TEMPESTA

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Le onde si ergevano come muri d'acqua a destra e a sinistra della barca, i rematori nella stiva grugnivano e sudavano per far avanzare la drakkar, gli ordini volavano come frecce, sbraitati da capitani sempre più stremati. Freidrik si sporse dal parapetto e cominciò a pregare : "Hœnir, tu che domini i corpi d'acqua, placa la tua ira così che possiamo giungere a destinazione e uscire vittoriosi da questa guerra". Le sue parole vennero travolte dal rombo del mare. La tempesta infuriò violenta ancora per tre ore e infine si placò, rapida così com'era venuta. In lontananza si intravedeva la terraferma, un grido ormai roco di gioia si innalzò dal ponte delle drakkar presenti. Un lieve vento di bonaccia cominciò a spirare da nord, la vela venne spiegata e il resto del viaggio fu tranquillo. Approdarono sulle nere spiagge ciottolose quando i primi fiocchi di neve cominciarono a turbinare nell'aria pungendo la pelle come aghi. Il campo venne allestito in fretta, vennero accesi grandi fuochi e ben presto l'odore di cacciagione si sparse tutt'intorno. A stomaco pieno andarono tutti a riposare, la giornata successiva sarebbe stata altrettanto dura.

Figli di OdinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora