Prima casella

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Un tonfo.

Lee era precipitato malamente su un pavimento di neutre piastrelle grigie, ma non era in una casa qualunque. Era un enorme capannone di legno, completamente vuoto. Guardò in alto. Sul soffitto c'era un grosso buco, e delle schegge di legno cadevano sul calvo capo di Lee. Probabilmente era caduto da li sopra.

"Aspetta un attimo" penso Lee accarezzandosi la testa lucida come una palla da biliardo "SONO FOTTUTAMENTE CALVO!", ma non ebbe il tempo di tirare giù i suoi santi preferiti che un arpione spense i suoi lamenti attraversandogli il petto da parte a parte. Prima di morire  vide un uomo vestito da rana avvicinarsi a grandi passi...poi il nulla.

Si svegliò. Puzza di piscio accompagnò il suo confuso ritorno alla realtà. L'orologio tichettava frenetico. Le 7:20. Se uno psicopatico vestito da anfibio armato di arpione non lo aveva realmente ucciso, rischiava di rimediare una morte ben peggiore, visto che agli italoamericani e ai vecchi ex comandanti non piacciono i ritardatari.

Con esagerata fretta si lavò, si vestì, si spogliò poichè nella foga aveva indossato i tanga proibiti del coinquilino fieramente omosessuale, e si vestì nuovamente, pronto come non mai per iniziare l'indagine più importante della sua vita.  Non prima però di salutare Alexander, il suddetto coinquilino e proprietario dell'appartamento dove Miz risiedeva. Immigrato a Dallas dalla Colombia, ex trafficante di prostitute, passò cinque anni in carcere, prima di approdare nel grande Texas e cambiare totalmente vita. Infatti per Lee lui era un punto di riferimento, nonostante lo conoscesse da sole due settimane.

-Hey Mizzino, già te ne vai? Non mangi nemmeno un pò di biscotti? Li ha fatti Paul, ci rimarrebbe molto male.- Lee si fermò - Al, ti prego, non chiamarmi Mizzino, mi viene da vomitare solo a pronunciarlo. E di a tuo ragazzo che mi dispiace, ma oggi ero troppo impegnato a guadagnarmi rispetto in centrale grazie alle mie incredibili deduzioni! Sempre se sopravviverò all'ira di Ronald- Entrambi risero, poi Mizzino uscì.

Arrivò in stazione in orario, ma tutti erano già lì da tempo. Anche  i due sconosciuti agenti nominati la sera precedente da Quentin. Chissà perché , ma si aspettava che Gordon Crews fosse un grande e grosso afroamericano sempre incazzato. Ma invece si trovò davanti un grande e grosso afroamericano sempre allegro. Era totalmente calvo, con i muscoli che a malapena condividevano lo spazio con la stretta divisa e un largo sorriso non lo abbandonava mai. Accanto a quel gigante buono alto poco meno di due metri, vi era Mariam. Ella era poco più di un metro e cinquanta, aveva capelli rossi e lunghi sino alla vita, un paio di occhi dello stesso verde intenso di Ronald e degli occhiali neri un po troppo grandi,che abbellivano un quadro già di per se perfetto.

-Amico, tu devi essere il giovane Lee!- iniziò Gordon- io e Ronald non abbiamo fatto altro che parlare di te stamattina. Mi ha parlato dei tuoi vizietti non proprio consoni ad un ragazzo che copre un ruolo come il tuo ma hey, hai solo ventidue anni! Quanto mi piacerebbe tornare indietro di quindici anni... ma niente chiacchiere, io sono l'agente Gordon Crews, lavoro in questa centrale da 17 anni e sono l'unico vero rappresentante di Dallas in questo caso, mentre questo fiore dell'est europa è Mariam, tua coetanea di Albany, arrivata  dallo stato di New York fino in Texas come te e i tuoi simpatici colleghi!

Mariam sorrise, Lee si sentì arrossire,  ma non ebbe il tempo di dire niente che una pacca sulla spalla ben assestata da Ronald lo riportò sulla terra.

-Bene- disse il vecchio - ora che ci siamo tutti, il padrone di casa Gordon può iniziare a illustrarci il da farsi-

-Dici bene vecchia canaglia, meglio iniziare a darvi un idea della situazione. come sapete, l'acclamato scienziato Mark Yard è scomparso, e le possibilità che sia ancora vivo sono molto ridotte. La scientifica ha analizzato a fondo il laboratorio, ed è al lavoro per cercare di individuare qualche traccia dei rapitori. Ora tocca a noi iniziare a far sul serio! Mariam, viste le sue abilità nel trovare accessi a siti feticisti anche nel computer di un qualsiasi uomo rinomato d'alta classe, resterà in sede ad analizzare il portatile del professore stranamente lasciato intatto e prelevato dal laboratorio. Io e Ronald  setacceremo la casa posta sotto sequestro del professore, mentre quei due taciturni di Quentin e Lee si recheranno al fatidico laboratorio, non si sa mai che qualche importante elemento sia rimasto nascosto in quell'inferno.

-Inferno?- chiese dubbioso Lee

-Fidati amico, nonotante la scientifica abbia pulito un pò, tutto è rimasto come al momento del rapimento. E vedrai tu stesso che non è uno bello spettacolo.

Gordon aveva dannatamente ragione. Ampolle di vetro rotte, un maestoso alambicco sfasciato, feci di topo e topi stessi ovunque, anche morti. Per non parlare dei tavoli mezzi rotti imbrattati di formule, dei barattoli pieni di urina...mancavano solo i bulbi oculari sott'olio, e sarebbe stato un perfetto laboratorio da film dell'orrore. Decisamente uno strano ambiente per un pluripremiato come Yard. Cosa c'era di peggio che setacciare un posto del genere? Beh, probabilmente setacciare un posto del genere insieme a un certo Quentin Campanella.

L'italoamericano iniziò a perlustrare la zona silenziosamente. Troppo silenziosamente per Lee. Cercò di non farci caso, e iniziò ad osservare meglio ogni piccolo elemento che formava quel tetro luogo. Nulla stava catturando la sua attenzione, quei barattoli e quei topi così osceni a prima vista stavano iniziando a diventare banali.

Un urlo.

Lee si girò di scatto e afferrò la pistola. Si trovò davanti un grosso cane nero che stringeva fra le fauci qualcosa di non identificabile a prima vista...guardò poi Quentin.

Gli mancava il braccio sinistro.

Lee fece per sparare, ma qualcuno scagliò contro di lui una pesante scatola piena di ghirigori. Prima di perdere i sensi, vide un ombra dileguarsi attraverso il pavimento, e Quentin che con il braccio rimasto impugnò la pistola e sparò un colpo preciso alla bestia nera.

Poi più nulla.

Questo è più di un gioco.


Forse è solo un giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora