Capitolo 5

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Erano passati tre anni. Tre anni solitari,vuoti,riempiti di dolore da quando i fratelli Styles erano passati da un trio a un duo. Ero legato a Liam, lui era un mito ed era sempre stato il mio modello quando si trattava di fare il duro, ma Ashton era la mia metà, un senso figurato e letterale. Era il mio gemello omozigote, era la luce quanto io ero l"ombra,facile quanto io ero difficile,la gioia quanto io ero l'angoscia,perfetto quanto io ero incasinato, e senza lui ero solo la metà della persona che sarei mai potuto essere. Erano passati tre anni da quando l'avevo chiamato nel cuore della notte per farmi venire a prendere a qualche noiosa festa perché ero troppo ubriaco per guidare. Erano passati tre anni da quando era uscito dell'appartamento che dividiamo per venire da me, senza fare domande, perché era così che faceva.
Erano passati tre anni da quando aveva perso il controllo della macchina sulla I-25 scivolosa per la pioggia e si era schiantato contro il retro di un camion rimorchio che andava a più di centoventi chilometri all'ora.
Erano passati tre anni da quel quando avevamo seppellito il mio gemello e mia mamma mi aveva guardato con gli occhi pieni di lacrime e aveva detto,senza mezzi termini: "Avresti dovuto essere tu", mentre mettevano Ashton sottoterra. Erano passati tre anni e il suo nome bastava a farmi cadere in ginocchio,sopratutto se pronunciato dell'unica persona al mondo che Ashton aveva amato quanto me.
Ashton era stato tutto quello che io non ero - aveva un aspetto curato, si vestiva bene ed era interessato a ricevere un'istituzione e a costruirsi un futuro sicuro. L'unica persona sulla terra abbastanza brava e di classe per eguagliare la magnificenza di Cara Parker. Quei due erano diventati inseparabili fin dalla prima volta che lui l'aveva portata a casa, quattordicenne che cercava di scappare dalla fortezza dei Parker. Lui insisteva che erano dolo amici, che le voleva bene come a una sorella, che voleva solo proteggerla dalla sua orribile famiglia sterile, ma conto si comportava con venerazione e attenzione.
Speravo che lui la amava e, visto che Ashton non poteva sbagliare,ben presto Cara era diventata membro onorario della mia famiglia. Per quando mi desse fastidio, lei era l'unica che potesse davvero capire quanto era stato profondo il mio dolore per averlo Person
Doverti prendermi qualche altro minuto per rimettermi in piedi, quindi finii quel che restava del caffè e aprii lo sportello. Mentre uscivo a fatica dall'auto sportiva,  non mi sorpresi nel vedere un'altra figura che girava intorno al SUV. Mio fratello era pochi centimetri più alto di me e aveva la stazza di un guerriero. Aveva i capelli castano scuro e rasati come un soldati e i suoi occhi azzurro chiaro, della stessa sfumatura dei miei, mi parvero stanchi, mentre si adorava di sorridermi. Fischiai nel vedere che aveva il braccio sinistro ingessato e legato al collo, un tutore a un piede e una brutta fila di punti neri che gli attraversava un sopracciglio e risaliva fino in cima alla fronte. Il decespugliatore  che aveva attaccato i miei capelli aveva avuto la meglio anche su mio fratello.
"Che bell'aspetto soldato."
Mi tirò a sé e mi strinse con un solo braccio, sussultai al contatto con la parte superiore del suo corpo tutta bendata, chiaro segno di qualche costola rotta o incrinata. "Il mio aspetto rispecchia come mi sento. A vederti uscire da quella macchina sembri un clown."
"Sembro un clown qualsiasi cosa faccia quando sto con quella ragazza." Lui scoppiò a ridere e passò una mano ruvida rea i miei capelli.
"Tu e Cara vi comportate ancora come due nemici mortali?"
"Più come conoscenti a disagio. È altezza e critica come al solito. Perché non mi hai chiamato o non hai mandato un'email per dirmi che eri ferito? Ho dovuto saperlo da lei mentre venivamo qui."
Imprecò mentre ci avviavamo verso casa. Vederlo muoversi con tanta cautela mi turbò e mi chuesi se le sue ferite non fossero più gravi di quello che vedevo.
"Quando l'Hummer si è ribaltato ho perso conoscenza, siamo passati su un ordigno esplosivo improvvisato e ce la siamo vista brutta. Sono stato in ospedale per una settimana senza capire più niente e quando mi sono svegliato mi hanno dovuto operare alla spalla,quindi ero sotto sedativi. Ho chiamato la mamma e ho pensato che ti avrebbe raccontato come stavano le cose,ma ho sentito che,come al solito, non ti sei fatto trovare quando ti ha telefonato."
Alzai una spalla e allungai una mano per aiutarlo a recuperare l'equilibrio mentre traballava lievemente sugli scalini davanti alla porta. "Ero occupato."
"Sei testardo"
"Non troppo, sono qui, no? E non sapevo nemmeno che tu fossi a casa fino a un quarto d'ora fa."
"L'unico motivo per cui sei qui è perché quella ragazzina laggiù è decisa a tenere insieme questa famiglia,indipendentemente dal fatto che sua o non sia la sua. Entra e comportati bene,altrimenti ti prendo a calci in culo,anche con il braccio rotto e tutto il resto."
Borboni qualche parolaccia,seguii in casa il mio fratello ammaccato. La domenica era proprio il giorno che mi piaceva di meno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 14, 2015 ⏰

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