La prima festa universitaria, non se la dimenticherà mai.Lo decide nell'esatto istante in cui la vede.
Tutto ciò che è successo prima non ha importanza di commemorazione. Perché Niall Horan ubriaco fino al midollo, con gli occhi sbarrati e le guance paffute, prima o poi si sarebbe preso una stecca comunque. E Louis nonostante tutto, se non quella sera, ci avrebbe provato quella dopo.
E' nell'esatto frangente in cui i suoi occhi si posano su di lei, che Frida capisce che quel momento le rimarrà sotto pelle, tra le ossa, nella mente.
Che se lo porterà addosso come una zecca fastidiosa, tra i meandri nascosti, le fessure più profonde. Che non riuscirà più a guardarla nello stesso modo, proprio lei, che ha sempre messo al rogo i suoi comportamenti spregiudicati.
Louis le sta disegnando una mezzaluna a dita leggere sulla spalla, i polpastrelli ruvidi che accarezzano la pelle scoperta e Zayn – conosciuto solo un'ora prima come l'amico dell'altro – sta ancora fumando una canna dall'odore rivoltante: quando si accorge di una macchina familiare sostare proprio di fronte al motorino allo scatafascio di Niall.
L'aria puzza di fumo e freddo, Frida scuote la testa ad un'ennesima offerta di bere da parte di Louis che "dai, un sorso e via" con gli occhi incollati alla schiena di Harry.
Quel Harry Styles che sta aspettando la sua ragazza, accovacciato sul marciapiede qualche metro più in là, un capellino blu a nascondergli i capelli ribelli e le mani rintanate nelle tasche del giaccone.
E proprio lui, si alza traballante su quei piedi troppo grandi e si avvicina alla macchina bianco sporco che adesso ha arrestato il moto.
Frida segue ogni movimento del ragazzo, sorvolando sulle pretese di Louis e lo sguardo perplesso di quel Zayn Malik dalla pelle mulatta e denti abbaglianti.
La portiera si apre; una ragazza scende. Ha la testa china sul cemento sotto i suoi piedi, dei capelli neri ad incorniciarle il volto, mani pallide che risaltano in quel buio osceno di vestiti e notte.
Frida si ritrova ad ansimare, quando la riconosce. La testa in preda a bombardamenti, le pupille sconvolte.
Si volta di botto verso Louis, gli occhi sembrano biglie da bigliardo e "Chi è quella?" dice con un rantolo.
Riporta lo sguardo verso la ragazza, nascosta da un petto grosso, braccia lunghe a fagocitarle il corpo.
Guarda con le tempie martellanti quel bacio intimo, incancellabile, tra i due. Osserva sconvolta come le mani della ragazza viaggino dietro il collo del riccio, a tenerlo saldo e stretto a sé.
Louis segue i suoi occhi, le dita fredde adesso sul collo della bottiglia, con un sorriso storto su quel viso di emozioni forgiate nella plastica.
E sorride ancora, quando ribatte "Linda, la fidanzatina di Harry" prima di appoggiarsi con i gomiti sullo schienale della panca.
Le ricorda uno spettatore fuori luogo, pronto a godersi un'esibizione in cui ha investito tante aspettative. Su quelle labbra sapore di sigaretta, alcol e divertimento, dove con la lingua sta già degustando l'esito di quello show imminente.
Frida sbatte le palpebre, con gli occhi su di lui, quasi senza parole. Pensieri torbidi che sciabordano.
Sta ancora cercando di capire il sapore di quelle emozioni, quando sente un "Leah" che la fa irrigidire. Zayn Malik si permette un tiro più lungo a quella canna avvilita, gli scarponi che grattano il terriccio sotto di lui. Sembra a disagio, con gli occhi dei due ragazzi addosso. Sposta lo sguardo verso la scena sotto questione e si lascia scappare uno sbuffo, affermando con più sicurezza: "Si chiama Leah"
"Leah– ripete Louis, piano e lento. Gli occhi appannati dal piacere di avere un nuovo nome tra le labbra. E scuote appena la testa, le spalle che si rilassano mentre lo sguardo lo fa vagare sul corpo di Frida. – Bambolina, non fare quella faccia"
Ma lei non reagisce, come se immersa in un campo insonorizzato. Il corpo congelato fuori, le membra infuocate dentro. Continua a fissare Leah Parker, sua sorella, con un sorriso che non le ha mai visto addosso. Con quelle mani piccole racchiuse da quelle del suo ragazzo, quello che a casa ormai è diventato l'argomento del giorno.
Frida si rende conto di avere gli occhi puntati su di sé solo quando la mano di Louis le raggiunge il fianco scoperto. E strizza gli occhi, mentre si divincola da quella presa invadente. A quanto pare gli spazi personali non sono compresi da tutti, rispettati come dovrebbero essere: leggi universali per le quali è punibile l'amputazione degli arti.
Così "Che c'è?" ribatte intirizzita. Si sistema lo scollo della maglia, i capelli che le sfiorano gli zigomi.
Gli occhi azzurri di Louis brillano convulsi, il braccio che avvolge lo schienale di quella panchina umida e fredda.
La guarda con un sorriso furbo e "Bambolina non è che sei gelosa, vero?"
"Cosa?"
E' che Frida si sarebbe aspettata qualsiasi cosa, tranne che una domanda del genere. Quindi s'irrigidisce, quasi sconcertata e colta alla sprovvista, con il fiato che s'infrange nell'aria della notte. Si sente l'eco di una musica rivoluzionaria, intinta di beat forti e bruschi. E risate sguaiate zeppe di versi sporchi.
Zayn continua a fumare, nel frattempo. Gli occhi scuri pieni di curiosità. Mentre Louis sta sorridendo sghembo e gioca con il collo della bottiglia vuota, prima di spiegarle il perché della sua supposizione. "Sei tutta rossa – si giustifica con parole cariche di sottintesi – E continui a fissarlo. Guarda che non devi essere in imbarazzo, siamo amici. Tra amici si mantengono i segreti e le confidenze sono cose buone e giuste"
Frida aggrotta la fronte e scuote la testa. Si sente salire un'emicrania. Gli occhi vagano un po' ovunque, da Leah, a lui, a Zayn Malik. E non sa se essere allucinata per il modo in cui Louis abbia definito il loro rapporto o per aver dato l'idea di essersi presa un'infatuazione per Harry Styles. L'unica cosa di cui è certa, è che le convinzioni le sono crollate di botto addosso, una grande frana di menzogne.
Così respira forte e stringe le ginocchia tra di loro, stizzita e forse amareggiata.
"Per niente, fidati" alla fine dice, e in modo involontario riporta lo sguardo sulla coppia. Li vede con le mani congiunte e i volti illuminati di sbieco dai lampioni. Dietro di loro, una ragazza dai capelli chiari e la faccia di una che preferirebbe essere da qualsiasi altra parte, tranne che lì. A Frida sta già subito simpatica.
Il vialetto è enorme, pieno d'erba fradicia d'umidità. Eppure per chissà quale gioco meschino, si stanno dirigendo proprio verso l'ingresso secondario della casa. La panchina su cui è seduta Frida è lì accanto.
"Ma quella non è Tatha? – Zayn ha un sorriso di chi la sa lunga sulle labbra carnose. Lancia un'occhiata di compiacimento a Louis, che si è già premurato con grazia di stringere Frida tra le braccia.
"Che cazzo fai?" bercia lei, mentre cerca di dimenarsi, ma la presa del ragazzo è salda, decisa. Le sue dita le premono sul fianco con forza, quasi facendole male. Si ritrova a respirargli sul collo niveo, la pelle che gli puzza di tabacco e sale ad intossicarla.
"Bambolina - Louis le alita addosso; parla a denti stretti –La vedi quella? E' la mia ex ragazza e io sono molto arrabbiato con lei. Ora, per favore, sta' ferma"
Forse è per il modo in cui sputa le parole – è rabbia quella?, o per il breve frangente in cui gli occhi di Leah si posano su di lei, che Frida ammutolisce e lo lascia fare.
Li guarda marciare davanti. Harry in mezzo a quella fila di donne dai corpi profumati. Lo vede sorridere appena, quando la becca a fissarlo. Poi, quando gli occhi li poggia su Leah, trasale.
Sono dentro alla casa, quando realizza. Vorrebbe fare qualcosa; urlare o piangere, prendere a calci il terreno o tirare un cazzotto sullo sterno di Louis. Ma tutto ciò che fa, ricordando il modo freddo e distaccato in cui sua sorella le ha lanciato uno sguardo, come se non la conoscesse, o reputasse feccia, è chiedere una sola cosa:
"Dov'è la vodka?"
E questo è quanto.
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Erba Cattiva | One Direction
Fanfiction«Cara» fa Nikita, prende un fiammifero da una scatolina sopra il tavolo e «cara» fa ancora, «vai a letto con Harold, tesoro?» Frida trattiene il respiro, stringe forte la tazza tra i palmi, «no» scuote la testa con frenesia, «no, non vado a letto...