POVS MARTINA
Stavo tornando a casa e credetemi non smettevo di pensare a quella creatura. A quel ragazzo dal ciuffo color caramello all'insù, dagli occhi dello stesso colore dello smeraldo. Era raro che un ragazzo mi colpisse così tanto, ma l'unica cosa che dovevo fare adesso era dimenticarlo, non sapevo nemmeno se lo avessi rivisto.
Ormai erano le 18.30 e volevo essere a casa prima di cena. Solo non appena aprii la porta di casa mi ricordai che questa sera Cecilia e Jack sarebbero andati a cena fuori e che Daniel era ad una festa di compleanno. Bene, tanta fretta per poi restare a casa da sola. Che strazio! Decisi di fare un bagno caldo e rilassante e approfittarne del fatto che a casa non ci fosse nessuno. È così fu. Non appena finii, indossai la mia vestaglia da notte e scesi giù a cucinarmi qualcosa. Misi una padella sul fuoco e iniziai a friggermi un uovo.
Mentre prendevo del pane dalla dispensa, sentii il rumore delle chiavi nella serratura. Erano già tornati così presto? «Ehi, siete già torn..?» non riuscii a finire la frase che all'uscio della porta vidi fermo ed immobile lo stesso ragazzo che avevo incontrato e su cui ero finita sopra il pomeriggio. Ci guardammo nuovamente un po' stupiti nel rivederci e potei notare di come mi squadrò dalla testa ai piedi mentre me ne stavo in con la vestaglia da notte, di seta rosa. «Che ci fai tu qui..?» chiesi un po' confusa. «Potrei farti io la stessa domanda.» rispose lui continuando a fissarmi. Ero sempre più confusa, infatti socchiusi gli occhi provando a pensare. «Cavolo quanto tempo è passato! Quasi non ricordavo più questa casa.» disse infine girandosi attorno. «Aspetta! Tu sei..?» «Jorge. Piacere.» disse avvicinandosi e porgendo la sua mano. «Oh..» dissi ancora più confusa. Aspettate, mi state dicendo che lui, era il figlio di Jack e Cecilia e che avrei dovuto considerarlo come un fratello? Aiutatemi, non posso crederci. Che imbarazzo! La stessa persona che avevo incontrato al parco era quel famoso Jorge di cui tutti parlavano? Era davvero lui? «Non dirmi che tu sei..» «Martina. Quella specie di sorellastra.» ridacchiò a quelle parole. «È assurdo.» disse scuotendo il capo. «Non dovevi arrivare fra 3 giorni?» «Ho deciso di fare una sorpresa ai miei, ma non credevo di trovare te qui..» disse «..e conciata così.» concluse guardandomi dalla testa ai piedi nuovamente. Il rossore che provocò sulle mie guance era assurdo, le sentivo andare a fuoco. Feci qualche passo indietro e imbarazzatissima abbassai lo sguardo. Lui invece ridacchiò nuovamente e scuotendo il capo si avvicinò. «Dai, sta tranquilla. Saremo come fratello e sorella, no? Dovrò abituarmi.» concluse posando la sua valigia accanto al divano e la sua giacca sulla sedia. «Cos'è questo odore? Stavi mangiando?» con quella domanda sembrò come se volesse rompere il ghiaccio. «S-si.» balbettai «Perché avrei fame anche io.» non sapevo se salire su a cambiarmi, se continuare a fare ciò che stavo facendo o se continuare a parlare come se niente fosse. Quel tipo che il pomeriggio mi aveva presa al volo era lo stesso Jorge che tutti aspettavano con ansia. Non riuscivo a crederci. «C'è qualcosa da mangiare anche per te.» dissi, avvicinandomi ai fornelli. Restai in silenzio per un po' mentre lui si accomodò a tavola. «Allora, dove sono i miei?» chiese riempiendosi un bicchiere d'acqua. «Sono a cena fuori. E Daniel ad un compleanno.» risposi posando il suo piatto sul tavolo. «Quindi, eri da sola. Ti trattano bene?» chiese ridendo. Quando rideva illuminava la stanza, è la sua dentatura perfetta lasciava senza fiato anche le pareti di quella stanza. «Splendidamente, sono dei genitori stupendi. E tu..» dissi cercando un modo come chiamarlo «..Jorge, come mai sei tornato dopo tutto questo tempo?» «Mi sono dedicato interamente alla musica, studio da 7 anni, e adesso ho trovato lavoro come produttore discografico qui in a Città del Messico. Sono tornato per questo.» «Wow! Fantastico! Cosa ti ha spinto a studiare musica?» chiesi curiosa di sapere «A dire il vero è sempre stata una mia passione, ma quasi alla fine dei miei studi esattamente un anno fa, un esame non andò bene e avevo deciso di rinunciare. Ma Stephie mi incoraggiò a continuare e non fermarmi.» «Stephie?» chiesi non sapendo di chi parlasse «Si, la mia fidanzata.» fidanzata? Lui era fidanzato? Il mio cuore si agghiacciò improvvisamente. «Ah, capisco.» riuscii a pronunciare prima di prendere il primo boccone. «Vive in Italia per adesso, ma la conoscerai la settimana prossima.» sorrisi falsamente fingendomi contenta della notizia. «Bene.» «Cos'è sei gelosa sorellina?» chiese con tono scherzoso sussurrando avvicinandosi a me, facendomi andare di traverso quello che stavo mangiando. «Cooosa?» dissi tra un colpo di tosse e l'altro. «Calma. Scherzavo.» rispose ridendo e scuotendo il capo. Emisi un sospiro di sollievo, anche se quella domanda a trabocchetto mi aveva lasciato un po perplessa. «E tu, sei fidanzata?» «Non ancora. Ma ho molto ammiratori.» dissi fiera di me e con tono altezzoso. «Uuuh, addirittura!» alzò un sopracciglio e rise di conseguenza.
«Jorge..» lo chiamai per attirare la sua attenzione su di me e diventando seria. «Devo ammettere che quando questo pomeriggio ti ho visto, sono rimasta, come dire..» «Affascinata?» mi sorpassò lui, mettendomi ancora più in imbarazzo. «Coosa? No cioè io..» cercavo di sviare il discorso. «Te lo dico perché anche io sono rimasto affascinato da te. Poi aprire la porta di casa mia e ritrovarti qui è stato, come dire, una sorpresa, ecco.» questa situazione mi stava mettendo in imbarazzo, ciò nonostante con Jorge mi sentivo già a casa ed a mio agio. «Io, non credevo che tu fossi quel Jorge di cui tutti parlavano.» «Nemmeno io credevo che la Martina che avrei trovato a casa fosse stata una ragazza come te.» «Perché come me? Cos'ho di diverso dalle altre?» chiesi alzando il mio capo per guardarlo negli occhi. «Beh..» tossì «Martina, credo che questa conversazione stia rigenerando. È meglio chiuderla qui.» disse scappando dai miei occhi e alzandosi, prese il piatto e dopo averlo posato, si diresse verso le scale con la valigia in mano. Ero rimasta un po' pietrificata e forse avevo esagerato. Non so cos'era successo, tutto d'un fiato le parole erano uscite una dopo l'altra dalla bocca di Jorge. «Sono abbastanza stanco, ho viaggiato molto. Semmai dovessero tornare i miei, di loro che sono tornato. Buonanotte Martina.» disse accendendo la luce del piano di sopra. Lo ignorai, mi sentivo così stupida in quel momento che l'unica cosa che feci fu di quella di mettere le mie mani tra i capelli e pensare alla conversazione che avevamo avuto al primo incontro. Ottimo per cominciare bene il rapporto tra "fratello e sorella". Ma dai, non scherziamo! Non esisteva un rapporto di fratello e sorella con una persona che non conoscevo e che per giunta mi affascinava. Stanca e confusa, mi appisolai sul divano.POVS JORGE
Cavolo Jorge, ma cosa dici? Certo è sorprendente tornare a casa dopo sette anni e trovare una donnina del genere. Era impossibile considerare come una sorella una ragazza così bella e che per giunta non conoscevo fino a questo pomeriggio. "Jorge,basta! Che stai facendo? Sei fidanzato, non dimenticarlo." Queste parole risuonavano nella mia mente come campane. So benissimo che la stranissima sensazione che ho provato oggi verso di Martina era semplice attrazione, ma sarebbe svanita non appena mi fossi abituato a vederla ed averla qui a casa come parte della famiglia.
Quella sera, preso dai troppi pensieri mi addormentai, non pensando nemmeno ad avvisare Stephie che fossi arrivato a casa. Che mi stava succedendo?-------------
Questo è il secondo capitolo di questa nuova storia, ma vi avverto che già dal terzo capitolo, la storia sarà ancora più intrigante. Cosa succederà tra Martina e Jorge? Riusciranno i due a vivere pacificamente nella stessa casa? E tra Jorge e Stephie come si metteranno le cose? Ne passeranno tante, ma vedremo già dal prossimo capitolo cosa succederà! Un bacio e grazie ancora.
Continuo a 15 like e qualche commento. ❤️
-Lollita 💕
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Tra le stesse mura || Jortini
FanfictionSono Martina, Martina Stoessel. Non ho più una famiglia, non l'ho mai avuta. Ho trascorso i giorni della mia infanzia in un collegio e adesso, vivo in Messico e da ben 7 anni sono stata affidata alla famiglia Blanco, che mi ha saputo dare tutto l'am...