3. Disagi

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In camera sua, Frida è impegnata a svolgere un compito magistrale. Con il cordless tra la spalla e l'orecchio, cerca di colorare in modo abbastanza decente le dita dei piedi di un blu scuro.
E' un tipico sabato pomeriggio, i raggi del sole illuminano la stanza dalle pareti lilla, la finestra socchiusa, perché l'odore di tabacco è pregnante e ci vuole molto prima che sia meno percepibile.
E Frida al telefono, con i capelli sistemati in una coda disfatta, mugugna parole sconnesse ad un Niall Horan che sproloquia sempre un po' troppo.
"Ma mi stai ascoltando?"
La rimbecca questo, probabilmente con gli occhi azzurri socchiusi e l'espressione stizzita che lo accompagna ovunque si trovi.
"Mh- mh"
"Quindi vieni?"
Frida arriccia le labbra e si guarda un attimo attorno, attonita."Dove?"
"Appunto - la voce dell'altro esce così tagliente che lei ci rimane un po' male -Vedi che non mi stavi ascoltando?"
"Scusa, è che al momento sto facendo una cosa importante."
"Immagino - sospira, poi tace, sospira di nuovo - Sta sera a Picadilly apre un nuovo pub. Vado con i ragazzi, se vuoi venire ti passo a prendere."

Frida non li conosce, i nuovi amici di Niall. Sa il poco indispensabile, lui non se è mai sbilanciato più di tanto e a lei non gliene frega di conoscere gente nuova. Soprattutto quella che frequenta Niall, sempre un po' troppo alternativa e trasandata per i suoi gusti.

Quindi chiude la boccetta di smalto e muove le dita dei piedi, osservando il lavoro minuzioso svolto con cura. E sì, può andare. Così afferra con una mano il cordless e si getta contro il materasso a piedi in aria. Sprofonda sul piumone cedevole e chiude gli occhi qualche istante, sospirando appena.
Non ha voglia di uscire, si sente stanca e un po' troppo stremata.
Però le alternative sono poche, l'idea di passare il sabato sera da sola a guardare programmi spazzatura non l'entusiasma. Soprattutto sapendo che Leah - sua sorella, che è una di quelle ragazze noiose e antisociali da voltastomaco- esce pure lei; si sentirebbe troppo patetica per rinunciare ad una serata tra amici.
Quindi "okay, ti aspetto alle nove" dice un po' rassegnata. Immagina Niall sorridere soddisfatto dall'altro lato della linea, magari torturandosi il lobo dell'orecchio con le dita tozze, gesto che fa continuamente quando c'è qualcosa ad elettrizzarlo. E a rincarare il concetto, lui se ne esce con un "grande! Porta la carta d'identità falsa, senza alcol sei insopportabile."
In risposta Frida alza gli occhi al cielo ma non replica alla frecciatina, trema appena perché c'è l'aria esterna che entra con troppa brio all'interno della sua camera, e si mordicchia le labbra.
"Coglione."
Lo sente ridere con la sua solita risata sguaiata, quella che lei proprio non sopporta. Però sorride comunque, perché lo sa bene anche lei che non la digerisce solo perché è contagiosa. A Frida ridere non piace, la sua risata è troppo isterica, i denti si svelano troppo e le labbra si stendono appena. Lo fa quando è necessario, spontaneo, indomabile. Il resto del tempo, socchiude gli occhi e fa finta di niente. E' più facile così.
"Senti, adesso chiudo 'che i ragazzi mi aspettano - dice lui, Frida sente dei rumori di sottofondo come quelli di un accendino in funzione e del vento troppo acerbo -Ci vediamo dopo. Puoi portare anche quella antisesso di Charlotte, se ti va."
Frida si stropiccia gli occhi con un mano, esausta è eufemico per come si sente, se fosse mattina, Niall lo insulterebbe di più, perché Charlie è intoccabile e lui non può permettersi di offenderla.
E anche se sa che sì, lui sta solo scherzando, si sente in obbligo di difenderla.
Pertanto: "geloso che attiri più cazzi di te?" domanda con il cipiglio, nonostante lui non la veda.
"Non puoi capire quanto."
Frida sorride appena, si rovescia prona sul letto e cerca il contatto dell'amica al cellulare, perché a quanto pare ha deciso che la sfigata non la vuole fare, non almeno quella sera.
"Quindi a dopo - riprende il ragazzo, notando il silenzio prolungato - cerca di renderti più grande, e mi raccomando! La c-"
"La carta d'identità, sì ho capito,- ribadisce lei atona - Adesso chiudo - e poi sardonica - Non stancarti troppo con i tuoi amichetti, 'sta sera trovi merce migliore."
Il telefono che Frida tiene in mano finisce sul tappeto, con la conversazione terminata di botto e un po' di confusione che annebbia la mente del buonista Niall Horan, il quale ancora non ha capito il senso dell'ultima allusione.
Quando ci arriva, arriccia le narici infastidito. E con le mani infilate nel retro degli skinny jeans, una lattina malamente calciata sotto i piedi, si lascia uscire un più che meritato "Sei proprio una fottuta stronza, Frida Parker."



Erba Cattiva | One DirectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora