"Ragazzi, chi mi aiuta a cucinare?"
La voce di Aurora raggiunse tutte le stanze di casa facendo correre da lei due ragazzi abbastanza simili.
"Ti aiuto io!"
"Zitto papà, la aiuto io."
Uno di quei due ragazzi era Sascha, erano passati diciassette anni dal suo matrimonio con Aurora e lui era rimasto sempre lo stesso coglione.
"Senti, è mia moglie. Torna a fare i compiti."
Alan, il figlio, annuii per poi fregarsene completamente di ciò che aveva detto il padre e iniziare ad aiutare la madre.
"Chi prima arriva meglio alloggia." Citò Aurora sorridendo al marito che in risposta sbuffó."Abigail torna?" Chiese Sascha riferendosi a loro figlia.
Abigail, questo era il nome della piccola che Aurora aveva dato alla luce oramai diciassette anni fa.
Abby era la fotocopia della madre ad eccezione dei capelli presi dal padre, Sascha, e del carattere.
La mora non era dolce e gentile, tutt'altro.Stronza era l'eggettivo che più la descriveva.
Odiava i suoi genitori e derideva il lavoro del padre, Sascha molte volte non la considerava nemmeno sua figlia.
Abigail e Alan avevano solo un anno di differenza ma erano l'esatto opposto.
Alan uguale al padre e con i capelli biondi, adorava i suoi genitori, soprattutto la madre, provava ammirazione per il lavoro dello YouTuber e sfotteva il padre quando giocavano a Minecraft insieme.
"Non credo torni, anche se dovesse tornare non cenerà con noi, lo sai."
Rispose Aurora con un velo di tristezza nella voce.
Lei, nonostante tutto, voleva bene a sua figlia.Non erano cambiate molte cose rispetto a diciassette anni fa.
Aurora e Sascha, dopo essersi sposati, avevano preso una casa a Firenze vista la vicinanza con i genitori di lei.
Successivamente si erano trasferiti lì anche Giuseppe e Salvatore, inizialmente per comodità nel registrare video insieme.
Perché dico inizialmente?Perché Surrealpower non esiste più.
Stefano e Marina avevano una figlia, Anna.
Lei era 'amica' di Abby, o meglio, lei la usava quando aveva bisogno di qualcosa, di fare i compiti o di una copertura.
Giuseppe aveva avuto un figlio con la sua, ormai ex, ragazza che aveva deciso di rimanere in Spagna.
Il suo nome era Thomas ed esso era perdutamente innamorato di Abigail ma lei non ricambiava, anzi.L'attenzione dei due ragazzi, prima intenti ad aiutare Aurora, venne catturata dal rumore della porta di casa che si aprí lasciando entrare Abigail.
Essa squadró la sua 'famiglia' notando che a tavola c'erano solo tre piatti.
L'avevamo esclusa, non che a lei importasse: voleva solo infastidire i suoi genitori.
"È carino vedere come vi ricordiate della mia esistenza." Sorrise ironicamente.
"Lo sappiamo benissimo che esisti." Rispose il padre sussurrando un "Purtroppo" alla fine.
"Sascha!" Lo richiamó Aurora per poi rivolgersi alla figlia "Vuoi cenare con noi?"
Abigail fece una smorfia a quella domanda.
"No, Thomas mi ha offerto una pizza poco fa."
La madre annuí lasciando la mora dirigersi nella sua stanza.Chiuse la porta alle sue spalle per poi buttare la borsa, rigorosamente nera, a terra.
Da quest'ultima prese il suo IPhone che mostrava la notifica di cinque messaggi su Whatsapp.
L'ultimo arrivato era da Thomas.
-Buonanotte cucciola.- accompagnato da un cuore.
Abby alzò gli occhi al cielo mimando con le labbra un 'fanculo' che, fortunatamente, Thomas non poté sentire.
