Solo l'inizio.

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Schermo statico. Rumori molto fastidiosi dall'apparecchio, ma sta per cominciare la visione. Il silenzio regna nella stanza avvolta dalla notte e da un odore di caffè, sudore e frustrazione. Appare un faccione a tutto schermo, un uomo sulla sessantina, dai capelli argentati e lunghi sino alle spalle, sullo sfondo una sorta di laboratorio molto sporco, e una porta blindata. Parole iniziano a uscire dalle sue labbra tagliuzzate. Inizia il video.

" Cazzo cazzo cazzo...o-ops, è partita la registrazione! E-emh, sono il professor Mark Yard, e mi limito a scusarmi per il linguaggio non proprio adatto ad una persona di tale rilievo come il sottoscritto! Ma sapete, ho poco tempo e devo assolutamente lanciare questo mio disperato SOS. Non salverà la vita a me, ma potrebbe porre fine alla loro, o almeno è quello che spero. Anche se si sa, sperare fa rima con crepare!"

Una folle risata risuona nella stanza.

"Ma che sto dicendo, che sto facendo, perchè lo sto facendo? Chi me lo fa fare di sprecare fiato per una buona causa, ormai io non ho più uno scopo! Io non esisto! Non esisto! non esisto!"

Violenti colpi di tosse accompagnano il suo delirio.

"Mi...mi scuso per queste folli affermazioni, ma non sono io, in qualche modo mi hanno preso, anche dall'esterno della mia porta blindata... non ho più il controllo su di me, ma forse riesco ancora a portarvi su una buona strada...vi prego solo di uccidere le cavallette, sono il fulcro di tutto, a loro non piace che le cavallette muoiano, e alle cavallette piace giocare, brutti giochi...ma se capite le regole, siete a cavallo! O a cavalletta se vogliamo! Vero Miriam? Brutta stronza..."

La porta si frantuma in quattro pezzi. Un forte vento ribalta la telecamera, ma la voce del professore si può ancora udire.

"Siete arrivati amici, vi aspettavo con ansia! Che bel bastone piccolo quadro, di ottima fattura! Perchè non parlate? Voglio sentire la voce dei miei adorati assassini, dei miei salvatori, dei miei allevatori di cavallet..." Un forte colpo interrompe il delirio del professore. Poi una voce di donna pronuncia con dolcezza le parole " Agenti, forse è solo un gioco..."

Il video si interrompe improvvisamente, qualcuno riaccende le luci nella stanza. Ora si possono distinguere tre uomini ricurvi sulle rispettive sedie. Sono tutti agenti privi dell'ordinaria divisa, l'ora tarda lo permette. E se questi tre Buffalonian attualmente operativi nella centrale di polizia di Dallas prima erano solo sudati, frustrati e sporchi di caffè, ora sono anche terrorizzati e confusi. Qualcuno prova a dire qualcosa, ma le parole muoiono in gola.

Ma è solo l'inizio del gioco, e a quanto pare tre partecipanti sono già arrivati. Buon divertimento.


Forse è solo un giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora