13. Tana del Lupo

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Frida guarda davanti a se e tutto ciò che vede è una muraglia di palazzi malinconici, di quelli di bassa lega, con le parabole satellitari tenute su con scotch isolante e qualche miracolo divino, in quei rari davanzali rovinati dalle intemperie. Stendipanni improvvisati nelle inferiate, vestiti comprati in qualche mercato delle pulci, forse a Camden Town. Tutti immersi in un cielo di un plumbeo grigio, il sole fuggiasco, il clima che trasuda tristezza e sconforto.

Frida stringe più forte il cappotto al petto, evita gli sguardi dei tizi appostati qualche metro più in là, appoggiati con il culo al pavimento lercio, le teste inclinate, curiose. Curiose di trovare una ragazzina li in quel pattume, in quell'Olocausto di sporcizia. Con quel suo bel visino bianco, con i vestiti ben stirati, le scarpe ben tirate a lucido e le suole immacolate.

Per non parlare di quel cappottino delizioso. Rosso malva, elegantissimo, forse troppo grande per il suo corpo, che la copre tutta, le forme e gli indumenti lì sotto. Sotto, ecco, lì sotto chissà cosa si sta nascondendo. Stuzzica l'occhio, quel cappottino malva, elegantissimo, lo confermano gli sguardi che Frida riceve. Eppure non la lusingano, quelle smorfie ammiccanti, la spaventano da morire. La terrorizzano. E allora accelera il passo, con le suole nuove di zecca che sondano il cemento, calpestano cocci di vetri blu e gialli, sollevano polvere e fango secco. Ha il petto che si muove su e giù, su e giù, senti come batte forte il suo cuore.

Dentro la tasca del suo cappottino, c'è un foglietto. Ha ancora un po' di scotch attaccato ai bordi, come se fosse stato strappato all'improvviso, con irruenza, per non essere colta in fragrante, con le mani nel sacco. C'è ancora della vergogna a imporporarle le guance, Frida se la sente ma non riesce a soffiarla via. Forse è caduta in basso, o magari, al contrario, sta solo prendendo la rincorsa per spiccare il volo. Come una graziosa farfallina dalle ali delicate, proprio belle, leggere e amabili. Peccato che proprio le farfalline, l'immagine di Frida, carina e altolocata, non sia poi così tanto rassicurante. Le farfalline si sa, crepano presto.

Il posto che sta cercando non dista molto, sta a 6 Bamber Road. Ci impiega cinque minuti ad arrivarci, forse qualcosina in più, non ci fa caso. Ha ancora il cuore che palpita, come se ci fosse un omino intrappolato nel suo petto, suonando una sorta di gong come passatempo. A Frida il cuore, il muscolo involontario, quello che ripartisce le direzione del sangue, per intenderci, non serve poi così tanto. Sta vivendo? Ne siamo sicuri? E forse nemmeno quello metaforico, la fonte del buon senso, della pace, della concezione del giudizio. Tutto andato a puttane, ma tanto che le frega? Chi lo vuole, un cuore? Chi lo vuole un cuore quando può fare questo?

Sta tenendo premuto il campanello. Ce ne sono tanti, una decina, si susseguono uno dopo l'altro. Tutti malmessi, su una scatolina di metallo arrugginita, incollata e pendente sulla facciata esterna del palazzo. Frida sta ancora tenendo premuto il cognome della sua vittima, quando c'è un leggero brusio, dall'altoparlante. Hanno alzato il citofono, ma nessuno che «chi è?» dice. Niente «Si? No, niente testimoni di Geova» o «la mia tariffa telefonica va più che bene così»

Nulla.

Allora «Harry?» fa Frida, con le mani stringe di più il colletto del cappotto, «Harry mi puoi aprire? Sono Frida», lo ripete con tono da disperata. Perché si sta cagando sotto, si sente ancora quegli occhi porcini addosso, a trapassarla da parte a parte, a sbirciare sotto il cappotto, sotto la gonna, sotto pelle.

«Per favore» dice ancora e dondola sui piedi, guardandosi attorno, «è importante» si ritrova a frignare.

C'è un click. Hanno messo giù. Hanno messo giù il citofono, Harry non la vuole. Va' a casa, Frida.

Ma poi il portone d'ingresso si apre, fa un rumore strano, stridente. Come una bicicletta che frena all'improvviso, con i freni però manomessi, producendo un rumore sfiancate durante l'attrito tra ruote e strada.

Erba Cattiva | One DirectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora