Capitolo 8

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Lascio che l'aria gelata mi sferzi la pelle, facendomi rabbrividire di freddo.

Avvicino la sigaretta alla bocca e aspiro una lunga boccata, fino a che non sento il fumo che mi brucia la gola e mi inonda i polmoni.

Sensazione di soffocamento

Quella che sento ogni istante, ogni secondo della mia miserabile vita, ormai. Ancora non capisco perchè sono ancora viva e non in una bara bianca a riposare finalmente in pace.

Dovevo tagliare più a fondo, più velocemente, con più forza, mi dico, mentre con rabbia getto la mezza sigaretta a terra e spengo la cicca con la punta del mio piede nudo. Sibilo di dolore e respiro a fondo, poi salgo sul davanzale.

Mantenendo l'equilibrio, cammino avanti e indietro sulla ringhiera con passi lenti, sperando che qualcosa mi faccia accidentalmente scivolare di sotto. 

Ma non succede.

Mi fermo in piedi al centro del davanzale, le braccia spalancate verso il cielo scuro mentre la pioggia inizia a bagnarmi completamente. Sarebbe facile lasciarmi andare adesso, lasciarmi trasportare via dal vento e dalla pioggia. Ma so che non posso. 

Non posso per Charlie, che dopo tutto questo tempo e dopo avermi visto in queste condizioni penose mi ama ancora, nonostante ciò che è successo. Non posso per Sara, che mi chiama ogni giorno per più di dieci volte senza ricevere da me neanche un misero messaggio di risposta.

E poi, in fondo in fondo, non posso per lui. 

Damon.

So che sono una stupida, una pazza e magari anche un'illusa, ma io penso, io sento, che tornerà da me. Che almeno per un'ultima volta riuscirò a rivedere il suo bel viso costantemente corrucciato e rabbioso, i suoi occhi scuri e profondi che mi traffiggono.

La mia faccia è ormai grondante di acqua, chiudo gli occhi per impedire alla pioggia di accecarmi la vista. Solo io so che tra quelle gocce di pioggia che mi ricoprono il viso, ci sono lacrime amare, lacrime d'amore, le lacrime di un cuore e un'anima spezzati.

"Eveline, ti prego, non fare stupidaggini." La voce tremante di Charlie mi riporta alla vera e cruda realtà, strappandomi dall'oscurità in cui ero inconsapevolmente scivolata. Mi volto lentamente verso di lui, osservando il viso pallido e i capelli chiari bagnati. In questi mesi è dimagrito davvero tanto, anche lui ha sofferto, come me.

Charlie sente il mio dolore, è l'unico che riesce a farlo. 

Cerca di curarmi, anche se in fondo credo che sappia che non è possibile. E credo che sappia anche che non ho raccontato tutta la verità, ma non dice niente. Non mi giudica, non mi forza a dare risposte, mi stringe solo tra le sue calde braccia quando ne ho bisogno.

Sorrido debolmente. "Tranquillo, non avevo intenzione di buttarmi. Volevo solo prendere una boccata d'aria, là dentro soffoco." Rispondo. Lo vedo annuire, poi allunga lentamente la mano verso di me. "Va bene. Ma adesso scendi, okay? Potresti scivolare." Sospiro e afferro la sua mano, sentendo subito i suoi muscoli rilassarsi non appena mi avvicino e lo abbraccio.

"Entriamo dentro, qui ti prenderai una bronchite con solo questa maglietta addosso. Dài." Mi spinge verso le porte del balcone, facendomi entrare nella mia camera calda e accogliente. "Dio, è una cappa qua dentro, Charlie..." Mi lamento, mentre lui chiude il balcone. Si volta guardandomi di traverso e sfregandosi le mani, poi ci soffia sopra nel tentativo di riscaldarle. "Tu sei pazza."

Sbuffo, sedendomi sul letto e afferrando il mio pacchetto di sigarette dal tavolino lì vicino. Ne sfilo una e rimetto la stecca sul comodino. "Questo lo sapevo già." Mormoro in risposta, poggiando la sigaretta tra le labbra. Mi volto, in cerca del mio accendino. Guardo Charlie, che si sta dirigendo distrattamente verso il bagno. "Ehi, hai visto il mio accendino, per caso?" Chiedo con sospetto.

"Emh... no." Risponde vago, dal bagno.

Aggrotto la fronte, afferrando la sigaretta tra due dita e andando in contro a Charlie, che esce dal bagno proprio quando io sto per entrare. Sobbalza, gli asciugamani gli scivolano di mano. "Dammi il mio accendino, Charlie. Ora. So che ce l'hai tu." Sibilo.

Lui mi guarda deglutendo, poi sospira. "Eve... è già il terzo pacchetto di sigarette, oggi. Dovresti andarci piano, ti potrebbe fare seriamente del male..."

Mi infurio all'istante, sento i nervi cedere. "Sai cosa mi ha fatto male? Il fatto che per colpa tua mi è successo tutto questo!" Esclamo. A quelle parole, la sua espressione si contrae in una smorfia di pura sofferenza.

"Non volevo che ti accadesse niente, Eve, io..."

"Tu niente!" Grido, indietreggiando. Ho caldo, gli occhi spalancati e il sangue mi pompa troppo velocemente al cervello. "E' tutta colpa tua se adesso devo andare quattro volte alla settimana da una strizza cervelli e nel weekend in una clinica di recupero..." Sibilo.

"Eve, calmati..." Mi dice con cautela, avvicinandosi lentamente. Ad ogni suo passo in avanti, io ne faccio uno indietro. "Non mi calmo!" Strillo, tirando un calcio alla scrivania. Lui sobbalza, serrando gli occhi con forza per impedire alle sue lacrime di uscire."Sei la mia rovina, tu mi hai portata alla pazzia! Mi hai portata tu a questo livello!" Urlo ancora, senza fiato. "E' per colpa tua... se quella sera, in quel bar, mi hanno rapita. Perchè tu non c'eri." Sussurro infine, con voce tremante.

Osservo la sua espressione ferita. Il suo viso si annebbia, le lacrime mi riempiono gli occhi e poi colano sulle guance. Singhiozzo, premendomi una mano sulla fronte bollente e cercando di controllarmi. "Io... mi... mi dispiace..." Mormoro disperata.

Charlie si avvicina con l'asciugamano, aprendolo e avvolgendomi in quella spugna morbida e calda. Continuo a singhiozzare nervosamente, tremando e scuotendo il capo. "Io, Charlie, mi dispiace.... perdonami, ti prego!" Strillo in lacrime.

"Shhh.... ti perdono, Eve. Ti perdono, è tutto a posto. E' tutto okay, tesoro. Tutto okay..." Mormora con voce tremante, poi mi stringe tra le sue braccia, sospingendomi verso il letto. Ci sdraiamo l'uno di fronte all'altro. Mi accarezza la fronte umida e le guance bagnate con le sue dita morbide, sussurrandomi parole dolci e tranquillizzandomi.

Ascolta i miei deliri interiori senza dirmi niente, annuendo e basta.

Mi aiuta a sfogarmi e mi abbraccia, continuando ad accarezzarmi fino a che non mi si chiudono gli occhi. Il mio respiro, man mano, si calma, tornando ad una velocità nella norma.


Qualche minuto dopo cado in un sonno profondo e oscuro.


SPAZIO A ME!!!

Ecco qui il nuovo capitolo, finalmente sono riuscita a revisionarlo! 

Allora, che ne pensate? In questo capitolo vediamo una Eve profondamente cambiata, distrutta e lacerata. Vediamo il suo nervosismo e la sua rabbia. Dall'altro lato, conosciamo un Charlie ancora innamorato e comprensivo. Cosa credete che succederà? 

Lasciate un commentino e votate, se vi va... noi ci sentiamo alla prossima! :)

Bacioni, Giorgia <3


Senza Cuore - La FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora