1:Tic Tac.

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Ero sdraiata sul letto da un'ora,tre minuti e quindici secondi.

Fissavo il soffitto e seguivo il ticchettio delle lancette.

La mia camera era vuota,bianca e non arredata. Forse perché avevo sempre avuto la sensazione che prima o poi me ne sarei andata. Mi era sempre sembrata un posto provvisorio.

Gli unici mobili erano due librerie ai lati opposti della stanza,comunque insufficienti per la mia collezione di libri e Dvd. Il pavimento era cosparso di fogli in disordine,scarabocchi e anche qualche vestito.

Non ero mai stata la regina dell'ordine.

Alle pareti c'era qualche foto,ma non molte,e milioni di post-it con citazioni varie.

Il letto enorme e morbido,posto al centro,faceva sembrare lo spazio ancora più piccolo. In fine,c'era la grande finestra che dava sul balconcino da cui avevo una vista prospettica di Brooklyn.

In autunno,Brooklyn,era piuttosto pittoresca.

Continuai a contare i secondi.

Sentii bussare alla porta,ma non mi mossi. Non ne avevo voglia.

Bussarono di nuovo,e non mi mossi nemmeno quella volta.

Il letto era comodo,e chiunque fosse poteva aspettare.

Ci fu qualche minuto di silenzio,e poi bussarono di nuovo. Stavolta,dopo che non mi mossi,sentii la vocina di Camille oltre la porta.

«Shay,apri,per favore!»

Mi alzai pigramente,e raggiunsi la porta a piccoli passi notando quanto fosse lontana nonostante sembrasse poco distante dal letto.

Quando abbassai la maniglia,però,non vidi Camille. Davanti ai miei occhi c'era Sam con i suoi lunghi capelli rossi raccolti in una treccia,gli occhi verdi,e la faccia occupata da un enorme sorriso.

«Hai usato mia sorella per farti aprire la porta?» chiesi,alzando gli occhi al cielo.

Sam mi conosceva troppo bene,e sapeva che la mia sorellina era l'unica in grado di strapparmi al mio morbido letto.

Non si preoccupò di rispondere,e mi superò entrando nella stanza. Si diede una veloce occhiata intorno,probabilmente chiedendosi se almeno la disposizione dei fogli sul pavimento fosse cambiata.

«Stasera c'è una festa da Clifford.» mi sorrise.

«Da quando frequentiamo di nuovo le feste di Clifford?» chiesi,buttandomi a tuffo sul letto.

Non ero particolarmente in vena di feste,anzi. La mia serata ideale sarebbe stata qui a fissare il soffitto,forse avrei letto o guardato un film. Ma una festa non era nei miei programmi,specialmente non una come quelle di Clifford.

Le sue feste erano molto famose in città,ma personalmente mi ero sempre tenuta alla larga fino a quando Zack aveva iniziato a trascinarmici.

E io non avevo voglia di rivederlo.

«Oh andiamo! Sarà divertente...» iniziò a dire.

«Se non incontreremo Zack.» borbottai per concludere la sua frase.

«Quelle feste sono enormi! Non incontreremo mai Zack. Ti prego,ti prego,ti prego...» mi supplicò,sedendosi accanto a me e rivolgendomi una buffa faccia dolce.

Sbuffai in una risata,capendo subito il suo scopo.

«Calum è tornato in città,vero?» le chiesi ridacchiando.

Sam aveva sempre avuto una enorme cotta per Calum Hood,gli andava dietro dalle medie ma con scarsi risultati. Una volta in primo liceo si erano baciati,ma Calum poi non le aveva più rivolto la parola,e lei non aveva mai trovato il coraggio di chiedere un chiarimento.

Sunrise||Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora