'era niente che potessi fare per migliorare lo straccio che mi guardava dallo specchio,perciò uscii dal bagno in modo furtivo e senza troppe cerimonie afferrai la ragazza per il gomito e la spendi verso la porta. Dovevo imparare ad andare a casa loro invece di portarle da me,così sarebbe stato più semplice.
"Senti,devo proprio andare in un posto e l'idea non mi piace particolarmente, perciò che tu te ne stia qui a dare di matto facendo una scenata mi fa solo incazzare di più. Spero che tu ti sia divertita ieri notte e puoi lasciarmi il tuo numero, ma sappiamo entrambi che le possibilità che ti chiami rasentano lo zero. Se non vuoi farti trattare come una merda;forse dovresti smetterla di andare a casa con dei tipi ubriachi che non conosci. Fidati,a noi non interessa una cosa sola e la mattina dopo l'unica cosa che vogliamo è che ve ne andiate senza fare storie. Ho mal di testa e penso che vomiterò, in più dovrò passare la prossima ora in macchina con una persona che mi detesterà in silenzio e tramerà tutta contenta la mia morte quindi,sinceramente,possiamo risparmiarci tutte queste scene e darci una mossa?" Ormai ero riuscito a portarla nell'ingresso del palazzo. Vidi lei nella BMW con il motore al minimo parcheggiata accanto al mio furgone. Era impaziente e se ne sarebbe andata se avessi perso altro tempo. Rivolsi ad Abigail un mezzo sorriso e un'alzata di spalle,dopotutto non era colpa sua ero uno stronzo e se persino io lo sapevo che si meritava di meglio che essere liquidata in quel modo tanto brusco.
"Senti,non prendertela, so di essere un bastardo affascinante quando mi ci metto. Di certo non sei la prima e non sarai nemmeno l'ultima a dover assistere a tutto questo. Sono contento che il tuo tatuaggio sia venuto alla grande e preferirei che mi ricordassi per quello piuttosto che per ieri notte." Saltellai giù dagli scalini senza guardarmi indietro e aprii lo sportello della costosa BMW nera.

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