Prese le cuffiette e iniziò ad ascoltare il suo gruppo preferito: gli 'Starset'"Mayday! Mayday!
The ship is slowly sinking
They think I'm crazy but they don't know the feeling
They're all around me,
Circling like vultures
They wanna break me and wash away my colors
Wash away my colors"Sulle le note di 'My demons' chiuse gli occhi portandosi alle labbra la sigaretta che aveva acceso poco prima.
'L'ennesima giornata di merda.'
Pensò aspirando il fumo e addormentandosi dopo qualche ora.
*
L'autunno era decisamente la stagione preferita di Abigail.
Il cielo grigio rispecchiava perfettamente il suo umore che di certo non migliorava se pensava che di lì a poco si sarebbe ritrovata a scuola.La mora stava camminando per le vie di Firenze calciando, con le sue Dr. Martens,
i sassolini trovati per strada.
Arrivò davanti all'orribile edificio da lei chiamato carcere, conosciuto anche come scuola.
'Chi me lo fa fare ad entrare in sta merda.'
Pensò girando i tacchi e cambiando totalmente meta.
"Abigail! Dove vai?" L'irritante voce del fratello interruppe il suo cammino.
"Non sono cose che ti riguardano Alan, tu sai cosa devi fare, giusto?"
Rispose fredda alludendo al fatto che se il preside avesse fatto domande doveva inventare una scusa per coprirla.
Alan si morse il labbro e annuí lasciando la sorella indisturbata.Dopo circa un'ora di camminata con le cuffie nelle orecchie decise di fermarsi.
Lei amava camminare, soprattutto nelle giornate grigie e cupe.
Amava guardare i piedi muoversi nell'asfalto mentre pensava tranquillamente.
Amava il fatto di poter stare a testa bassa senza dover rivolgere la parola a nessuno.L'attenzione di Abby fu attratta da una persona seduta su un muretto intenta a cercare qualcosa.
Si avvicinò scoprendo che ciò che cercava era un accendino.
La mora aprì lo zaino prendendo il suo e porgendolo al ragazzo davanti a lei."Tu dovresti essere a scuola." Disse quest'ultimo prendendo l'accendino.
"Tu dovresti essere a casa, sono le nove e alle nove una certa Giulia viene sempre a romperti i coglioni." Ribattè lei.
"Il lunedí fa già schifo di suo Abby, almeno oggi preferirei evitare quella troia."
Rispose ridandole l'accendino che lei usó per accendersi a sua volta una sigaretta.
"Non dovresti fumare."
"Hai intenzione di farmi la predica?" Disse scocciata Abigail.
"Certo che no, puoi fare quel cazzo che vuoi della tua vita."
Lei sorrise a quella risposta.
"Nemmeno tu dovresti fumare, sai?"
"Come se importasse a qualcuno."
Sbuffó lui.
"A Giulia non importa?"
Lui buttò la sigaretta e guardò la ragazza negli occhi.
"Pensi davvero che a me interessi cosa importa o no a quella puttana?"
"No, Sal, non ti importa lo so."Hey guys
Tipo che domani ho la sveglia alle 6 ma non ho sonno so who cares?
Questo è il prologo, che poi tanto prologo non è ma vbb, di Nineteen (ma va?) sequel di Beside you che tanto sequel non è.
Sono disagiata di giorno figuratevi di notte.
Anyway, fatemi sapere che ne pensate :)
Ciao unicorni *cuoricino*
C'È UN RAGNO NEL LETTO.
SONO ARACNOFOBICA.
SONO A CASA DA SOLAVI HO VOLUTO BENE ADDIO
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Nineteen •Surrealpower•
FanfictionDiciannove anni sono tanti, forse troppi. Dicono che l'amore non ha età, che l'amore salva le persone. Sarà vero? Abigail Burci, figlia di Sascha, per lui, per Salvatore è cambiata ma a lui importa davvero di lei? Abbiamo tutti bisogno di qualcuno c...