TRA L'INCUDINE E IL MARTELLO

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Re Bothvar osservava i suoi soldati avanzare verso il campo vichingo con un sorriso divertito. "Li distruggerò tutti. Ho mandato il mio miglior sicario per eliminare il più forte tra loro, non avranno gli strumenti per opporsi alla mia potenza", diceva tra sé e sé, ma la gioia gli morì in gola quando vide qualcosa volare da dietro una collina: le sue certezze caddero al suolo come il cadavere del sicario che doveva garantirgli la vittoria.
"Non importa, sono cinquecento uomini contro quasi mille, non possono vincerei in ogni caso", cercò di rincuorarsi mentre esaminava con lo sguardo le proprie fila. Vide gli uomini schierarsi compatti di fronte ai nemici ed avanzare fino a quando non si scagliarono contro essi. La battaglia proseguiva senza apparenti intoppi, poi un corno risuonò nella valle. I tratti dello spigoloso viso del re si indurirono, mentre realizzava che il suo esercito sarebbe stato distrutto. Udì alte urla e clangore di spade, che andavano diminuendo tanto quanto la neve diventava scarlatta. Lo sconcerto e la rabbia crebbero a dismisura alla vista della ritirata degli ultimi uomini rimasti. Fece aprire il portone e coprì con velocità la strada che lo separava dall'entrata. Arrivò, schiumante di rabbia e guardò quei cinque uomini ricoperti di sangue che osavano presentarsi a lui. "Sire, io...", provò ad abbozzare il capitano, ma non finì la frase poiché Bothvar gli spiccò la testa con un solo colpo della spada che portava cinta al fianco e ordinò quasi ringhiando di impiccare la restante parte per alto tradimento, aggiungendo che voleva fosse presente la restante parte della guarnigione per evitare altri spiacevoli inconvenienti.
Il re sedette sul suo scranno, mentre un brivido gelato gli percorreva la schiena, "Forse davvero riusciranno a prendere il castello..", rimuginava mentre una certezza andava stagliandosi nella sua mente, "Devo fuggire, se i Norreni mi prenderanno sarò perduto" e già si immaginava il suo cadavere penzolante nella piazza centrale. Si guardò attorno con circospezione e, piantato lo scettro reale in un particolare punto lo tirò indietro, rivelando un passaggio segreto. Lo aveva fatto costruire suo padre Nithring Il Saggio in caso il castello fosse stato preso sotto assedio e si fosse diffusa una pestilenza, mettendo in pericolo la vita del re. Il passaggio conduceva in un punto dall'altra parte dell'isola, dove avrebbe fatto preparare una barca in caso di emergenza. Chiuse il portale e si sedette di nuovo.
"Guardie! Guardie!", chiamò a gran voce, e in pochi istanti un drappello di uomini era pronto davanti a lui. "Voglio dieci uomini nella sala del trono e che venga preparata una barca con provviste per diversi giorni in questo punto" ed indicò una zona della mappa, "Si, mio Signore" risposero quasi all'unisono i soldati, e partirono immediatamente.
Il re prese a massaggiarsi la testa, che aveva cominciato a dolergli molto. Non mangio quella sera, e dormì poco, tormentato da sogni di fiamme e di sangue.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 26, 2016 ⏰

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