bianco come il fumo

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La realtà dei fatti...
Ero sola,sono cresciuta sola, troppo in fretta,di fianco a chi in me vedeva solo ciò che gli faceva comodo vedere.
Avevo 8 anni la prima volta che mi portarono dalla psicologa, mi chiedeva come stavo, mi faceva domande che a me sembravano più che scontate ma lei dalle mie risposte diceva che vedeva più di quello che io immaginassi ,ma non mi importava, odiavo quel posto. Odiavo quel colore immacolato dell ufficio,quel bianco senza sfumature, quel bianco che mi ricorda il nulla,il vuoto, il vuoto che mi portavo già dentro.
Babbo a volte portava un amico a casa e si mettevano a bere una Ceres dietro l altra e mi cacciavano dalla sala dove ci stava la TV,ma tanto me ne sarei andata via da sola, il fumo mi faceva tossire e io non volevo fumassero i miei genitori.
"Il fumo fa male"
"Non fumeró mai"
Ecco cosa dicevo ,che ingenua...
Ne passó davvero poco di tempo prima che capissi cosa ci fosse in me che allontanava tutti i miei coetanei.
Tutti sapevano chi ero,e lo sapevano meglio di me.
A scuola chiesero di fare un compito, scrivere come si erano conosciuti i nostri genitori, quella domanda che non avevo mai posto ma che dava una spiegazione a tutti i miei dubbi...

tre passi nelle fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora