Capitolo 14

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Da quando abbiamo finito la colazione, Damon è silenzioso. Molto, troppo silenzioso.

Mi preoccupa il suo sguardo, sembra distratto e fa di tutto per non guardarmi negli occhi mentre mi mette davanti dei vestiti di ricambio, sul tavolo cui sono seduta.

Afferro la sua mano calda, ancora appoggiata sulla pila di abiti che ho davanti. "Damon... è tutto okay?" Chiedo con un filo di voce, fissando quelle profonde pozze scure e tormentate.

Lui sospira, poi si avvicina e prendendomi in braccio, mi solleva sedendosi sulla sedia, sotto di me, io sul suo grembo.

Mi stringe forte a sè e ancora una volta i nostri cuori e i nostri sospiri di beatitudine si fondono, si uniscono.
Respira nei miei capelli, tastandomi le ciocche una ad una con una calma quasi folle. Qualcosa in lui non va.

Prende a baciarmi dolcemente il collo, le sue mani grandi e rassicuranti che mi toccano e mi sfiorano tutto il corpo, coperto solo dalla sua camicia che indosso ora.

"Ti prego, dimmi cosa ti tormenta. Vederti soffrire è qualcosa che ormai non posso più sopportare."
Lui sorride contro la mia pelle e scuote la testa, abbracciandomi con ancora più forza, se possibile.

"Forse perchè siamo dello stesso sangue..." Sussurra dopo qualche istante, il viso ancora nascosto tra i miei capelli. Aggrotto le sopracciglia e gli circondo gli zigomi perfetti con le mani, costringendolo a guardarmi negli occhi.

"Di che parli?"
"Eve... è incesto. Tu, io.... figli della stessa madre. È... sbagliato." Pronuncia queste parole con profonda disperazione e disprezzo, facendo mancare di un colpo il mio povero cuore.

Sta scherzando, vero? Ditemi che sta scherzando.

Mi irrigidisco sopra di lui, stringendo i denti e allontanandomi dal suo viso per scrutare meglio la sua espressione.
Sta nascondendo qualcosa e questo non mi piace. Affatto.

"Che ti prende? Non... non ti è mai interessato di questo, mai. Perchè tiri fuori questa stronzata proprio adesso? Mhh?"
Lui mi solleva e mi poggia a terra con un sospiro, alzandosi e passandosi una mano sul viso preoccupato.

Deglutisco a fatica, stringendo i pugni. L'ansia mi attanaglia lo stomaco. "Damon, cosa... cosa.... ti prego, dimmi cos'hai."

"Sto cercando di... di farti capire quanto io sia.... Cazzo!" Urla rabbioso, ribaltando uno sgabello all'ingresso della cucina.
Sussulto e subito mi avvicino, abbracciandolo da dietro e cercando di calmarlo con il mio tocco, ma lui mi respinge. Indietreggio, il respiro affannoso.

"Lasciami stare." Sibila, appoggiandosi con una mano al muro.
Lo guardo e rifletto, analizzando il suo comportamento. All'improvviso qualcosa mi salta in mente, facendomi stringere i denti per la rabbia.

"Ho... ho capito, Damon. Stai cercando di allontanarmi, adesso, per qualche motivo." La mia voce è un debole e triste sussurro. Mi si formano dei lacrimoni agli angoli degli occhi, pronti a sgorgare fuori come fiumi in piena.

"Tu... hai...hai promesso. Hai promesso, poco più di mezz'ora fa, che non mi avresti mai lasciata andare. E avevi detto che ti saresti fatto perdonare. Per tutto il male e la merda che mi hai lanciato addosso...." La mia vista è annebbiata mentre parlo, le guance impregnate di lacrime salate.

Batte un pugno contro il muro, rivolgendomi ancora le spalle. "Non dubitare mai delle mie promesse. Ciò che prometto, mantengo. Ti ho detto che mi farò perdonare per tutto, e lo farò. Ti ho..."

La sua voce roca si spezza, Damon fa una pausa. "Ti ho promesso che non ti avrei più lasciata e..." I singhiozzi lo scuotono da capo a piedi, ora, sta piangendo.
Con il cuore spezzato, faccio qualche passo avanti, con l'intenzione di toccarlo, ma lui si volta di scatto, gli occhi rossi fiammeggianti di rabbia e disperazione che mi fissano. "Vestiti. Vestiti e andiamo." Prima che io possa ribattere, Damon si precipita fuori dalla cucina.

**************************

No. No. No.

Ho sbagliato tutto.

Ho rovinato tutto. Non ho più la possibilità di creare bei ricordi con la mia Eveline, ora.

Afferro i suoi vestiti da terra e li stringo con forza tra le dita, ringhiando e aspirando il suo profumo floreale. Strappo la stoffa, riducendola a brandelli e poi lanciandola via.

Non ce la farò.

Come sono riuscito anche solo a pensare che avrei potuto continuare, senza di lei? Il solo pensiero mi uccide. Mi spacca in due, mi lacera l'anima.

Lancio un urlo di disperazione, mentre i singhiozzi mi scuotono il petto e il cuore e il cervello, costringendomi a sedermi a terra subito per non cadere.

La porta si spalanca e la mia Eveline distrutta si precipita verso di me. Si abbassa a terra, sale sopra di me e mi stringe, abbracciandomi con una tale intensità da farmi stare quasi male d'amore. Costringo le mie braccia a rimanere attaccate alla parete, anche se è la cosa più difficile da fare.
"Io ti amo. Ti amo più della mia fottuta vita.... ma cosa... cosa devo fare?" I miei sono lamenti disperati.

"Devi...devi solo continuare ad amarmi a modo tuo. A modo nostro. Devi solo restare al mio fianco, per sempre..." Sussurra in risposta, accarezzandomi i capelli dolcemente.

Non può capirlo, lei. Non riesce a capire il tormento che mi lacera da dentro, non riesce a percepire i demoni che tornano a farmi visita ogni cazzo di notte, nei miei incubi.

Ciò che ho passato a causa di nostra madre... non se n'è mai andato.

Quindi lo faccio.

Prendo un profondo respiro e mi ricompongo, inghiottendo tutte le emozioni e ricomponendomi in pochi istanti.

Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. È per il bene della mia piccola, mi dico. Devo farlo. Devo lasciare che quella parte di me torni, solo per un po'.... lo devo fare per Eveline. Per lei, solo per lei, per farmi perdonare.

È l'unico modo. L'unica scelta che mi rimane per risolvere tutto quanto.

Per salvare Eve da me stesso.

"Staccati." Le sibilo velenoso all'orecchio, poi la spingo via con violenza e mi alzo.
Indietreggia spaventata, i suoi occhioni azzurri mi studiano increduli e smarriti, in cerca di qualcosa dentro di me.

Non lo trova, e distrutta, si accascia contro il muro, lo sguardo freddo e traumatizzato.

"Adesso torniamo a casa, Eveline. Torniamo a casa dalla mamma."

SPAZIO A ME!!!!

M-mi... mi odiate, vero? *Faccia da innocentina*

Lo so che mi state maledicendo, lo so, lo so. Damon è tornato ad essere quello di prima... ma questa volta l'ha fatto per il bene della sua piccolina, Eveline.

Capirete tutto nel prossimo ed ultimo capitolo che concluderà definitivamente la saga Senza Cuore.

Oh mio Dio, detta così è bruttissima. Non ci posso credere che siamo alla fine! :(
Ma sapete che comunque ho tante nuove storie, per voi...

Ditemi in un commento cosa pensate che succederà nel prossimo ed ultimo capitolo, e magari lasciate un votino. Alla prossima! :D

Bacioni, Giorgia ♡










Senza Cuore - La FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora