POVS MARTINA
Sono Martina Stoessel e da più di sette anni sono stata affidata alla famiglia Blanco. Non ho idea di chi siano i miei genitori, né se siano ancora in vita, non so nulla della mia vita passata, so solo che ho trascorso la mia infanzia in un collegio, ma adesso sono felice con Cecilia e Jack. Loro sono così amorevoli con me, mi fanno sentire come loro propria figlia. Sono dei genitori e persone fantastiche e hanno saputo educarmi e crescermi con discrezione insegnandomi quali siano i veri valori della vita. Non mi hanno mai fatto mancare nulla e continuano a prendersi cura di me come se fossi veramente una di loro. Mi ripetevano che oltre a Daniel avessero un altro figlio che avrei conosciuto a breve e parlavano continuamente di lui dicendo che ormai da sette anni non viveva più con loro, perché studiava in Italia. Io non lo ricordo nemmeno, visto che quando arrivai in questa casa avevo 12 anni e lui era già fuori per gli studi. Non è mai venuto a trovare i suoi, ma loro sono sempre andati a trovarlo. Dicono che verrà fra 3 giorni e che conoscerò finalmente il mio "fratellastro" maggiore dopo sette anni. Beh, dire fratellastro era un po' ridicolo visto che non c'era nessun legame di parentela. Quindi è meglio chiamarlo "altro membro della famiglia Blanco". Anche se vivendoci insieme dovrò considerarlo come un fratello, un po' come Daniel insomma. Ho solo visto la foto che sta appesa nel salotto di quando aveva solo 5 anni. Adesso non ho la minima idea di che aspetto abbia. Adesso lui avrà 23 anni, mentre io ho iniziato da qualche settimana l'università. Cecilia, che io chiamo per nome perché non riesco a chiamare mamma qualcuno che non lo è, da 3 giorni è ansiosissima del ritorno di suo figlio e così anche sui marito Jack. Loro sono volati spesso in Italia per andare a trovarlo, mentre io non ho mai voluto sforzarmi nel viaggiare 12 ore in aereo, per conoscere un tizio che non ho la minima idea di chi sia. Sono riconoscente a loro per tutto quello che hanno fatto per me e per farmi sentire ogni giorno a mio agio, ma mai mi ero sentita appieno parte della famiglia. Insomma, volevo bene a loro e la loro casa era ormai la mia da tanti anni, ma non avevo mai sentito quel legame che forse ogni essere umano sente per i propri genitori. Forse perché il sangue che scorreva nelle mie vene nonostante io non li conoscessi era quello dei Stoessel, e non quello dei Blanco.[...]
Era lunedì e quella mattina mi ero acconciata per andare a lezione all'università. Indossai i miei jeans a vita alta, la mia canotta nera con il segno dell'infinito disegnato di bianco e le mie zeppe nere. Lasciai i capelli lungo le mie spalle e leggermente raccolti di lato. Un filo di mascara e un gloss rosato ed ero pronta per iniziare la giornata.
Mercedes era la mia migliore amica ed era con lei che andavo ogni mattina. Mentre li, avevo conosciuto Candelaria, Valeria e Clara. Tre ragazze strepitose in grado di farmi sentire a mio agio in ogni momento che passavo con loro.
[...]Finita la lezione, io e le ragazze ci dirigemmo al parco per poi prendere un gelato tutti insieme. Decidemmo di sederci in una di quelle panchine, ma a pochi metri da noi c'era una bancarella che vendeva dolciumi a volontà. «Ragazze, vedete quelle prelibatezze laggiù?» chiesi con voce dolce e scherzosa, facendole ridere. «Io vado a prenderne un paio.» ridacchiai allontanandomi. Il venditore era un tipo buffo. Portava i baffi lunghissimi ed un cappellino rosso e quando si rivolgeva ai clienti lo faceva con voce divertente, proprio per attirare la clientela.
Non appena la mia busta fu pronta, prima di voltarmi, feci qualche passo indietro per salutare quell'uomo buffo. Ma camminando all'indietro inciampai con una pietra, e in quel momento temetti la rottura di tutte le mie ossa. Fu li però che cadendo all'indietro mi sentii avvolgere da due braccia abbastanza muscolose che mi avevano afferrato all'istante.«Perd..»balbettai, non riuscendo a finire la frase perché ero rimasta incantata da quegli occhi che avevo davanti che continuavano a fissarmi. Ero allibita e fissavo quel ragazzo dagli occhi verde smeraldo che avevo davanti a me. Anche lui era rimasto a fissarmi e per qualche secondo dalla bocca di entrambi non uscì una sola parola. Fu come un mini gioco di sguardi. Era così imbarazzante e favoloso allo stesso tempo. Indossava una felpa a giacca e un t-shirt bianca sotto, i jeans e un paio di converse che lo rendevano magnifico. «Grazie.» dissi infine balbettando e portandomi una ciocca dietro l'orecchio, imbarazzantissima. «Potresti stare più attenta. Non credi?» disse aiutandomi a rimettermi in piedi. ma che antipatico!! «Beh, scusami. Non era mia intenzione cadere nelle braccia di un perfetto sconosciuto» dissi anche io con tono antipatico. Anche se devo dire che era stato il massimo essere salvata da una tale bellezza. «Sta tranquilla. Può capitare. Specie a delle ragazzine come te.» ridacchiò portandosi la mano nel suo ciuffo all'insù per aggiustarselo. «Che vuoi dire con questo?» non era difficile farmi innervosire, e lui c'era già riuscito. «Niente, niente. Solo stai più attenta la prossima volta» ridacchiò scuotendo il capo e passando avanti per andarsene e afferrando la valigia che aveva accanto a se.
Sbattei un piede a terra per i nervi,
mentre continuavo ad osservarlo da dietro. «Beh, ciao eh!» urlai «Antipatico.» conclusi sussurrando tra me e me. Non vorrei essere esagerata, ma quel ragazzo era il ragazzo più bello mai visto in vita mia. Eppure, aveva un viso così familiare. Lo avevo già visto? Lo avrei rivisto? Chi era?Scopritelo a 10 like per iniziare.
Spero vi piaccia questa nuova storia.
Ditemi che ne pensate.- Lollita 💕
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Tra le stesse mura || Jortini
FanfictionSono Martina, Martina Stoessel. Non ho più una famiglia, non l'ho mai avuta. Ho trascorso i giorni della mia infanzia in un collegio e adesso, vivo in Messico e da ben 7 anni sono stata affidata alla famiglia Blanco, che mi ha saputo dare tutto l'am...