Capitolo 3

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"Non parlo con Liam da tre mesi. Sarà fantastico vederlo. Chissà se riesco a convincerlo a venire un po' in città con me e Niall. Sarà più che pronto per divertirsi un po'."
Lei sospirò ancora e rialzò di un poco il volume della radio.
"Hai ventidue anni Harry,quando la smetterai di comportarti come un adolescente? Almeno hai chiesto a questa come si chiama? Nel caso te lo stessi chiedendo, hai un odore a metà tra una distilleria e un club di spogliarelliste."
Storsi il naso e richiusi gli occhi "Hai diciannove anni,Cara. Quando la smetterai di vivere la tua vita in base alle regole degli altri? Mia nonna che ha ottantadue anni ha una vita sociale più piena della tua e credo sia meno rigida di te." Non le dissi che odore aveva perché era dolce e adorabile e non mi andava di fate il carino in quel momento.
Capii che mi stava guardando di traverso e nascosi un sorrisetto. "Mi piace Ethel." Aveva un tono scorbutico.
"Ethel piace a tutti. È piena di vita e non si lascia trattate male da nessuno. Potresti imparare una o due cosette da lei."
"Oh,forse dovrei tingermi i capelli di rosa, tatuati ogni superficie visibile del mio corpo,infilarmi del metallo in faccia ed andare a letto con qualsiasi cosa si muova. Non è questa la tua filosofia per vivere una vita piena e soddisfacente? "
A quelle parole riaprii gli occhi di scatto,mentre la banda che avevo in testa decise di passare al secondo round.
"Se non altro faccio quello che voglio. So chi e cosa sono,Cara,e non mi scuso per questo. Dalla tua bocca stanno uscendo un sacco di cose alla Anne Styles."
Piegò la bocca in un broncio. "Come vuoi, torniamo pure a ignorarci. Pensavo solo che dovessi sapere di Liam. A voi Styles non sono mai piaciute le sorprese."
Aveva ragione. Nella mia esperienza,le sorprese non erano mai un bene. Di solito finivano con qualcuno che si arrabbiava e io che venivo coinvolto un una rissa. Volevo bebè mio fratello,ma dovevo ammettere di essere abbastanza irritato per il fatto che,uno,non si fosse preso la briga di farmi sapere che era ferito e,due, cercasse ancora di costringermi a fate il gentile con i miei. Il piano di Cara di ignorarci a vicenda per il resto del viaggio mi parve il migliore, quindi mi allungai per quanto mi consentisse la piccola macchina sportiva e mi appisolai. Dormicchiavo da appena venti minuti o giù di lì quando dal suo cellulare partì una canzone dei The Civile War, che mi risvegliò. Sbattei gli occhi impastato e mi passai una mano sul viso trascurato.
"No, ti ho detto che sarei andata a Brookside e che tornerò tardi." La scrutai dall'altra parte dell'abitacolo e lei dovette avvertire il mio sguardo perché mi lanciò una rapida occhiata, e i suoi zigomi alti si colorarono di rosa. "No,Zayn, ti ho detto che non avrò tempo e che ho un compito di laboratorio." Non riuscivo a distinguere le parole,ma chiunque fosse dall'altro capo pareva arrabbiato per come lei lo stava liquidando. Strinse più forte le dita intorno al telefono. "Non sono affari tuoi. Adesso ti devo lasciare, parliamo più tardi."
Passò un dito sullo schermo e gettò l'apparecchio costoso nel porta bottiglie accanto al mio ginocchio.
"Problemi in paradiso?" Non mi importava davvero di Cara e di quel ricchissimo futuro imperatore dell'universo conosciuto che era il suo ragazzo,ma mi parve gentile chiederglielo visto che era chiaramente turbata. Non avevo mai incontrato Zayn ma, da quanto avevo sentito da mia madre,quando mi scomodavo ad ascoltarla, era fatto apposta per state con la futura immagine di dottoressa di Cara. La sua famiglia era ricca come quella di lei- suo padre faceva il giudice, o l'avvocato, o qualche altra stupidata politica di cui non sapevo che farmene. Ero sicuro oltre ogni ombra di dubbio che quel tipo indossasse pantaloni pieghettati, polo rosa e mocassini bianchi. Per un lungo momento pensai che non mi avrebbe risposto,invece lei si schiarì la gola e dopo cominciò a battere le dita curate sul volante.
"Nin proprio, ci siano lasciati na credo che Zayn non l'abbia capito."
"Sul serio?"
"Sì, un paio di settimane fa,in effetti. Ci pensavo da un po'. Sono troppo presa tra le lezioni e il lavoro per avere un ragazzo."
"Se fosse quello giusto,non la penseresti così. Avresti trovato il tempo perché saresti voluta stare con lui."
Mi guardò con le sopracciglia chiare,sollevate quasi fino all'attaccatura dei capelli. "Il signor puttaniere del secolo non mi starà mica dando dei consigli su come gestire una relazione?"
Alzai gli occhi al cielo. "Solo perché non ho trovato una ragazza con cui abbia voluto uscire non significa che non conosca la differenza tra qualità e quantità."
"Avrei detto il contrario. Zayn voleva di più di quanto fossi disposta a dargli. Sarà un tormento perché mamma e papà lo adorano."
"Vero, a quanto pare go sentito era perfetto per fare felici i tuoi. Cosa vuol dire che voleva più di quanto fossi disposta a dargli tu? Ha cercato di metterti un anello al dito dopo appena sei mesi?"
Lei mi guardò storti e increspò il labbro in un ghigno.
"Assolutamente no, solo che voleva che le cose fossero più serie di quanto volessi io."
Risi e mi massaggiai tra le sopracciglia. Il mal di testa si era trasformato in una serie di deboli fitte ma cominciava ad essere sopportabile. Dovevo chiederle di fermarsi da Starbucks o qualcosa di simile se volevo sopravvivere al pomeriggio.
"È forse un modo perbene per dirmi che ha cercato di infilarsi nelle tue mutande e tu non gliel'hai permesso?"
Lei strizzò gli occhi e abbandonò l'autostrada all'uscita per Brookside.
"Fermati da Starbucks prima di arrivare dai miei e non pensare che non mi sia accorto che non hai risposto alla mia domanda."
"Se ci fermiamo faremo tardi e non tutti i ragazzi pensano con quello che hanno nelle mutande."
"Non cascherà mica il mondo se ci presentiamo con cinque minuti di ritardo rispetto al programma di Anne. Mi prendi in giri,hai tenuto in sospeso quello sfigato per sei mesi senza dargliela,che storia."
Al che mi misi a ridere bellamente di lei. Risi così forte che dovetti tenermi la testa con entrambe le mani perché il mio cervello annebbiato dal whisky ricominciò a girare. Anna stai un po" e la guardai con gli occhi lucidi. "Se lo credi davvero,allora non sei per niente furba come ho sempre pensato. Ogni singolo uomo sotto i novant'anni cerca di infilarsi nelle tue mutande,Cara, sopratutto se pensa di essere il tuo ragazzo. Sono un maschio,conosco queste stronzate."
Si morse di nuovo il labbro, probabilmente perché il mio argomento era valido, e accostò vicino a un caffè.

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