La gracchiante voce di Orland si dissolse in una risata isterica. Probabilmente aveva concluso la sua parte in questo lento macello della psiche, o almeno così pareva a Lee...ad essere sinceri, lui non era più sicuro di niente, tutto era successo troppo in fretta, troppi dubbi, domande e pensieri si accavallavano ferocemente nella sua mente straziata. Ma la cosa peggiore era che questo fu solo l'inizio del vero e proprio "Gioco".
Ad un certo punto, decise di frenare i pensieri, di agire secondo l'istinto. Doveva trovare gli altri partecipanti, capire se era meglio creare nuove alleanze o uccidere a sangue freddo, doveva studiarsi l'ambiente e organizzarsi con viveri e attrezzature, usare tutti i trucchi che aveva imparato da ragazzino insieme a suo padre. Sciocchezze, pensò, ma comunque alla base della sopravvivenza, nonostante non si trovasse più nel boschetto dietro casa.
Calmatosi, scrutò il paesaggio intorno a se, alla ricerca di un luogo utile per i primi rifornimenti: oltre l'immensa pianura e il campo fiorito, notò un ruscello poco distante alla sua destra che sembrava tuffarsi nella macchia verde più avanti, poteva quindi recarsi li e poi percorrerlo per raggiungere il bosco da un entrata più nascosta rispetto a quella più comoda e appetibile offerta dalla pianura.
Fece così i suoi primi passi all'interno della Realtà, guardandosi intorno con fare curioso come un bambino che scopre il mondo e le sue meraviglie e atrocità. Infondo questo Dio supremo di sto cazzo aveva buon gusto, pensò, dei deviati come i GFK potevano benissimo permettersi di ambientare il tutto in un infernale paesaggio di disperazione e cupidigia degno dei più distorti gironi danteschi. Improvvisamente una domanda sovrastò le altre: e se Orland e gli altri fossero dei vincitori corrotti dal pazzo numero uno? Era un ipotesi plausibile, e ciò apriva molte porte sulle abilità del Dio, despota geniale nella sua infermità capace di persuadere anche anime apparentemente pure come Miriam.
Appena ripensò a lei, Lee si bloccò. Ripensò alla sua affermazione, riguardo Mariam... doveva smettere di farsi viaggi mentali, era ciò che loro volevano, ma lui non gli avrebbe dato tale soddisfazione. Giunse finalmente al torrente, e con grande piacere si rese conto che esso aveva depositato sulle sue rive vari materiali e oggetti potenzialmente utili: ramoscelli robusti, ceppi, piccole rocce levigate o spaccate e addirittura un ramoscello con ancora appese almeno una dozzina di ciliege, tredici per la precisione.
Un idea geniale recarsi li, aveva guadagnato una piccola scorta di cibo e rudimentali strumenti da lavoro. Si avvicinò ancora di più al fiumiciattolo per esaminarne i detriti più agguerriti depositatisi a pochi centimetri da esso, finchè non la notò. Una mano, candida e probabilmente appartenuta ad un uomo maturo, si era depositata poco distante dai suoi piedi. Inorridì e istintivamente si voltò verso il bosco, probabilmente il luogo in cui il proprietario aveva perso la mano, e solo in quel momento si accorse che un vortice sovrastava l'area più orientale dello stesso. Pensò alla nube imprevista citata da Orland, ma egli affermava fosse nera e sinistra...questo vortice invece emanava una certa purezza nella sua immensità, un indescrivibile calma persuadeva l'osservatore...quindi decisamente simile al resto dell'ambiente.
Cercando di non pensare a quel che aveva appena visto, si fece coraggio e iniziò la camminata verso il bosco, mentre il sole calava lentamente e la luce pian piano svaniva. Miz non trovò molto in più rispetto a ciò che gia possedeva difronte al suo cammino, e impiegò così questa macabra passeggiata a pensare alla mano. Non riusciva dimenticarla, era stato un ritrovamento così inaspettato, così presto...per quanto ne sapeva, un partecipante o più potevano anche essere morti, per mano umana o per mano della pazzia degli osservatori...una carezza. Una leggiadra carezza sulla spalla. Lee si immobilizzò, impallidendo, senza osare voltarsi.
Una voce delicata.
Mi sei mancato, Mizzino.
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Forse è solo un gioco
AcakSai, è tutto così strano. Potrebbe cambiare tutto in un attimo, in uno sfuggente e apparentemente inutile attimo. Però succede. Anche al più onesto dei ricercatori, la follia può serbare brutti scherzi. E il più esemplare agente delle forze dell'ord...