CAPITOLO 5 - Perchè ti importa?

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POVS MARTINA

Stavo per uscire dalla porta quando scivolai e andai a finire addosso a Jorge facendolo cadere a sua volta. Cavolo. I nostri corpi erano così vicini, le mie mani erano accidentalmente poggiate sul suo petto e le sua mani intrecciate alla mia vita, il mio vestito spero non si sia alzato e che non abbia mostrato niente di quello che sta sotto. Sembrava quasi una caduta studiata e fatta appositamente. Credetemi, mi mancava il respiro, mentre mi trovavo sopra di lui e con gli occhi puntati su di me. Sentivo il suo respiro invece affannarsi mentre mi continuava a fissare. «P-per-donami.» balbettai. «Beh..mi stupisci.» disse, continuando a guardare i miei occhi. «È così che ci siamo conosciuti. E se c'è una cosa che ti riesce bene è proprio quella di cadere.» disse scherzosamente avvicinandosi ancora più a me con il viso.

«oh, beh..» dissi posando una delle mie mani sul suo petto imbarazzata e aiutandomi con l'altra ad alzarmi «..Jorge credo che..» ero sicuramente rossa come un peperone, e chissà cosa poteva pensarne Jorge. Non riuscivo a trovare le parole per terminare la frase, ma lui mi aiutò. «..si, sono d'accordo.» disse come se senza che io dissi niente sapesse già cosa volevo dire. «Senti, allora mi preparo anch'io e raggiungiamo insieme i ragazzi! Ok?» disse alzandosi anche lui da terra e facendomi l'occhiolino. «Fantastico!» dissi sorridendo. «Beh, cara Martina..» disse quasi ridendo vedendo che io continuavo a sorridere e fissarlo immobile. «..io dovrei lavarmi! Che fai? Esci o resti?» disse alzando un sopracciglio per mettermi in imbarazzo. Cavolo, ci riusciva benissimo! Alzai entrambe le mie sopracciglia e spalancai gli occhi per la domanda imbarazzante ma contemporaneamente per il fatto che io ero ancora dentro il bagno e aveva ragione. «Ehm, sono giù Jorge. Ti aspetto giù.» dissi cercando di apparire più tranquilla possibile e uscendo dalla porta; mi guadagnai una sua risatina e poi sentii la porta del bagno chiudersi alle mie spalle.

Scesi giù, e mi sedetti sul divano ad aspettarlo. Cecilia e Jack erano fuori a cena e Daniel credo che fosse in camera sua a prepararsi per il suo primo appuntamento. Ridevo a pensare che una ragazzina o chissà quante altre fossero interessate a mio fratello, beh no, non è mio fratello, ma vi assicuro che Daniel lo avevo cresciuto come se lo fosse per davvero.
Il giubbotto di pelle di Jorge stava poggiato nel bracciolo del divano al mio estremo. E vidi un foglietto piegato che fuoriusciva dalla sua tasca. Credetemi, la curiosità era con troppa e volevo sapere di che foglio si trattasse. "Non si fruga tra le cose degli altri!" continuava a suonare questa voce alle mie orecchie; ma alla fine vinse la curiosità. Allungai il braccio e afferrai quel foglio per aprirlo.

"Ricordati di noi. Ricordati di questa notte.Ti amerò sempre. Tua C07" le mie mani tremarono alla lettura di quelle parole, anche perché non riuscivo a capire se chi avesse scritto quelle parole fosse stata Stephie o qualcun altra di cui Stephie non era a conoscenza. "C07" chi era? E che notte aveva passato? Cosa doveva ricordare Jorge? Chissà quante ragazze facevano e continuano a fare la fila per lui. Mentre continuavo a fissare il foglietto, rimbalzai dallo spavento al suono del cellulare di Jorge, che stava sul tavolinetto davanti al divano. Sullo schermo comparse la foto di una ragazza mora ed occhi azzurri, davvero carina direi. Era Stephie. "Ma adesso che faccio? Non posso permettermi di rispondere." mi ripetevo. Chissà che avrebbe pensato quella lì se avrei detto che Jorge era sotto la doccia e avevo risposto io. Nah! Lasciai stare, alla fine era come se dovesse essere mia cognata e dovevo essere gentile. Jorge era carino, forse anche di più, ma non poteva interessarmi. Non sarebbe potuto esserci mai niente, anche perché dovevo vederlo come un fratello. Si, un fratello!

Naaaah! Sciocchezze! Non avrei mai visto Jorge come un fratello, perché lui non c'è mai stato da quando sono stata data in affidamento alla famiglia Blanco; e adesso si presenta qui un ragazzo così attraente che dovrò abituarmi a vedere tra le mura di casa perché dice di essere il figlio di chi si è preso cura di me fino ad ora. Non ci sono nemmeno legami di sangue e non avrei potrei mai effettivamente vedere Jorge come un fratello, perché non lo è.

Tra le stesse mura || JortiniDonde viven las historias. Descúbrelo ahora