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Feci affondare la testa nel cuscino,e respirai profondamente.

Continuai a ripetere a me stessa che potevo farcela,anche senza nulla da bere o da fumare io potevo farcela. Ma in realtà,stavo mentendo.

Perchè tutto,quel giorno,mi faceva pensare a lei. Perchè era come se fosse un dovere pensare a lei. Perchè era il compleanno di una Rowal,e i compleanni delle Rowal sono sempre dei grandi eventi - anche se sei morta.

Sarebbe stato il quarantaseiesimo compleanno di mia madre,quel giorno. E io non solo avevo l'obbligo di sopravvivere,ma anche quello di sorridere per Camille. Continuavo a ripetermi che dovevo farlo per Camille,e per mia zia. Il ricordo del modo in cui avevo trascorso l'ultimo compleanno di mia madre,con Zack e Mike,mi martellava la testa. Non le avrei lasciate da sole,non oggi. Era quello principalmente il motivo per cui non avevo intenzione di andare alla festa dei diplomandi.

Afferrai il cellulare,e lessi gli ansiosi sms di Sam che pensava a come vestirsi per il suo primo appuntamento con Calum. Mi venne quasi da ridere,alla banalità di quel problema mentre io tentavo di restare integra e di non correre verso l'unico mondo che potesse darmi sollievo.

«Stiamo andando,Shay sbrigati!» urlò mia zia,dal piano inferiore.

Mi alzai velocemente dal letto,tastai con il palmo della mano il viso. Mi sentivo come se avessi pianto per due ore,ma in realtà ero ancora perfettamente-quasi perfettamente- truccata e non c'era traccia di lacrime sulle mie guance.


Il silenzio riempiva l'auto mentre gli alberi sfrecciavano ai nostri lati. La strada era larga e per lo più deserta,le foglie rosse e gialle si erano posate sull'asfalto e qualcuna schizzava via al nostro passaggio. Osservai il profilo dolce di Camille,così piccolo e delicato che pensai potesse rompersi da un momento all'altro.

Arrivammo dopo pochi minuti.Il cimitero di periferia era un posto piuttosto curato,le foglie autunnali erano state rastrellate via e i fiori colorati davano un aria quasi estiva all'ambiente. Probabilmente tutta quella cura era un tentativo di renderlo meno malinconico.

Ci fermammo davanti alla foto di mia madre. Il suo viso sorridente,le labbra sottili quasi trasparenti,gli occhi azzurri così pieni di una vita che non c'era più,e i capelli neri elegantemente arricciati in boccoli.

Sorrisi amaramente a Camille,notando che mi stava fissando come per controllare che fossi ancora tutta intera.

Non ero intera,non lo ero per niente. Quel giorno mi distruggeva,mi uccideva,mi frammentava,era come sbattere il viso contro il pavimento e rialzarsi piena di sangue. Era angosciante,orrendo,e volevo solo che qualcosa mi facesse dimenticare tutto.

Zia Annabeth posò dei fiori accanto al viso di mia madre,con la mano sfiorò la sua foto e io mi trovai a notare quanto fossero incredibilmente simili.

I primi tempi dopo la morte di mamma,la presenza di mia zia mi innervosiva. Me la ricordava in continuazione,con i lineamenti così simili ai suoi e la stessa voce chiara. Ricordo di non aver voluto nemmeno parlarle per quasi un anno,e ricordo come me ne andassi di casa troppo spesso senza la sua autorizzazione. Aveva perso sua sorella,si ritrovava con noi due sulle spalle,ed io non avevo intenzione di collaborare perchè il mio dolore era troppo forte. Perchè,quando a quattordici anni,vedi con i tuoi stessi occhi il cadavere della donna che ti ha messo al mondo,non è una cosa con cui puoi convivere.

Estrassi una vecchia cassetta dalle tasche del parka,e la poggiai vicino ai fiori di zia Annabeth.

Ogni anno le facevo una playlist e gliela portavo,non importava se fossi in me o meno,l'avevo sempre fatto. Ero stata alla sua tomba anche quando il mondo mi crollava addosso,anche quando non avevo nemmeno coscienza del mio nome,anche quando dentro di me c'era più droga che sangue.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 02, 2015 ⏰

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