CAPITOLO TRE

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"I have prayed for a power like you

To see deep down in my soul

Oh, you make me bloom like a flower, a desert rose"

Spiritual - Katy Perry


Erano più di 10 minuti che guardava l'entrata del locale da dentro la sua macchina e si torturava le mani nervosamente cercando di controllare se stessa e la valanga di emozioni contrastanti che aveva dentro di sé.
"Il problema non sono i miei compagni della federazione o i loro eventuali accompagnatori. Il problema è che che là dentro mi ritroverò a dover fronteggiare alcune delle persone che fino a ieri guardavo assiduamente in tv comodamente dal divano di casa mia!"disse a sé stessa la rossa.

Il problema fondamentale è che al di là di quanto si possa pensare non è così semplice essere faccia a faccia con qualcuno che stimi o ammiri, men che meno persone dalle quali magari hai preso "spunto" per il tuo stile di lotta nel ring.
Specialmente se, come Jess, si è la campionessa in carica egli occhi saranno inevitabilmente puntati su di te per tutta (o quasi) la durata della festa.

Con tutto questo rimuginare non si accorse nemmeno di Jake, il suo allenatore, che si era avvicinato al suo finestrino picchiettandoci le nocche per attirare la sua attenzione.
Conseguenza? Pseudo infarto, testata al tettuccio per il conseguente sobbalzo e imprecazione degna dei peggiori bar di Caracas.
- Jake maledizione! Ouch!- cercò di ritrovare la femminilità persa pochi istanti prima abbassando il finestrino dell'auto.
- Jess... So già a cosa stai pensando e so che probabilmente sarai qui fuori da almeno 20 minuti abbondanti.- sbuffò divertito Jake.
Jess per tutta risposta piegò la testa di lato con un'espressione stralunata a metà tra l'accigliato e l'esasperato.
- E' che non è facile ok? Lì dentro dio solo sa quanta gente c'è e guarda caso la metà di loro mi tengono sotto esame e l'altra metà sono persone che fino a ieri guardavo in tv e alle quali ho scippato qualche tecnica sul ring. Aggiungici anche lamia totale apatia per le feste ed ecco fatto.- diede vita ai suoi pensieri la rossa.
Lui la guardò con fare paterno ridacchiando piano – Beh, dovrai entrare prima o poi. Preferisci farlo con me adesso in modo da aver un... Uhm... Sostegno morale oppure preferisci rimanere qui impalata e continuare a rimuginare rischiando l'implosione del tuo cervellino e affrontare la folla da sola?-incrociò poi le braccia al petto in attesa di risposta.
Jess fece quasi per pensarci su poi per liberare la tensione si lasciò andare ad un lieve ringhio tirando una testata al clacson facendo spaventare a morte una coppia che stava attraversando la strada in quel momento beccandosi un "mavvaffanc..." di rimando.
- Bene! Okay! Hai vinto. Vengo con te. Però promettimi che non farai le tue solite battutine o i tuoi soliti giochetti psicologici perchè quanto è vero che sono la nuova campionessa italiana prima ti faccio una Chokeslam sul bancone del locale poi mi sfilo una scarpa e tela infilo su per il...- gli sventolò un dito in faccia con fare minaccioso.
- Buona buona! Ho capito l'antifona puoi risparmiarti la calata di stile finale... Aaaaah che pazienza!- si portò una mano al viso Jake mentre Jess scendeva dalla macchina.
- Puoi lasciarla qui la cintura per ora se questo ti fa sentire meno al centro dell'attenzione. Così, per rompere il ghiaccio senza ulteriori pressioni.- aggiunse poi lui. La rossa annuì velocemente di rimando chiudendo la macchina e avviandosi con lui verso l'entrata del locale. Se l'espressione di Jake era parzialmente divertita quella della rossa era quella di qualcuno che stava andando al patibolo.

Non era tipa da locali "da fighetti", come li definiva lei, eppure quello non era niente male. Sembrava più un pub con una pista da ballo. Era il giusto connubio tra il trash e la familiarità di un pub da ubriaconi e il lusso sfrenato di un locale per VIP diciamo.
- Stai bene?- le sussurrò Jake mentre muovevano i primi passi all'interno.
- Domande di riserva ne abbiamo bruh?-ridacchiò la rossa.

Strange Life of a DreamerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora