I partecipanti d'onore

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Un lunghissimo minuto di totale silenzio. I tre uomini continuavano a guardarsi intorno, in cerca di un qualcosa che potesse distrarli, anche solo per un momento. E alla fine l'agente più giovane e in forma del gruppetto si alzò, puntando al tavolino poco più avanti. Afferrò un pacchetto di sigarette e,accorgendosi di aver fra le mani una piccola scatoletta priva della sua quotidiana medicina, lo sbattè a terra con arroganza Holliwoodyana. L'uomo seduto nella sedia centrale, con uno scatto che faceva dimenticare a chiunque lo vedesse che egli fosse un reduce di guerra di una certa età, piombò davanti al giovane, fissandolo con i suoi occhi di un verde intenso.

- Senti Miz- iniziò con aria autoritaria - Te lo leggo negli occhi. Nei movimenti. In tutto ciò che fai. Per un dannato ammasso di pixel vuoi già abbandonare? Sei arrivato fino a Dallas per poi scappare urlando con le mutande piene di merda?

-Ronald santo cielo, sei impazzito? Io non mollo per uno strano e inquietante video, non...non sono così fighetta sai? E cazzo smettila di scrutarmi così, mi...mi...-

-Ti spavento? Avanti signorino Lee Miz, non ha nemmeno il coraggio di pronunciare un semplice verbo davanti a un rugoso vecchiaccio come me?- Dicendo ciò Ronald sorrise, e batte la mano sulla spalla del fin troppo fragile Lee. Ronald conosceva bene i suoi ragazzi, sapeva bene che  metodi usare per esorcizzare la loro paura. Per Miz bastava caricarsi la bocca di insulti ben calibrati, in modo che il giovane, tendente a diventare arrogante e fastidioso pur di nascondere il terrore, tornasse con i piedi per terra e abbandonasse vigliaccolandia. Poi c'era l'altro agente, Quentin, ma non era un suo ragazzo ne tanto meno aveva bisogno di un padre.

 A differenza di Lee, pompato come pochi ma dall'animo fragile, l'agente Quentin Campanella, di mezz'età, sembrava l'esatto opposto. Non molto palestrato e dalla salute precaria, compensava con un immensa chioma castana e con un animo inscalfibile, come un immensa muraglia. Sembrava che si fosse dimenticato dell'esistenza di emozioni e sentimenti basilari come la gioia, la paura, l'amore... all'agente Ronald Braum non piaceva questo tipo di persone, per nulla. Non c'è peggior cosa per un vecchio pieno di storie di portarsi appresso un soprammobile vivente.

A quel punto, calmato Lee, Ronald si sedette sulla sua sedia e,lanciando un occhiata di intesa all'italoamericano, gli fece capire che era il momento di alzarsi  e di fare rapporto su ciò che era appena sucesso. Strano a dirsi, ma li il capo era Quentin.

-Agente Braum e agente Miz- iniziò con voce assurdamente neutra -sono stupito quanto voi dopo la visione di tale documento e, appena l'agente Miz smetterà di provare a rollare di nascosto una canna utilizzando una pagina di una rivista porno e dell'erba fornitegli dall'agente Braum, provvederò a informare i presenti di ciò che ho fatto mentre i suddetti agenti se la prendevano comoda.

Dopo un breve risolino di Ronald, Quentin proseguì:

-Ho inviato il materiale da noi visionato ai principali,con allegato un personale commento. Poco fa mi hanno ricontattato i superiori riferendomi che al caso della sparizione del professor Yard sono assegnati i seguenti agenti: Mariam Luftanova, Gordon Crews e noi tre. Sappiate che è un caso molto intricato, richiedo la vostra massima collaborazione e...-

Quentin si interruppe. Con gran fragore, la finestra della stanza si era spalancata. Ronald e Lee si voltarono contemporanamente, ma nulla catturò la loro attenzione immediatamente. Poi però, con grande leggiadria un foglietto atterrò sul pavimento. Lee era impietrito, poteva essere di tutto, anche una strana bomba. L'aveva imparato durante l'addestramento. Stesso ragionamento fecero Ronald e Quentin, ma alla fine quest'ultimo lo raccolse. 

Su di esso vi era uno strano simbolo composto da una rana seduta su una scatola piena di ghirigori. Accanto al timbro, con tratto fine, vi era scritto " siamo lieti di annunciarvi che siete stati scelti come partecipanti d'onore al grande Gioco. Sappiamo che sarete felici di partecipare, ma non preoccupatevi, domani tutto avrà inizio. Buon divertimento". In fondo all'invito vi era una strana firma, "-Bug".

I tre agenti erano nuovamente confusi, spauriti, intimoriti. Ma ormai erano dentro a questa storia, dopo appena mezz'ora dalla visione dell'ultimo lamento di Yard. 

Ma alle cavallette piace la confusione di questi simpatici omoni, il loro terrore nel leggere un semplice invito le faceva assai divertire, e avevano iniziato a osservarli con grande interesse. E magari una fra quelle menti contorte si sarà chiesta:

"Ma questo è davvero solo un gioco?".


Forse è solo un giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora