Venerdì.
Non è forse la parola più bella dell'universo?
Ve-ner-dì.
Insomma, se Robinson Crusoe ha dato al suo unico amico quel nome un motivo doveva pur esserci.
Domani ci sarebbe stata la festa di Marck, e io e Georgina eravamo eccitatissime e preoccupate perché, in un modo o nell'altro, avremmo combinato una cazzata.
Cazzata che sarebbe stata documentata.
Cazzata che sarebbe stata giustificata dall'elevata presenza di alcol nel nostro sangue.
Come ogni anno.
E non scordiamo che le feste di Marck sono sempre a tema. Quest'anno il tema designato era: Indiani e CowBoy, dopo il delirio dell'anno scorso con Vampiri e Lycan. Era un modo per noi poveri sfigati Nerd di sfogare le nostre voglie represse di interpretare un personaggio, cosa a cui Jo non partecipava volentieri visto la sue continue lamentele sul fatto che eravamo troppo grandi per mascherarci. Seh. Intanto stava imparando il Na'vi sperando che Marck decidesse di farlo a tema "Avatar".
Ero seduta, da sola, su una panchina in attesa di Jo che era stata fermata dal professore di economia domestica. A quanto pare la mia Georgina aveva ben deciso di provare a dare fuoco all'istituto dimenticando i suoi biscotti radioattivi nel forno.
Per fortuna non avrei dovuto assaggiarli.
Per passare il tempo in attesa della Piromane, decisi di continuare a leggere gli "Hunger Games" in modo tale da andare al cinema e vedermi Mockingjay preparata. Perché il detto degli O'Bullivan, il nome che ci eravamo dati io e Marck, Sullivan per la cronaca, era:
"Prima il libro finisco e poi il film guardisco."
Sì lo so, il termine "guardisco" non esiste, ma non avevamo trovato una rima decente e poi potevamo permetterci licenze poetiche.
Si fa quel che si può.
Ma se dovevamo guardare un film, volevamo avere la facoltà di poter criticare conoscendo le vicende scritte dall'autore.
Ero immersa tra i pensieri di Katniss Everdeen, così concentrata, che ogni rumore sembrava una leggera musichetta di sottofondo, questo finché due Converse nere, con la gomma piena di scritte, entrarono nella mia visuale.
Quelle scarpe mi erano fin troppo familiari.
– Hey, cosa ci fai qui tutta sola? -
Ci misi pochi secondi a collegare quella voce a quella di Juliette, mentre sentivo distintamente il cuore partire per la tangente, manco avesse un razzo propulsore al posto dell'aorta.
Maledizione.
– Ciao... - brava, calma, respira e soprattutto non balbettare - ... sto aspettando Georgina. -
Continua così.
– Posso sedermi? -
In risposta spostai la cartella in modo da darle lo spazio per sedersi al mio fianco. Ma non avevo previsto la vicinanza assurda a cui si sarebbe seduta. Le nostre gambe si toccavano, così come le nostre braccia.
E la legge non scritta sul non invadere lo spazio altrui, dov'era finita?
Sta zitta, che ti sta facendo fin troppo piacere.
– Cosa leggi? -
Alzai il libro, in modo da farle vedere la copertina, dandole il tempo di leggere il titolo.
STAI LEGGENDO
With or Without you
RomantizmMeredith O'Brien è una studentessa comune un po' troppo nerd; è migliore amica della regina indiscussa del Liceo, Georgina Atwood. La sua vita sembra proseguire tranquilla per la sua strada verso il diploma, finché due occhi neri non metteranno in d...