Galeotte furono le elezioni

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Il mattino dopo il leggero chiacchiericcio che proveniva dalla finestra mi svegliò, strappandomi da quel dolce limbo dove due occhi neri mi guardavano in maniera languida. Piano, piano i miei sensi cominciarono a risvegliarsi, provai a stiracchiarmi portandomi le braccia sopra la testa, ma un leggero peso sulla mia destra non mi permetteva di muovermi come avrei voluto. Mi accorsi, dopo qualche secondo, di un soffio delicato che mi accarezzava il collo e qualche capello castano che mi solleticava le guance. Finalmente i miei neuroni si collegarono e ricordai di essere rimasta a dormire da Georgina.

Il sole entrava leggero dalla finestra, il silenzio era assoluto, anche le voci che mi avevano svegliato erano cessate, il fascio di luce che entrava rendeva visibili i piccoli granelli di polvere che danzavano nell'aria, la stanza sembrava quasi sospesa nel tempo. Mi stropicciai gli occhi con la mano libera, l'altro braccio era ancora intrappolato tra quelle di Jo, per poi voltare il viso verso di lei e cercando di non svegliarla, cominciai ad accarezzarle i capelli, era un movimento quasi naturale, lo facevo senza pensarci, le spostai i capelli dal viso appoggiandoli dietro l'orecchio. Jo sbuffò leggermente arricciando le labbra e io non potei far altro che fermarmi a guardarla sonnecchiare sulla mia spalla, che appunto, mi faceva leggermente male chissà da quanto il sangue non circolava decentemente in quella zona. Il naso dritto, le guance piene e morbide, le lunghe ciglia che sapevo nascondevano il verde più accecante che avessi mai visto, le labbra rosse a cuore. Sembrava la descrizione di una di quelle strafighe dei telefilm che tutte cominciano a shippare con chiunque, per poi dedicarle amore eterno, ma non c'era altro modo per descriverla.

Non so quanto tempo rimasi a guardarla, immobile, per paura di svegliarla; ma la sveglia cominciò a suonare, le note dei Kiss rimbombarono tra le pareti, così mi allungai leggermente per spegnerla, riportando poi lo sguardo sulla mia amica che stava aprendo gli occhi, infastidita.

Le sorrisi, spostandole l'ennesimo ciuffo che ricadeva sul suo viso, lei si avvicinò di più contro di me, per godersi un po' le coccole.

- Jo, dovremmo alzarci -

- Altri 5 minuti, Mer. Lo prometto -

Sbuffai sorridendo. Nel silenzio, inconsciamente, presi a farle dei leggeri grattini sulla schiena che lei adorava particolarmente.

- Mmmh, stai cercando di sedurmi O'Brien? -

Una leggera risata mi scappò dalle labbra sentendo quella domanda, stavamo quasi sussurrando, non volevamo rovinare quella strana atmosfera che si era nuovamente creata in quella camera.

- Perché sei seducibile Atwood? -

Alzò il viso dalla mia spalla per potermi guardare negli occhi, o meglio inchiodarmi con il suo sguardo, ancora lucido e leggermente appannato dal sonno.

Avrei voluto sapere cosa le passava per la mente.

Passò una mano dietro la mia nuca in una lenta carezza, mentre si sporgeva verso di me lentamente, sempre guardandomi. Io non riuscivo a muovermi, gli occhi di Jo dovrebbero essere seriamente illegali. Sentivo il suo leggero fiato sulle labbra, i nostri nasi si sfioravano e la sua mano continuava ad accarezzarmi la nuca, un mio punto debole. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, se stessi sognando o meno. Eravamo talmente vicine che quando Jo prese a parlare le sue labbra sfioravano le mie.

- A quanto pare, sei tu quella che si lascia sedurre -

Dicendolo si staccò velocemente, cominciando a ridere sprofondando nel suo cuscino.

Io rimasi intontita per qualche secondo, cercando di registrare tutto quello che era successo in quei secondi; i profumi, le sensazioni, per poi finalmente capire la grande presa per il culo.

With or Without youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora