Odiavo quella macchina e odiavo il fatto che si adattarsi così bene a chi la guidava. Gli aggettivi elegante, slanciata e cara si potevano benissimo usare per descrivere la mia compagna di viaggio. Mentre uscivamo dal parcheggio, Abigail strilla contro di me e mi fece un gestaccio. La mia autista alzò gli occhi al cielo e mormorò tra i denti: "Che classe". Era abituata alle scenate delle ragazze quando le buttavo fuori la mattina dopo. Una volta avevo persino dovuto sostituirle il parabrezza perché una mi aveva mancato lanciandomi un sasso mentre mi allontanavo. Spostai il sedile per sistemare le gambe e appoggiai la testa al finestrino. Era sempre un tragitto lungo e penosamente silenzioso. A volte, come quel giorno, ne ero grato, altre mi dava davvero sui nervi. Eravamo una presenza fissa nella vita l'uno dell'altra sin dalle medie; lei conosceva ogni mio punto forte e debole. I miei genitori la adoravano come se fosse figlia loro e non esitavano a dire che il più delle volte preferivano la sua compagnia alla mia. Con tutte le cose, sia belle che brutte; che condividevamo, si poteva pensare che riuscissimo a chiacchierare per qualche ora senza difficoltà.
"Mi lascerai sul finestrino tutta quella porcheria che hai nei capelli." La sua voce non si adducendo alla sua persona,era tutta whisky e sigarette,mentre lei era tutta champagne e seta. Mi era sempre piaciuta, quando andavamo d'accordo, potevo ascoltarla per ore.
"Te lo farò pulire."
Storse il naso. Chiusi gli occhi e mi misi a braccia conserte. Ero pronto per un lungo tragitto in silenzio,ma a quanto pare quel giorno lei aveva qualcosa da dirmi,perché non appena
imboccò l'autostrada abbassò la radio e pronunciò il mio nome: "Harry".
Girai un po ' la testa di lato e aprii di uno spiraglio un occhio. "Cara". Il suo nome era strano proprio come lei. Era pallida,con capelli color miele e gli occhi azzurri enormi che mi ricordano il mare in tempesta. Era magra,di trenta centimetri buoni più bassa del mio metro e novanta, ma aveva delle curve da paura. Era il tipo di ragazza che i maschi guardavano perché non riuscivano a farne a meno,ma non appena lei rivolgeva il suo sguardo azzurro e freddo verso di loro era chiaro che non avevano la minima chance. Emanava irraggiungibilità proprio come certe altre trasudavano 'sono qui,prendimi.'
Lei sospirò e vidi una ciocca di capelli volteggiarle davanti alla fronte. Mi guardò con la coda dell'occhio e io mi irrigidì nell'accorgermi di quanto stringesse il volante con le mani. "Cosa c'è, Cara?"
Sì morse il labbro inferiore,chiaro indice del suo nervosismo "Immagino che tu non abbia risposto a nessuna delle chiamate di tua madre questa settimana."
Non avevo un rapporto esattamente stretto con i miei. In effetti, ci aggravano intorno alla tolleranza reciproca, motivo per cui mia madre costringeva Cara a trascinarmi a casa ogni weekend. Veniamo entrambi da una cittadina di nome Brookside, in una zona benestante del Colorado. Io mi ero trasferito a Denver non appena avevo avuto in mano il diploma. Cara era indietro di qualche anno perché era più piccola di me e non c'era cosa che volesse di più al mondo che entrare alla DU, la University of Denver. Non solo assomigliava ad una principessa delle fiabe, ma era anche sulla buona strada per diventare una cavolo di dottoressa. Mia madre sapeva che non mi sarei mai fatto le due ore di strada tra andata e ritorno per vederli al fine settimana, ma se a guidare e a venire a prendermi era Cara, non solo mi sarei sentito in colpa perché si ritagliava del tempo per farlo, ma non avrei avuto scuse per non andare. Cara pagava la benzina, aspettava che uscissi dal letto e trascinava a casa il mio bel culo pietoso ogni singola domenica e in due anni non si era lamentata nemmeno una volta.
"No,sono stato impegnato tutta la settimana." Ero davvero impegnato, ma non mi piaceva neanche parlare di mia madre, perciò avevo ignorato le sue tre telefonare.
Cara sospirò e strinse il volante ancora più forte. "Ti chiamava per dirti che Liam è ferito e che l'esercito l'ha mandato a casa in congedo per sei settimane. Tuo padre è andato a prenderlo ieri alla base del Colorado Springs."
Feci un salto tanto in fretta sul sedile che sbattei la testa contro il tettuccio della macchina. Imprecai e mi massaggiai il punto dove il capo aveva preso a martellate ancora di più.
"Cosa? Cosa vuol dire che è ferito?" Liam era il mio fratello maggiore. Aveva 3 anni più di me ed era stato oltreoceano per la maggior parte degli ultimi sei mesi. Eravamo ancora molto legati e, anche se non gli piaceva la distanza che avevo messo tra me e i nostri genitori nel corso del tempo, se fosse stato ferito ero certo che sarebbe stato lui a dirmelo.
"Non sono sicura; Anne ha detto che è successo qualcosa al suo convoglio mentre erano di pattuglia. Credo sia stato un incidente piuttosto brutto. Ha detto che si è rotto un braccio e ha qualche costola inclinata. Era abbastanza sconvolta, quindi ho fatto fatica a capire quando l'ho sentita." "Liam mi avrebbe telefonato"
"Liam era sedato e negli ultimi due giorni è stato chiamato rapporto. Ha chiesto tua madre di chiamarti perché voi Styles siete ostinatissimi. Anne gli ha detto che tu non avresti risposto,ma lui continuava a dirle di provare."
Mio fratello era ferito,ma era a casa e io non lo sapevo. Richiusi gli occhi e mi lasciai andare all'indietro contro il poggiatesta. "Be',che diamine, credo sia una buona notizia."
"Hai intenzione di passare a salutare tua madre?",le chiesi. Non ebbi bisogno di guardarla per capire che si era irrigidita ancora di più. Sentivo praticamente le ondate glaciali di tensione che emanava.
"No." Non disse altro,ma non me lo aspettavo. Noi Styles non saremmo stati la famiglia più legata e affettuosa al mondo, ma non avevamo niente da invidiare agli Harrison. I genitori di Cara cagavano oro e respiravano denaro. Si erano traditi e detti bugie, avevano divorziato e si erano risposati. Da quel che avevo visto negli anni, avevano scarso bisogno e interesse per la loro figlia biologica,nata da un'unione concepita più con modulo per la dichiarazione dei redditi che in camera da letto. Sapevo che Cara amava casa mia e i miei perché erano l'unica parvenza di normalità che avesse mai conosciuto. Non le serbavo rancore per questo,anzi,apprezzavo il fatto che distogliesse gran parte della pressione da me. Se Cara era una brava studentessa, usciva con un ricco laureato e viveva la vita che i miei genitori avevano sempre sognato per i loro figli ma che era stata loro negata, allora mi lasciavano in pace. E visto che di solito Liam era a un continente di distanza e io ero l'unico a portata di mano, non mi vergogno di usare Cara come cuscinetto.

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US AGAINST ALL [ h.s ]
FanfictionCara Harrison è la tipica brava ragazza di buona famiglia. Sa cosa i suoi genitori si augurano per lei: voti eccellenti,un lavoro come medico,un ragazzo benestante e rispettoso che la conduca all'altare. Eppure, da sempre, Cara è attratta da tutt'al...