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Melanie si diresse verso il suo armadietto personale: il 236. Appena fu davanti ad esso, notò che era rovinato, mentre gli altri erano tutti nuovi, e non riuscì a fare a meno di chiedersi il perchè. Le sue domande furono interrotte dal suono della campanella dell'inizio-lezioni. Aprì freneticamente l'armadietto, e ci ripose i libri superflui. Dopo corse in classe, per fortuna ancora non avevano iniziato la lezione. Alla prima ora aveva matematica, la sua materia preferita, e non sarebbe voluta mancare in nessun modo. Di sedette al primo banco, da sola. Gli altri posti erano tutti occupati. All'ultimo banco c'erano addirittura un ragazzo e una ragazza che limonavano. Si girò verso la cattedra, e poi lo sguardo le cadde su un particolare del banco, c'era una frase, una strana frase: "Niente è facile qui". Melanie sentì una vampata di calore, forse provocata dall' eccessiva ansia, il che sarebbe stato normale, dato che era una persona molto ansiosa. Ad un certo punto vide entrare il professore di matematica, seguito da un ragazzo. Era carino, alto, robusto, biondo e occhi verdastri. Si sedette vicino a lei, dal momento che non c'erano altri posti. Anche il prof si accomodò, e si presentò. "Io sono il professor. Jack Anderson. Vi insegnerò aritmetica, geometria, scienze e tecnologia. Allora. Prendete fuori il quaderno di geometria". Non passarono nemmeno 5 minuti che avevamo già iniziato a riprendere gli argomenti degli anni scorsi ed incorporarci argomenti nuovi. Melanie seguiva tutto con grande attenzione. La matematica la appassionava veramente molto, era sempre stata la materia in cui andava meglio, ed anche uno dei motivi per i quali non riusciva a relazionarsi facilmente. Tutte le persone che aveva conosciuto in vita sua odiavano la matematica e amavano motoria, cosa che lei detestava.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 19, 2015 ⏰

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