E mi chiamava,mi chiamava e la mia educazione mi diceva di tornare da lei,
L'istinto di sopravvivenza non riusciva a distrarmi dall'educazione rigida che avevo rinchiuso nel mio essere.tornai da lei,
E ne presi ancora,
Ancora ,
Ancora,
Mi prese per la nuca stringendomi i capelli da dietro e mi sbatté la faccia contro il cambio della macchina,
Mi si ruppe il naso,eppure quasi non ero coerente del provenire del dolore,
Arrivati -con stridii di gomme, urli, e quant'altro - in fondo alla strada che poi in salita porta a un incrocio e poi a casa mia, diedi uno strattone aprii lo sportello e scappai fuori ,e senza dubbio le rimasero le ciocche di capelli nelle mani e iniziai a correre tagliando per la vigna al buio e corsi e sbattere violentemente i pugni sulla porta e mio babbo aprí la porta, mi vide, e rimase ammutolito,reggevo con una mano il sangue e con l altra spingevo per farmi largo mentre tremante cercavo un attimo per spiegargli cosa era successo ma non ebbi tempo...sentií la chiave infilarsi nella porta dopo qualche picchiettio per trovare il buco della serratura..