Capitolo 3

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Ero steso sul mio letto a pensare a quella mattina. Veramente ci stavo pensando da tutto il giorno, e pensavo anche al giorno prima. Mi chiesi più volte cosa poteva essere, come si chiamava.. non poteva veramente essere un ragazzo fatto di luce, magari lo era ma.. semplicemente volevo sapere di più su di lui.

Mi alzai ad un certo punto e decisi di uscire per far una passeggiata. Indossai dei semplici pantaloni di tuta grigi ed una felpa nera, sarei rientrato presto quindi no mi preoccupai di vestirmi in modo accettabile essendo una via non molto popolata.

Uscii di casa e mi incamminai lungo il marciapiede tenendo le mani dentro le tasche della felpa. Non faceva molto freddo ma sembrava che più mi allontanassi da casa più questo freddo aumentava. D'altronde mi sentivo seguito e mi venne in mente quel ragazzo appena il freddo aumentò ancora, quindi mi fermai e mi voltai con il sorriso in volto. Non vi era nessuno. Corrugai la fronte d'istinto e quando mi rigirai mi trovai dinnanzi ad una luce veramente troppo forte e troppo gelida. Mi facevano male gli occhi e quindi me li coprii con le mani ma questa luce me le scacciò velocemente e mi buttò a terra.

"Chi.. chi sei?" mormorai appena cercando di rialzarmi e mi accorsi che mi aveva buttato lontano dal marciapiede in cui ero verso il bosco alle mie spalle. Un bosco? Da quando? Mi guardai intorno spaesato e mi resi conto solo in quell'istante che non c'era più il marciapiede, la strada, le auto parcheggiate, le case.. solo alberi, ovunque.

La figura dinnanzi a me non poteva essere lui, la luce che emanava era a dir poco accecante e fredda, molto più di quella del ragazzo che mi aveva salvato.

La luce non mi diede risposta ma continuava ad avanzare ed io ad indietreggiare, avevo veramente troppa paura e freddo, sentivo il freddo invadermi il corpo ad ogni suo passo.

"Non fargli del male!" urlò una voce e la riconobbi immediatamente.

Quello che sentii dopo non capì. Le due figure dinnanzi a me ora si parlavano in una qualche lingua straniera che non ebbi mai sentito pronunciare. Ebbi del tempo però per alzarmi e da lì incominciai a correre, il più veloce possibile, le voci alle mie spalle però persistevano e pensai che si stavano pure avvicinando di più, lasciai scorrere le lacrime e non mi accorsi di un ramo e caddi. Mi alzai nuovamente ed un forte dolore alla gamba prese la mia attenzione, mi ero tagliato. Mi voltai e vidi che le due luci si stavano avvicinando sempre di più. Quella più piccola cercava di fermare la grande senza molti risultati. Ero confuso ma ripresi a correre più velocemente che potevo. Sentivo il sangue scendere e la sensazione non era delle migliori, anche perché poi mi accorsi che mi ero pure tagliato sul braccio ed avevo pure due persone o qualsiasi cosa siano fatte di luce che mi stavano inseguendo per un motivo che non capivo.

Ad un certo punto sentii un freddo allucinante colmarmi a poco a poco, non mi sentivo più le gambe ma sentii nuovamente quella voce gridare vari 'No'. Uscii dal bosco e mi ritrovai in una specie di prato fin troppo grande dove vi caddi, non sentivo più le mie gambe, il freddo saliva da queste fino alla mia testa ma il dolore si localizzava solo in un posto, il cuore.

"Non ucciderlo, ti prego!" sentii dire da quella dolce voce.

"Deve morire Harael" urlò una voce dura, forte.

Harael, era questo il suo nome.

Vidi lui mettersi accanto a me ed avvolgermi con le sue braccia, emanava meno luce ora e riuscivo a vederlo in volto, poco ma lo vedevo ed era bellissimo.


Aprii gli occhi lentamente e presi paura ed il mio primo pensiero fu se ero veramente morto. Ma ero a casa mia, mi guardai intorno e dall'orologio vidi che erano le cinque e quaranta del mattino. Mi faceva malissimo la testa ma almeno non sentivo più freddo. Pensai che fosse stato tutto un sogno ma avevo ancora i tagli sia sul braccio sia sulla gamba. Mi sedetti quindi ed una voce conosciuta oramai si avvicinava.

"Come stai?"

Alzai lo sguardo e vidi quel ragazzo con una piccola luce attorno bianca.

"Meglio.. che.. che cosa è successo? Alla mia domanda lo vidi abbassare lo sguardo dove notò probabilmente le mie ferite ad allarmato mi prese fra le mani il braccio e guardava la ferita su questo e sulla gamba. A questo punto disse qualcosa che non capì ancora in quella specie di lingua strana che nella mia sembrava un 'oh merda!' accennai una risata a questo mio pensiero ritrovandomi il suo sguardo addosso ed abbassai il mio.

"Non posso dirti" mormorò lui e passò più volte la mano sul mio braccio ed un pizzico mi fece sussultare, ed ebbi nuovamente il suo sguardo sul mio.

In pochi secondi non sentii più il dolore e fui sconvolto quando vidi che la ferita non vi era più.

Mi prese poi la gamba e se la fece posare sulle sue, ora che era seduto sul divano accanto a me, realizzai che non eravamo mai stati così vicini per così tanto tempo. Avevo così tante domande da farli ma mi mancava la voce per farlo.

"Come si dice.. il gatto ti ha mangiato la lingua?" ridacchiò lui e sgranai gli occhi scoppiando poi a ridere per la sua strana pronuncia.

"Si, si dice così.. uhm.. come ti chiami?" mormorai infine non so con quale coraggio e mi guardò sorridente dopo avermi guarito anche la ferita nella gamba.

"Lo sai.. tu?"

Effettivamente era vero, lo avevo sentito dire da quell'altra forma di luce.

"Louis, piacere" allungai la mano e lui mi guardò storto. "Oh è un modo formale per presentarsi.. scusa" abbassai la mano ma subito lui me la fece rimettere come prima e fece lo stesso, così leggermente le la strinsi.

"Si fa così?" mi guardò sorridente ed annuii semplicemente.

"Strano, da me si fa così" sussurrò lui e si avvicinò strofinando leggermente una guancia contro la mia.

"Il tuo modo è ancora più strano" dissi per poi scoppiare a ridere.

"Che cos'è questa cosa che fai?" mi sussurrò lui ad un certo punto guardandomi con tale intensità da mettermi in imbarazzo.

"Ehm.. è una risata" risposi semplicemente e si avvicinò a me.

"È bella"

Cold Light. ❆ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora