Capitolo 4

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Schizzai praticamente fuori dalla macchina,impaziente di sgranchire le gambe e allontanarmi dal suo tipico atteggiamento altezzoso. Quando entrai c'era la coda e mi diedi una rapida occhiata intorno per vedere se conoscessi qualcuno. Brookside era un paese abbastanza piccolo e di solito quando mi fermavo nel fine settimana incappavo inevitabilmente in qualcuno con cui ero andato a scuola. Non mi ero scomodavo a chiedere a Cara se voleva qualcosa perché lei aveva fatto la spicchiosa già solo per il fatto di fermarci. Era quasi il mio turno quando dal telefono che avevo in tasca esplose una canzone dei Social Distirtion. Lo presi dopo aver ordinato un caffè nero grande e mi sistemai al bancone accanto a una bella brunetta che mi squadrava facendo del meglio per farsi notare.
"Che c'è? "
Sentii la musica squillante nel negozio sotto a Niall quando mi chiese:"Come è andata stamattina?"
Niall conosceva i miei difetti e le mie cattive abitudini meglio di chiunque altro e il motivo per cui la nostra amicizia era sopravvissuta così a lungo era perché non mi giudicava mai.
"Una merda. Ho un dopo sbronza, sono irritabile e sto per sedermi a un'altra riunione di famiglia forzata. E in più Cara è in gran forma oggi."
"Com'era la tipa di ieri notte?"
"Non ne ho idea. Non mi ricordo nemmeno di essere andato via dal locale con lei. A quanto pare le ho fatto un tatuaggio enorme sul fianco,quindi era un po' spazzata che non mi ricordassi chi fosse."
Ridacchio all'altro capo della linea. "Te l'ha detto tipo sei volte ieri sera; ha anche cercato di togliersi la canottiera per fartelo vedere. E ho portato a casa io il tuo culo ubriaco. Ho cercato di farti via verso mezzanotte na come al solito tu ti sei rifiutato."
Grugnii e,quando il tizio dietro al bancone Grido verso la mia direzione,allungai una mano per prendete il caffè. Notai che la brunetta aveva seguiti con lo sguardo la mano in cui stringevo il bicchiere di cartone. Era quella con la croce, vicino al pollice. Sulla sua bocca comparve una 'o' di sorpresa quando le feci l'occhiolino e mi incamminai verso la BMW.
"Scusa,amico. Com'è andato il tuo appuntamento?"
Alcuni anni prima lo zio di Niall, Phil, aveva aperto un negozio di tatuaggi nella zona di Capitol Hill, quando ancora era un ritrovo di giovani di città e hipster che vivevano in quell'area, The Marked era uno dei negozi di tatuaggi più affollati di Denver. Io e Niall ci eravamo conosciuti a lezione di arte in quinta elementare e da allora eravamo diventati inseparabili. In effetti,sin da quando avevamo dodici anni,il nostro piano era di trasferirci in città e lavorare per Phil. Avevamo entrambi un talento da matti e la personalità per far sfondare lo studio,perciò Phil non si era fatto scrupoli ad assumersi come apprendisti e metterci al lavoro prima che compissimo vent'anni.
Avere un amico nello stesso campo era uno sballo; sulla mia pelle avevo un sacco di tatuaggi che andavano dal bello al non troppo bello e testimoniavano i progressi di Niall nel mestiere, e lui poteva dire la stessa identica cosa di me.
"Ho finito quel tatuaggio sulla schiena a cui lavoravo da luglio. È venuto meglio di quanto pensassi e il tizio sta parlando di farsi anche il davanti. Accetterà, perché lascia grosse mance."
"Bene." Mi destreggiavo tra il telefono e il caffè n tentativo di aprire lo sportello quando una voce femminile mi fece fermare di botto.
"Ehi." Mi voltai e vidi la brunetta in piedi vicino alla macchina accanto, con un sorriso in faccia. "Mi piacciono i tuoi tatuaggi."
Le sorrisi a mia volta e,quando Cara aprì la portiera dall'interno con un colpo,indietreggiai con un salto, rovesciandomi quasi il caffè caso sul cavallo dei pantaloni.
"Grazie." Se fossimo stati più vicini a casa e Cara non fosse stata sul punto di fare retromarcia, probabilmente mi sarei preso un secondo per chiedere il numero a quella ragazza. Cara mi lanciò un'occhiata di disprezzo che ignorai prontamente e ripresi la conversazione con Niall. "Liam è a casa,ha avuto un incidente e Cara ha detto che sarà in congedo per qualche settimana. Sarà per questi che mia madre ha continuato a cercarmi al telefono tutta la settimana."
"Forte. Chiedigli se gli va di stare con noi per qualche giorno,mi manca il brutto muso di quel bastardo."
Bevvi un sorso di caffè e finalmente la testa cominciò a calmarsi. "È quello che ho in mente. Ti faccio sapere mentre torno e ti dico com'è la storia."
Passai il pollice sullo schermo per terminare la chiamata e mi sistemai di nuovo sul sedile. Cara mi lanciò un occhiata di rabbia e giuro che le brillavano gli occhi. Sul serio,non avevo mai visto niente di così azzurro in natura e,quando si arrabbiava,i suoi occhi erano semplicemente irreali.
"Mentre eri impegnato a flirtare, ha chiamato tua madre. È furiosa perché siamo in ritardo."
Mi concessi un altro sorso di quel nettare degli dèi nero e cominciai a battere il tempo sul ginocchio con la mano libera. Ero sempre irrequieto e,di solito, più ci avvicinavamo alla casa dei miei,più la cosa peggiorava. Il brunch era sempre artificioso e forzato. Non riuscivo a capire come mai insistessero così tanto per farlo ogni singola settimana e perché Cara cintribuisse alla farsa,ma io ci andavi comunque ogni volta pur sapendo che non sarebbe mai cambiato niente.
"È furiosa perché tu sei in ritardo. Sappiamo tutte e due che non può fregargliene se io ci vado o meno."
Le mie dita si muovevano sempre più in fretta mentre lei superava il cancello del residence e passava file e file di villette fatte con lo stampino costruite ai piedi delle montagne.
"Non è vero e lo sai,Harry. Non mi sottopongono a questi tragitti in macchina ogni settimana al piacere della tua cattiveria mattutina perché i tuoi genitori vogliono farmi mangiare uova e pancake ogni domenica. Lo faccio perché vogliono vederti, provare ad avere un rapporto con te nonostante tutte le volte che li ferisci o li respingi. È per loro e, cosa più importante, per Ashton,se cerco di farti comportare bene nonostante Dio solo sa che è quasi un lavoro a tempo pieno."
Insipida mentre il dolore accecante che provavo sempre quando qualcuno faceva il nome di Ashton mi invadeva il petto. Le mie dita si aprirono e si chiusero intorno al caffè mentre giravo la testa di scatto per rivolgerle un'occhiataccia.
"Ashton non mi sarebbe stata attaccato al culo per farmi diventare qualcosa che non sono. Per loro non sono mai stato abbastanza bravo e non lo sarò mai. Lui l'aveva capito meglio di chiunque altro e faceva gli straordinari per essere tutto quello che non sarei mai potuto essere per loro."
Con un sospiro,si fermò nel vialetto dietro al SUV di mio padre.
"L'unica differenza tra te e Ashton è che lui si faceva amare dalla gente,mentre tu", aprì di colpo lo sportello e mi lanciò un'occhiataccia attraverso lo spazio che ci separava, " tu sei sempre stato determinato a fare in modo che chiunque tenga a te debba dimostrartelo oltre ogni ombra di dubbio. Non hai mai voluto lasciarti amare facilmente, Harry, e ti assicuri che nessuno possa mai dimenticarlo." Chiuse la portiera con tanta forza da farmi battete i denti e far ricominciare a martellare la testa.

US AGAINST ALL [ h.s ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora