Capitolo 1

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Era il giorno che aspettavo da ormai quasi un mese e mezzo.

Il ballo di fine anno scolastico.

Generalmente nella mia scuola non si facevano tali feste poiché ritenute non importanti o di bassa qualità per l'aspetto della struttura, ma penso che la voglia di pulire il tutto i giorni seguenti era praticamente inesistente, sia da parte dei ragazzi, sia dai professori, compresi i bidelli. Quindi stranamente quest'anno si era deciso di farla, in memoria anche dei 150 anni.

Ero emozionato. Fino ad una settimana fa non avevo nessuna ragazza da portar con me al ballo e la maggior parte il giorno stesso della notizia avevano già il loro 'cavaliere'. Stavo perdendo le speranze quando infine decisi di invitare Arielle Marie Roche. Una ragazza francese che seguiva la maggior parte delle mie lezioni. Capelli lunghi ondulati, di un color rame chiaro, occhi rigorosamente verdi e molti la definiscono una sirenetta e il nome non lascia dubbi sul nomignolo associatole. Vari ragazzi provarono ad invitarla ma lei rispose di no a tutti. Poi un giorno arrivai io e le parlai in francese. Mi venne spontaneo, non seppi però un congiuntivo e da lì incominciammo a parlare italiano, le chiesi se voleva venire con me al ballo e credetemi, più impacciato non potevo essere però mi disse di si. Mi sentivo tra virgolette un vincitore anche se non avevo vinto nulla dato che era una semplice amica, le volevo bene. Non deve necessariamente piacermi. Anche perché avevo alcuni dubbi..

Era sera ormai e dopo aver finito di cenare mi feci una doccia calda cercando di rilassarmi ma che funzionò poco. Non capivo perché ero così tanto agitato, era solo un ballo e sembravo una ragazzina. Mi feci pure una tisana per calmarmi e direi che per i dieci minuti seguenti funzionò.

Dopo essermi vestito scesi e mia madre incominciò col farmi i soliti complimenti che in qualsiasi film in cui il protagonista andava ad un ballo la madre si emozionava nel vederlo con lo smoking, la reazione è stata più o meno la stessa. Dopo aver salutato la mia famiglia uscii ed andai quindi verso la casa di Arielle, sapevo bene dove abitasse e non era distante, nemmeno la scuola quindi decisi di andarvi a piedi.

Mi incamminai quindi verso casa sua e dopo qualche minuto vi arrivai, suonai al campanello della casa sentendo che questo riecheggiava, non attendendo molto la porta si aprì e la madre di Arielle incominciò a farmi una lunga lista di complimenti rigorosamente francesi che fortunatamente capì, la ringraziai un paio di volte e poco dopo vidi Arielle scendere le scale. Aveva i capelli sciolti ed ondulati che le ricadevano morbidi sulle spalle, un vestito rosso acceso abbastanza corto, forse troppo, senza spalline, dei tacchi alti di cui mi chiesi come ci camminava e come ci avrebbe ballato ed una semplice pochette nera con qualche brillantino. E nel complesso era veramente splendida.

Mi sorrise, probabilmente imbarazzata. Non volevo lo fosse quindi le ricambiai il sorriso e le porsi la mano, non parliamo delle frasi che la madre si lasciò scappare una dopo l'altra. Era imbarazzante okay. Dopo aver salutato i genitori di Arielle, con lei mi incamminai verso la scuola e mi diedi dello stupido per non aver preso la macchina, sicuramente le facevano male quelle scarpe infernali.

"Ti fanno tanto male?" le domandai con un po' di timore ma mi guardò e scosse la testa.

"Per niente, ci sono abituata" sussurrò dolcemente lei con il suo solito accento francese.

Dopo poco arrivammo alla festa e i sguardi che le lanciavano vari ragazzi erano a dir poco maniacali.

"Come minimo ti mangiano con gli occhi, come massimo ti rapiscono direttamente" le dissi all'orecchio ed incominciammo entrambi a ridere.

La festa era già incominciata da un'abbondante ora, Arielle era andata con qualche sua amica a bere qualcosa mentre io rimasi con i miei amici, ma mi sentivo strano, come osservato ma non erano i sguardi di alcune ragazze, era qualcosa di più forte. Come se qualcuno mi stesse guardando così vicino che il disagio di questo si manifestava sempre di più, non mi sentivo più a mio agio come poco prima.

Con i miei amici mi avvicinai al bancone e nei miei passi sentivo una strana pesantezza, mi sentivo davvero stanco. Presi un alcolico leggero, non volevo sballarmi e non ero il tipo da tornar a casa accompagnato ed ubriaco. Avrei preso una coca cola ma i miei amici mi guardarono male, solo che non stavo bene.

Non sapevo di preciso cosa avessi ma mi stancavo sempre di più, le palpebre quasi mi si chiusero e dovetti per forza sedermi.

Liam assieme a Niall mi fecero sedere su una sedia facendomi delle domande. Avevo bevuto si e no due piccoli sorsi del cocktail che avevo ordinato e sapevo reggerli gli alcolici, quindi sicuramente non era stato quello. Liam avvisò Arielle che non l'avrei accompagnata visto che mi avrebbe accompagnato Kevin a casa.

Eravamo ormai già usciti da scuola io e Kevin e il dispiacere nell'essermene andato, di non essermi goduto la festa e nel non poter dare ad Arielle la serata che probabilmente ogni ragazza spera d'avere mi tormentava. Kevin continuava a parlarmi ma capì solamente un quarto di ciò che mi disse prima di salutarmi. Lo ringraziai fin troppo e lo vidi poi incamminarsi per tornare alla festa.

Mi ritrovai davanti casa e frugai fra le tasche della mia giacca in cerca delle chiavi per aprire la porta ma di queste nessuna traccia. Corrugai la fronte e cercai freneticamente in tutte le tasche dei pantaloni e della giacca ma nulla. Pensai poi che probabilmente mi erano cadute nel ritorno, poiché prima di tornare alla festa controllai di avere le chiavi o avrei chiamato mia madre, ma in questo caso se avessi perso le chiavi come al solito mi aspettava una punizione credo. Presi dunque il cellulare così da potermi far luce e cercai nel vialetto ma nulla, mi sarei fatto la strada per tornare a scuola pur di trovarle. Nemmeno al di fuori della recinzione c'erano. Andai in panico prima di accorgermi del loro luccichio sulla strada. Tirai un sospiro di sollievo e mi avvicinai a queste chinandomi per coglierle, quando un forte rumore simile a quello dei tir mi confuse. Tra il dolore che avevo causato da quella strana sensazione corporea e il rumore di un clacson non capii più che succedeva. Sentii solamente il mio corpo avvolto dal freddo, ed una luce accecante ma quella luce non proveniva dai fari dell'tir, bensì dalla luce fredda che mi stava stringendo letteralmente.



-Angolo autrice

Ehii! Ho aggiornato finalmente, non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo e scusate se non l'ho fatto prima ma avevo da fare e la scuola non aiuta.

Che ne pensate come primo capitolo? La lunghezza? Il contenuto?

Vi annoio già si ahaha

Fatemi sapere in un commento se vi è piaciuto, un bacio.


Giulia


Cold Light. ❆ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora